Birra ed
Egitto
di Stefania
Sofra
www.stefaniasofra.it
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Ringraziamo
l'autrice, l'egittologa Stefania Sofra per l'articolo che ci ha inviato e
per l'autorizzazione a pubblicarlo.
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Una birra di 3800 anni
Storie della birra
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Chi è Stefania Sofra
Laurea in lettere classiche, indirizzo archeologia orientale, presso
l'Università di Roma "La Sapienza": tesi in Antichità Nubiane dal
titolo
"Fortificazioni romane e città fortezze
medioevali nella Bassa Nubia.".
Scuola di Perfezionamento post-laurea in Archeologia Orientale,
Università di Roma "La Sapienza": tesi in Egittologia:"La
statuaria regale della XXV dinastia e le sue interferenze con la
statuaria privata.".
Borsa
di studio in Egittologia al Cairo, Egitto, per ricerche archeologiche
su "Le dinastie regali nubiane".
Residente al Cairo (Egitto) in servizio presso la Sezione Archeologica
dell'Ambasciata Italiana, e l'Istituto Italiano di Cultura.
Socia
del "Centro di Formazione Professionale nel Restauro", e
collaborazione alle iniziative svolte al Cairo presso il "Centro
Italo-egiziano per il restauro e l'archeologia" in qualità di
insegnante ai corsi di Archeologia Orientale.
Docente di materie letterarie presso l'Istituto Salesiano "Don Bosco"
al Cairo (Egitto).
Pubblicazioni scientifiche di archeologia orientale nella Collana di
Studi Nubiani e articoli di egittologia su riviste specializzate;
conferenze di egittologia.
Missioni archeologiche in Giordania, in Egitto e nel Vicino Oriente.
Collaboratrice, come operatore esterno, con alcune Associazioni
Culturali con l'incarico di compiere visite didattiche presso il Museo
Egizio di Torino, i Musei Vaticani, il Museo Egizio di Firenze, mostre
egittologiche itineranti e organizza viaggi culturali, specialista
nelle aree del Vicino e Medio Oriente.
Docente di Egittologia presso Università private di Roma e Latina. |
|
“
Gli antichi Egizi tra pizza e…birra!”
Stefania
Sofra
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Quante volte ci è capitato di gustare un’ottima
pizza e, nel complimentarci con il pizzaiolo, scoprire che è egiziano!
Subito viene spontaneo chiedersi come mai essi siano così bravi a fare
la pizza. Il motivo è semplice: sono stati gli antichi Egizi ad
“inventarla” (la chiamavano pita) e i pizzaioli egiziani di
oggi sono gli eredi di quest’arte.
La
pizza ha circa 6000 anni di storia e fonda le sue origini nella
preparazione di focacce, schiacciate e ciambelle. Gli Egizi
impastavano farina di vari cereali, acqua con l’aggiunta di erbe
aromatiche e a volte condimenti quali il miele, i datteri ed i fichi
per ottenere così anche dei dolci. I cereali furono introdotti in
Egitto in età neolitica dall’Asia occidentale, forse dalla Palestina,
e dalle raffigurazioni parietali oltre che dalle iscrizioni sappiamo
che gli Egizi conoscevano molte varietà di frumento e di orzo, e
almeno tre varietà di grano: il frumento (triticum durum), il
grano (triticum turgidum) ed il farro (triticum dicoccum).
Assieme all’orzo comune usavano anche l’orzo a sei infiorescenze (hordeum
hexastichon), l’avena trigosa, la farina di farro e di orzo, oltre
a quella di grano che Erodono chiama sorgho.
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Donna
egiziana intenta a preparare la birra.
Gli
Egizi sapevano fare almeno 40 tipi di pane e altrettanti termini sono
stati individuati per indicarli; una delle principali offerte
funerarie era appunto il pane (in geroglifico detto hetep), che
veniva rappresentato sopra una lastra di pietra; anche il verbo “dare”
veniva scritto in geroglifico con un pane a forma conica posto sul
palmo di una mano aperta.
Ben
presto nel mondo antico venne scoperto il principio della
lievitazione, anche se ci fu chi, come gli Ebrei, considerava impura
la pasta lievitata per motivi religiosi; poi si passò dalle pietre
roventi al primo forno che era in argilla e a forma di cono. Per fare
la “pita” gli Egizi trituravano il grano in un grande mortaio, lo
macinavano per ottenere la farina, facevano poi un impasto con acqua,
farina e pasta fermentata, lo lavoravano con le mani dandogli la
forma, lo lasciavano riposare ed infine lo cuocevano. Il passaggio dal
pane alla pizza era fatto!
|
Cosa
alquanto curiosa, nel tempo in cui la “pita” costituiva l’elemento
base dell’alimentazione egizia, la birra era la bevanda più diffusa in
Egitto. Dovunque c’è stata la coltivazione dei cereali si è avuta anche la
produzione della birra, ma non sappiamo se la prima birra sia nata in
Mesopotamia o forse in Egitto, visto che non ci sono prove della priorità
dell'una sull'altra, ma di certo esiste sin dal 4500 a.C. |
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In
Egitto la birra (henqet) era prodotta con la farina di orzo o
di frumento, dolcificata con miele, datteri o spezie e si otteneva
impastando la farina d’orzo con acqua per formare dei “pani da
birra” che venivano cotti solo in superficie poiché all’interno
dovevano restare crudi così da fermentare in seguito. I pani semicotti
venivano poi impregnati con liquore di datteri e lasciati riposare. Il
liquido ottenuto veniva filtrato e l'aromatizzazione si otteneva con
il miele di datteri, la cannella, la salvia ed il rosmarino: gli Egizi
non usavano il luppolo né il caramello di zucchero, ma aggiungevano il
miele per alzare la gradazione alcolica ottenendo lo sciadeh.
Infine il liquido veniva travasato in recipienti chiusi con tappi di
terracotta ma, nonostante fossero sigillati, la birra inacidiva
velocemente; la maltizzazione venne scoperta ed impiegata solo molto
tempo più tardi. Questo lavoro di preparazione veniva svolto dalle
donne come testimoniano le numerose statuette che le raffigurano
intente a macinare i chicchi o ad impastare. |
Sappiamo che l’uso della birra accompagnava gli antichi Egizi dalla nascita
alla morte: le donne incinte ne bevevano per aumentare il latte, ai neonati
si dava birra a bassa gradazione o diluita con acqua e miele durante lo
svezzamento qualora le madri non avessero avuto latte; i bambini venivano da
subito abituati ad un moderato consumo della birra con un rito di
iniziazione nel quale veniva loro regalata una piccola anfora che costituiva
la dose massima quotidiana di birra permessa e che, dopo la morte, veniva
posta nel sarcofago. La birra aveva anche un uso rituale, ad es. si beveva
birra nelle feste in onore della Dea Tefnut; ed in un testo dell’Antico
Regno (III millennio a.C.) si pone la birra tra le cose necessarie al
defunto per il lungo viaggio nell'oltretomba. |
In
medicina la birra era usata per guarire malattie di origine intestinale, per
curare le ferite e come antidoto al morso degli scorpioni; era inoltre
comunemente impiegata quale complemento ai salari degli operai e non di rado
la si beveva con il preciso scopo di ubriacarsi, come si legge in alcuni
papiri.
I
reperti archeologici che testimoniano l’importanza della birra sono molti:
papiri, vasi e vassoi istoriati con scene di raccolta dell'orzo,
bassorilievi con spighe di orzo, vasi da birra, e altro. Nell’Egitto di oggi
la birra prodotta per i musulmani è analcolica per motivi religiosi, ma con
una buona pizza compare ancora sulle loro tavole, mentre per i turisti è
possibile trovare la normale birra alcolica.
L’Egitto non finisce mai di stupirci!!
Aprile 2004 |
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