Vi siete mai domandati perché è più facile trovare una buona birra - rispetto a
qualsiasi altra bevanda alcolica - nei molti locali etnici che ci aiutano, sempre più
frequentemente, a "inventare" una serata diversa con gli amici? E' certamente
merito della straordinaria versatilità e della "bevibilità" senza stress della
birra, bevanda capace di adattarsi senza traumi, e anzi esaltandone le peculiarità, alle
cucine di tutte le nazioni e tradizioni, capace di sintetizzare nel bicchiere cultura
millenaria e fresca fantasia di chi intuisce o reinventa, di volta in volta, il giusto
utilizzo e il giusto abbinamento.
E così, se c'era una volta una bevanda sumera, babilonese ed egiziana che seduceva
regine e magistrati, inebriava e dissetava la gente comune, c'è, oggi, una bevanda che
incanta i conoscitori e piace ai curiosi di ogni continente. Anche se alcune delle
"centrali" da birra più significative si trovano in Europa (nel vecchio
continente brillano, oltre all'Italia, Germania, Gran Bretagna, Belgio, Francia, Olanda,
Danimarca, Spagna e Repubblica Ceca), nel resto dell'emisfero la birra ha santuari e
mercato di straordinaria importanza.
Germania: è una delle "patrie" della birra. Sede di scuole e
università birraie, regala grande quantità di stili che nei secoli vi si sono
affermati : pilsner, weisse, bock, doppelbock, dortmund, alt, tanto per
ricordare i più noti. È tedesco il principio della "purezza", secondo cui le
birre a bassa fermentazione possono essere preparate solo con acqua, lievito e malto
d'orzo.
Gran Bretagna: i britannici consumano soprattutto birra ad alta fermentazione (ale)
poco frizzante. La più classica è forse la londinese bitter ale, dal marcato
sapore "luppolato", amarognolo, e 4 gradi circa di alcool. Allo stesso modo,
sono tipicamente scozzesi le scotch ale, spesso forti e scure. Inglesi anche le porter,
appena meno scure e amare delle stout. Particolarissime le sweet
stout, usano avena sotto forma di farina per la fabbricazione e sono talvolta
rinforzate con salsa d'ostriche.
Belgio: produce soprattutto birre ad alta fermentazione, amate come specialità
dagli intenditori di tutto il mondo. Tra queste ricordiamo le trappiste, le birre
d'abbazia e le lambic a fermentazione spontanea. Tipicamente belghe le lambic
aromatizzate, come le kriek (ciliegie aggiunte in fermentazione) o le framboise (gusto
lampone).
Francia: tra le regioni francesi più rinomate per la birra c'è certamente
l'Alsazia, dove l'influenza tedesca ha lasciato visibili tracce nei costumi e negli stili
alimentari. Oltre alle lager di vario tipo, allora, ecco però le blanche,
birre di frumento classicamente Nord Francia.
Olanda: patria di una delle più sviluppate industrie di settore al mondo (la
maggiore di esse produce circa 60 milioni di ettolitri con stabilimenti in diversi
continenti). La sua tipologia produttiva, comunque, è essenzialmente la lager.
Danimarca: ha tradizione birraria notevole, accumulata da aziende di gran calibro e
notorietà, ed ha una storia formidabile nel campo della selezione dei lieviti. Si
racconta che tal Emil Christian Hansen, eroico precursore delle glorie successive, abbia
portato in patria il prezioso fermento delle lager tedesche in un cappello a cilindro,
annaffiandolo di tanto in tanto per tenerlo in buona salute.
Repubblica Ceca: nella storia della birra ha un posto sicuro per la nascita, a
Pilsen, della prima birra chiara a bassa fermentazione, ancora oggi conosciuta e
apprezzata come pilsner. Nel territorio intorno a Zatec si coltiva una varietà di
luppolo apprezzata in tutto il mondo.
Stati Uniti: una delle nuove frontiere della birra, anche se alcuni
super-intenditori vi guardano con un pizzico di scetticismo. E' comunque la patria della
birra al mais, sostituito però dal riso nella ricetta della birra che le dimensioni del
mercato Usa hanno reso... la più venduta al mondo.
Sud America & Spagna: abbastanza facile capire perché,
culturalmente, esse vadano abbinate. Eppure, qualche differenza birraria c'è. Più pils
in Spagna, più lager in America Latina, anzitutto. E poi, leggerissime e giovanili
le nuove birre spagnole, più alcoliche e secche (ma poco amare) le nuove sudamericane.
Con punte di particolare personalità in Venezuela e Antille.
Giappone: primeggiano le birre lager, leggere e rinfrescanti, molto
apprezzate nella variante draft, cioè non pastorizzate (e dunque a breve scadenza)
ricche di aromi primari. Il mercato ha comunque già consentito la nascita di alcuni
giganti.
Australia: inutile citare clima caldo e tradizione alimentare
"all'inglese" per spiegare il successo di questa bevanda in questa parte del
mondo. La birra lega perfettamente con lo stile di vita "aussie". E, dal punto
di vista qualitativo, apprezzatissimi sono i cereali della Tasmania, particolarmente
adatti per realizzare birre chiare e leggere, come sono anche quelle della vicina Nuova
Zelanda.
Repubblica Sudafricana: la popolazione bianca, che così a lungo ha dettato
legge, prediligeva le lager e le ale di stile europeo, ma le birre indigene
sono quelle che presentano gli aspetti più interessanti. Tra queste la birra bantu, fabbricata
con miglio e conservata in giare sotterrate per mantenerla al fresco. Un'altra birra
legata alla cultura locale è la busaa, prodotta con mais e miglio macinato, o la keffir,
al sorgo.
Nord Africa: prima solo Francia, Francia, Francia. Ora invece, Casablanca beer,
ovvero una via autoctona alla lager. Una birra dalla schiuma forse non
entusiasmante all'occhio, ma dai profumi delicati e giusti, e dalla nota luppolata di
qualità. Ma attenzione: sempre in Africa, anche Camerun, Nigeria, Kenya sono oggi in
grado di produrre una buona birra "locale" che, nel profumo e nel sapore, non
imiti nessuna delle birre europee.
Cina: i consumi in crescita e l'apertura del paese alle imprese straniere stanno
spingendo molte industrie birrarie a investire in Cina; dove ovviamente si fa da sempre
grande uso, tra le materie prime, di riso. Da un po', però, ecco le birre all'europea, da
orzo cinese e con qualità autoctone di luppolo, in stile lager.
Russia: vi si stanno affermando birre a bassa fermentazione, di tipo
occidentale, che hanno eroso spazio al kwass, la bevanda nazionale derivata dalla
fermentazione di malto d'orzo, segale e farina di frumento. Si stima che il kwass
dal gusto acidulo e rinfrescante, con un sapore che ricorda il pane venga prodotto
in circa 150 versioni, anche con aggiunta di frutta e miele.
Italia: tante lager (ne produciamo qui in casa nostra, su licenza, per le
maggiori marche del mondo) e rare doppio malto si dividevano sino a poco fa il
mercato, con larghissima prevalenza delle prime. Ma, sarà la "felice sorpresa"
di vedere classificate sempre più spesso birre nostrane ai primissimi posti nelle
degustazioni internazionali, sarà la marcata crescita della cultura birraria nazionale,
nuove premium vicinissime alle pils, e birre superiori, di classe e di
grande impatto sono sempre più presenti. Caratteristica della birra italiana è, secondo
i degustatori, comunque, l'eleganza.