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Dossier: Effetti della Birra

Come promesso qualche settimana fa, vi presentiamo un dossier che ha realizzato Nicola Fiotti dell'Università di Trieste, e che è di norma ospitato nel portale dedicato alla birra www.birraviva.it . Qui vi presentiamo uno stralcio del dossier che troverete nel nostro sito alla pagina www.mondobirra.org/dossierfiotti.htm  :

La birra: alimento, farmaco o veleno. (Nicola Fiotti)

Pochi alimenti sono così antichi e diffusi come la birra. Le prime notizie sulla sua produzione datano a circa 6000 anni fa: pare che gli Assiri ne fossero degli eccellenti produttori e consumatori e che la sua produzione sopravvivendo al crollo di quella civiltà, si sia diffusa tanto ad est che ad ovest, per poi diffondersi in tutto il mondo. E’ ipotizzabile che le birre dell’antichità fossero molto diverse dall’attuale, così come lo sono quelle di cento anni fa. Ciò è dovuto prevalentemente a miglioramenti tecnologici degli impianti mentre le variazioni degli ingredienti sono state minime. L’importanza e la semplicità degli ingredienti (4 nella formulazione più semplice) ha conferito a questa bevanda un ruolo primario nell’alimentazione umana. [...] E’ un alimento quando lo introduciamo scientemente per rimpiazzare un componente che è andato perso (sudore/acqua, sali) è un farmaco quando, riconoscendo (e in qualche caso presumendo) proprietà farmacologiche, viene assunta per alleviare sintomi o malattie o per potenziare fenomeni fisiologici e diventa anche un tossico nei pochi casi in cui la birra sia sofisticata o quando esistano condizioni che controindicano l’assunzione di uno dei suoi componenti (il più delle volte l’alcol). [...] contribuisce all’effetto aperitivo della birra. Quest’effetto è dipendente dalla concentrazione dell’alcol: soluzioni alcoliche intorno al 5% hanno il potere di incrementare la produzione di acido ed enzimi da parte dello stomaco, quelle intorno al 10% no. L’effetto protettivo delle bevande alcoliche e della birra nei confronti delle malattie cardiovascolari è noto da anni. Fino ad ora, tuttavia, il vino ha goduto di un maggiore credito grazie ad alcune evidenze indirette (cosiddetto “paradosso francese”). Nel 2003 il New England Journal of Medicine, la più prestigiosa rivista medica mondiale, ha pubblicato uno studio che ha coinvolto 38000 operatori sanitari americani dimostrando che un consumo settimanale di 1 litro di birra era sufficiente a ridurre del 32% l’insorgenza di infarto miocardio. Un maggior consumo si  accompagnava ad una ulteriore riduzione fino a giungere, per chi bevevo 1 litro di birra al giorno, il 60% di riduzione. Un’altra importante conclusione era che l’effetto era maggiore quanto più la assunzione era ripartita nel tempo: meglio una dose moderata ogni giorno che una grossa assunzione in poco tempo (tipicamente durante il fine settimana). A piccole dosi l’alcol è un lubrificante sociale ed ha azione antidepressiva, a dosi superiori subentra l’effetto sedativo che può lasciare il posto, a concentrazioni più elevate, all’effetto depressivo del centro del respiro. La dose raccomandata è di meno di 1 grammo/Kg di peso corporeo (ideale) per i maschi e 0.75 per le donne. Deve essere chiaro che le dosi consigliate in ambito medico possono entrare in conflitto con i limiti massimi di alcolemia consentiti per la guida dei veicoli a motore. [...]

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