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Per il
cuore, Ok la birra
E pensare che fino a qualche anno fa era nota per via del simpaticissimo spot dell'altrettanto simpaticissimo Renzo Arbore! Dalla bionda sensuale al maestro del clarinetto, negli anni, la birra ha cambiato look e ora è addirittura consigliata dagli esperti medici che ci rassicurano sulla sua valenza. Esattamente mezzo litro di birra al giorno, durante i pasti e tutti i giorni della settimana, per proteggere il cuore dal rischio di infarto. Il professor Antonio Gasbarrini, gastroenterologo e medico internista dell'Università Cattolica di Roma, rivendica la paternità di una ricetta elaborata "sul presupposto di nette evidenze scientifiche poiché una trentina di metanalisi, condotte negli ultimi dieci anni, dimostrano che l'alcol - assunto in basse dosi da persone sane - riduce la mortalità per infarto e ictus addirittura meglio dell'aspirina". Eppure agli inizi Gasbarrini non era convinto, anzi era abbastanza scettico su quello che sarebbe stat l'esito dello screening. Da gastroenterologo, del resto, non poteva fare a meno di tener presente che l'alcol è sostanza tossica, fa male al fegato e lo distrugge facendo venire la cirrosi. "Poi però - ha ricordato - si è scoperto che la maggior parte di quelle che venivano definite cirrosi alcoliche erano invece causate dal virus dell'epatite C, senza contare che negli Anni Novanta si sono moltiplicati gli studi secondo cui il consumo moderato di alcol riduce la mortalità per tutte le cause e specialmente per quelle cardiovascolari". Come per un vero farmaco, dunque, determinanti sono le dosi e i tempi di 'somministrazione', ciò che i medici definiscono con il termine di "posologia". Dalla posologia si ricavano pertanto i consigli di assunzione della birra, che il prof. Gasbarrini ha codificato in questi termini: "La birra va assunta solo da persone sane in quantità pari a circa mezzo litro al giorno, rigorosamente al momento dei pasti e tutti i giorni della settimana". Vietatissimo sommare tutte le dosi giornaliere in una sola, magari nel fine settimana. Ma cos'è che rende la birra un buon tonico per le coronarie? Forse la risposta resterà ignota, perché nell'uomo ci si è limitati a studi epidemiologici; altre ricerche, come la eventuale somministrazione di alcol ai volontari, non sarebbero etici potendo indurre a dipendenza e abuso. Tuttavia, ha aggiunto l'esperto, "in collaborazione con le università di Milano e Pavia e con l'Istituto nazionale di nutrizione abbiamo condotto una ricerca 'ad hoc'; prima sul ratto, poi su bevitori abituali di birra ai quali è stato chiesto di 'disciplinare' l'assunzione in base alle nostre indicazioni". Ebbene, "per la birra, ma anche per il vino, gli agenti protettivi sembrerebbero due: l'alcol di per sé, che migliora l'assorbimento delle sostanze antiossidanti presenti nei cibi, e i micronutrienti antiossidanti (vitamine, polifenoli e folati) che tali bevande contengono".
Fonte Italia Salute
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