Le nostre Interviste
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Beer shop Birraland - Alessandria
Risponde alla nostra intervista Daniele Cosenza Se vi siete recati in passato a Pianeta Birra (Rimini), che opinione vi siete fatti dell'evoluzione di questo appuntamento. Secondo il vostro parere, l'evoluzione che ha raggiunto, va nella direzione di una concreta diffusione della cultura birraria o si sta sempre più appiattendo verso i grandi colossi multinazionali? Sono stato a pianeta birra durante le ultime edizioni, le prime volte ne sono rimasto abbagliato (in quanto non ancora professionista del settore) ma poi mi è sembrato essere sempre un po' la solita minestra, dove i grandi riescono a comprare interi padiglioni e attirano gente grazie a tutto ciò che è correlato alla birra (striscioni, colori, luci, musica, signorine, etc...) ed il prodotto viene invece dimenticato (in alcuni casi direi "per fortuna!"). Quest'anno è stato molto positivo vedere una bella zona di Unionbirrai dedicata alla birra artigianale oltre che all'iniziativa della birra in piazza a Rimini. Ritengo sia difficile far capire alla gente che esiste una cultura birraria e che la birra non è solo "birra & pizza" o la "bionda doppio malto ghiacciata"...
L'esterno del negozio
Certo, conosco e ho partecipato ai vari eventi, ma partecipare come espositore non è comunque, al momento, nei miei piani dell'immediato futuro. Come beer-shop mi devo concentrare su manifestazioni di tipo locale, presentare in quelle occasioni la birra artigianale.
Come Homebrewer, nel 2000, quando la mia ragazza mi regalò il kit di fermentazione. Da allora ho prodotto a tutto spiano, fino al giorno in cui ho fatto "il salto" in seguito ad un corso di homebrewing con Davide Bertinotti e vari incontri con Nino dello Sherwood (grandissimo!). Da quel giorno ho iniziato a leggere libri specializzati, a produrre all-grain, a partecipare a qualche concorso e ad approfondire le mie conoscenze con alcuni viaggi birrari (belgio in primis...). Inoltre ho collaborato, in piccola parte, al progetto microbirrifici.org grazie ad un altro mio vecchio progetto web-birrario del 1999 (mai portato a termine per vari motivi).
Elisa e Daniele Cosenza
La scelta è vasta. Ampio spazio è dedicato alle birre belghe (trappiste, lambic, champenoise, barley wine, abbazia, e le altre solite note...). Seguono poi birre tedesche, inglesi, scozzesi, americane. Inoltre, vista la risposta del pubblico alessandrino relativamente alle birre artigianali, sto ingrandendo giorno dopo giorno la selezione di birre italiane (vedi domande seguenti per l'elenco...)
come detto prima, le birre artigianali italiani. Dal primo giorno in cui ho aperto le ho "spinte" moltissimo in quanto credo che siano il vero futuro della birra. I clienti lo hanno capito subito ed ora c'è una forte richiesta. A seguire le birre trappiste e le belghe in generale.
Certo! al momento tratto: Montegioco, Baladin, Birra del Borgo, Beba, Panil, Bi-du, Birrificio Italiano, Grado Plato, Barley, 32 Via dei Birrai, BABB, Orso Verde. La maggior parte sono piemontesi per un discorso di campanilismo a valorizzazione dei prodotti del territorio. Ben presto aggiungerò nuove referenze da tutta Italia.
L'interno del negozio
Si, anche se al momento è ristretto, dovuto al fatto che qui non ha riscontrato grande successo.
Vendo anche altri prodotti, sempre legati al mondo della birra, come le gelatine di birra, le lumache alle birra, e presto se ne aggiungeranno altri.
Certo! anche se ritengo che in casa basti avere 4/5 bicchieri (un teku, una coppa, un weizenglass, una pinta e un ballon) per poter degustare quasi tutte le birre del mondo. Il resto è solo merchandising misto a collezionsimo. Per ogni birra comunque consiglio sempre, olte al bicchiere, come va versata e le temperature corrette di servizio, oltre che degli abbinamenti gastronomici. Talvolta rivelo anche qualche mia ricetta segreta di cucina con la birra.
Domanda difficile. A me sembra che i primi birrifici nati in Italia fossero tutti produttori di birre di qualità. Negli ultimi anni invece nascono parecchi birrifici solo per questioni di business e guadagno. Capita spesso di recarsi in brewpub dove le birre sono fuori posto e nessuno se ne interessa. In questo modo accade che il consumatore che approccia la birra artigianale rischia di rimanerne "scottato" bevendo birra in luoghi dove sarebbe meglio bere acqua. Altro problema è la piccolissima dimensioni dei birrifici che spesso riescono a soddisfare solo il consumo del loro locale o poco più. Inoltre la distribuzione a livello nazionale è ancora in alto mare. Per quanto riguarda i consumatori, mi sembra ci sia una forte ricerca del prodotto artigianale grazie ai vari eventi come Salone del Gusto, Cheese, Pianeta Birra, e tutte le altre manifestazioni della birra. Su questo vedo una fortissima crescita.
Si, anche se al momento se ne occupa principalmente il beer-shop omonimo di Mortara.
Assolutamente si! Kit, malti amaricati, estratti di malto, malti in grani, fiocchi, luppoli, lieviti secchi e liquidi, libri e tutte le attrezzature per fare birra in casa. Tengo anche bottiglie di tutte le dimensioni per l'imbottigliamento.
Certo. Proponiamo casse di legno di varie dimensioni da personalizzare con le birre che i clienti più gradiscono. Realizziamo altre piccole confezioni con il legno, e poi ovviamente cesti di ogni forma e dimensione. A questo si aggiungono idee regalo realizzate con articoli in ferro battuto e composizioni di ogni genere. In questo modo il prezzo "lo fa" il cliente, personalizzandosi la confezione come meglio crede in termini di quantità / qualità / prezzo. A Natale hanno riscosso un successo strepitoso.
Idee ne ho parecchie, come il fatto di partecipare a manifestazioni e fiere qui in zona, realizzare corsi per homebrewer e/o di degustazione, realizzare serate a tema con la birra (in collaborazione con qualche ristorante) e molto altro...
Non è semplice. Io penso che qualunque persona in Italia che di punto in bianco assaggia una birra di qualità, capisca, nel giro di un secondo, la differenza con quella commerciale. Il problema è che la maggior parte delle persone non conosce nemmeno che esista la birra artigianale. Se parli di "birra italiana" il 90% ti risponde "ah no, a me la Peroni o la Moretti non piacciono". Per far cambiare questo atteggiamento ci vorrebbe una forte pubblicità sui mass-media in modo che tutti si pongano almeno il quesito di "cosa sto bevendo?". E' un processo lungo e faticoso, ma penso che l'opera dei numerosi microbirrifici e beer-shop , in Italia, stia dando e continuerà a dare i suoi frutti. Marzo 2007 |
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