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Le newsletter archiviate
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Newsletter www.mondobirra.org "La rassegna stampa, le notizie apparse sul web, che riguardano la birra" Periodo: Gennaio 2004/1
Dalla Redazione Si inaugura con questa mail una nuova stagione per le "newsletter" di MondoBirra.org. Dagli ultimi conteggi risulta che gli iscritti a questo servizio totalmente gratuito sono ben 233 e ne approfittiamo per augurarvi uno splendido 2004, ringraziando coloro che ci hanno fatto gli auguri di buone feste anche in seguito alla ricezione del proprio regalo di natale.
Il Team di mondobirra.org
In vetrina Mondobirra.org Organizza. Mondobirra.org e il Pub Mikalsa ( www.mikalsa.it ) organizzano la serata "Un'Isola di Birra" Fare birra artigianale in Sicilia, in collaborazione con Lorenzo Dabove e 3 Microbirrifici siciliani, ovvero la Ceria di Sciacca (AG) ( www.birraceria.it ), la Wild Spirit di Bagheria (PA) e la Naxos di Mazara del Vallo (TP). La serata vedrà la partecipazione di queste aziende che proporranno le loro ultime novità e verranno abbinate con piatti di gastronomia tedesca. Alla fine della serata verranno distribuiti numerosi gadget birrari. La serata si svolgerà il 20 Gennaio 2004 alle ore 21 a Palermo presso il Pub Mikalsa Bar a Bière, ed è a numero chiuso, quindi se desiderate prenotarvi potete utilizzare il link www.mondobirra.org/isola . Per coloro che risiedono fuori dalla Sicilia è possibile prenotare una notte di albergo a 3 stelle e il biglietto con volo Alitalia. Per tutte queste informazioni è possibile contattare l'organizzazione al numero 338 39 46 591 oppure mandare una mail a info@mondobirra.org.
Articolo sui BrewPub italiani. Nel mese di Novembre 2003 il Mensile "Mondo della Birra" ha pubblicato un reportage sui brewpub italiani, molto approfondito e curato anche da un punto di vista grafico. Per quei pochi che non avessero l'abbonamento a questa rivista, un prezzo davvero modico, abbiamo acquisito le 20 pagine dell'articolo e le abbiamo messe a vostra disposizione all'indirizzo www.mondobirra.org/brewpub.htm , facendo attenzione al fatto che il file "pesa" 20 MB ed è in formato Pdf. Quindi se non avete una connessione veloce, vi consigliamo di scaricarlo un pò per volta, magari con l'aiuto di programmi tipo GetRight ( www.getright.com ) e assicuratevi di avere anche Acrobat Adobe Reader ( www.adobe.com ).
Birrerie storiche d'Italia. Questa settimana vogliamo segnalarvi una vera chicca per noi amanti della birra, un libro che ripercorre le tappe fondamentali della birra in Italia. Il libro che si intitola "Birrerie storiche d'Italia" di Michele Airoldi, e per il quale vi offriamo una breve recensione di Vittoria de Buzzaccarini dal "Curioso".
"Chi la beve campa cent'anni", recitava una pubblicità: disseta, ristora, affascina e conquista i suoi amanti intrigandoli con le sue "spoglie" di cui cosparge il mondo, a piene mani, lasciando tracce ovunque. Si sta parlando della birra, delle sue lattine, dei collezionisti di birraria e di uno in particolare, Michele Airoldi, che da vent'anni si dedica al cult della bionda in questione. All'inizio si è trattato, come per molti, di raccogliere le lattine, ma il "gioco dei barattoli" non soddisfaceva appieno la totalizzante curiosità "birromane" che animava il nostro collezionista e così è nata e si è completata la raccolta dei bicchieri da birra pubblicitari delle fabbriche, che si è trasformata in due cataloghi di bicchieri della birra Moretti con 220 esemplari debitamente schedati e della Peroni con 151 bicchieri esattamente come sopra, pubblicati con la collaborazione de "Il Barattolo", l'associazione di collezionismo birraio di Genova. Ma per Michele Airoldi non bastava poiché il tarlo ammaliatore di musa birra continuava a rodere e allora è nato uno studio approfondito sulle antiche birrerie (intese come fabbriche) italiane: la Maffei di Rovereto, attiva fino al 1930, la birreria di Alleghe (che chiude nella stessa epoca) e le birrerie di Chiavenna che per un secolo (1850-1950) è stato uno dei centri italiani più attivi per la produzione della bevanda maltata. E adesso, per i tipi di Mosè edizioni, è uscito l'ultimo omaggio che Michele Airoldi concede alla sua passione birraria. "Birrerie Storiche d'Italia" narra infatti e raccoglie le vicende di undici fabbriche di birra italiane considerate storiche dall'autore perchè ancora attive dopo almeno un secolo di vita. Non racconto quali sono per non togliere nulla alla suspence dell'attesa e alla sorpresa della rivelazione, pienostica dato che si tratta per la maggior parte di lettori adepti dell'arte. Desidero però segnalare che il libro non è solo molto interessante per i collezionisti di birra - per i quali deve costituire una specie di bibbia - ma anche per chi si compiace di pubblicità e di comunicazione poiché nelle sue 208 pagine oltre alla storia, compaiono, in successione ordinata divisi per marca e sottomarca, e raggruppati per tipologia gli esampi di quanto le fabbriche hanno prodotto in manifesti, bicchieri, sottobicchieri, etichette, targhe smaltate da osteria, posacenere in ceramica e alcuni esempi molto significativi di lattine distribuite in speciali occasioni, delle marche e le relative sottomarche, il tutto debitamente didascalizzato e fotografato a colori. Un utile atlante per confronti e riconoscimenti nonché un piacevole excursus tra esempi di bella grafica.
Per ulteriori informazioni potete visitare il sito www.collezionandobirra.com , mentre per ordinare il libro in questione potete contattare lo scrittore telefonando al n° 0415903168 oppure scrivendo a micairo@tin.it Ecco le notizie di questa settimana: Nuova moda: il bambino Armani. Il mio Armani ha due anni. Ma non è un cappotto o una classica giacca uscita dall'atelier dello stilista milanese: ha appena cominciato a camminare. Stando alle statistiche federali della Social Security Administration sono sempre più numerose le mamme americane (ma anche i papà su questo fronte non scherzano) che danno ai figli neonati il nome di una griffe. È l'ultima frontiera della moda, o la moda che ha raggiunto l'ultima frontiera. Alice Hunter, di Bradenton in Florida, non ha avuto esitazioni quando è nata la sua primogenita: l'ha battezzata Chanel. Alice è una fedelissima del marchio delle C incrociate, da quando a 17 anni ha acquistato la sua prima boccetta di Allure. Quando è nata la figlia sia lei che il marito si sono fatti un tatuaggio con il logo della marca preferita. «Penso che Chanel ne vorrà uno anche lei, non però prima dei 18 anni», ha dichiarato la neo-mamma della Florida che adesso è di nuovo incinta e ci ha preso gusto: se sarà femmina, si chiamerà Dior. In principio erano J.R. (o Gei Ar dal nome del protagonista della celebre serie Dallas) e Sue Ellen. Oggi, stando alle statistiche federali, non sono solo le celebrità del grande schermo che vegliano come le fatine delle fiabe sul destino dei nuovi nati: con l'augurio che abbiano una vita ricca, piena, felice come quella che i genitori immaginano appartenga ai proprietari del nome più famosi. La banca dati della Social Security ha registrato tra i nomi più popolari di bambine neonate nel Duemila ben 353 Lexus (una marca di auto di lusso giapponesi) e 298 Armani, 269 Chanel, 25 Infiniti (un'altra marca di auto, anche questa giapponese) e 21 Loreal (il gruppo di cosmetici francese L'Oreal scritto però senza apostrofo). Tra i maschi, Armani è il nome più popolare (273) seguito da 23 Cartier, sette Dior, sei Timberland e sei Guinness, come la marca di birra. Fonte Swissinfo.org Heineken compra le azioni Tempo dalla Podhorzer. La transazione riguarda 75 milioni di dollari di valore per la Tempo Beer Industries. La negoziazione per la vendita delle azioni del gruppo Podhorzer nella Tempo Beer al gruppo Bar-Bornstein-Heineken ha fatto un sostanziale progresso, dopo che la Heineken ha dichiarato ufficialmente di voler partecipare alla vendita. La transazione incrementerà di 75 milioni di dollari il valore della Tempo. Sotto la mediazione di Ram Caspi, le parti si sono accordate per concludere la vendita entro il 31 Dicembre scorso. Come afferma l’esclusiva del “Globe”, la vendita riguarda il 42,5% della Tempo che apparteneva a Moshe Podhorzer e alla sua famiglia in termini di azioni e obbligazioni. Fonte FoodIngredientsfirst.com Le azioni della Carlsberg Okocim vengono aperte al pubblico. L’operazione è la naturale conseguenza della strategia dell’azienda Carlsberg per incrementare il capitale azionario nelle sue aziende, dopo l’85% di incremento di azioni nella Carlsberg Okocim. La Carlsberg Breweries A/S propone dal giorno di Natale un’offerta pubblica di acquisto di azioni nella Carlsberg Okocim S.A. attraverso la borsa polacca di Varsavia. Il prezzo di ogni singola azione è di 25.50 zloty e l’offerta è aperta dal 30 Dicembre 2003 fino al 16 Gennaio 2004. Infatti il 15 dicembre scorso la Carlsberg Breweries ha incrementato il capitale azionario nella Carlsberg Okocim dell’85% e l’offerta pubblica è una naturale conseguenza della strategia Carlsberg per incrementare le partecipazioni nelle più importanti aziende di birra. Il rimanente 15 per cento di capitale azionario sarà pari a 4.316.756 azioni. Fonte FoodIngredientsfirst.com La Centralcer passa alla Scottish&Newcastle. Il mercato portoghese di birra (6.260.000 ettolitri nel 2002, con una leggera flessione rispetto all'anno precedente) è controllato per il 60% dalla Unicer (Gruppo Carlsberg) e per il rimanente 40% dalla Sociedade Central de Cervejas. Quest'ultima aveva ceduto già nel 2000 il 49% del proprio capitale azionario alla Scottish&Newcastle, che di recente ha anche acquistato il rimanente 51%: così in Portogallo si è costituito un duopolio che vede contrapposti da una parte l'alleanza fra i finlandesi della Hartwall il gruppo scozzese, e dall'altra i danesi. La Scottish&Newcastle sta ora trattando con la Central de Cervejas anche l'acquisto della Sociedad de Agua de Luso, un'importante fonte di acqua minerale per la quale è stato chiesto un prezzo pari a 14 volte l'Ebitda (mentre la parte birra è stata acquistata a 9 volte l'Ebitda). Fonte Mensile "Mondo della birra" Birra Artigianale Sarà capitato a tutti voi, almeno una volta, di acquistare della birra artigianale, ovvero birra priva di conservanti e non pastorizzata, spesso detta birra cruda, e constatare che il prezzo è molto diverso dalla birra commerciale e che trovate in tutti i supermercati. In seguito ad un intervento di Agostino Arioli, ideatore del Birrificio Italiano ( www.birrificio.it ) nel newsgroup di it.hobby.birra abbiamo chiesto Lui di poterlo pubblicare integralmente, perchè ci sembra ben strutturato e chiarificatore dei costi a cui vanno incontro i piccoli artigiani della birra in Italia. "L'argomento è uno di quelli che
mi stanno molto a cuore e quindi vi dirò quello che so. La prima cosa da
dire, ovvia dal mio punto di vista, ma non dal vostro a quanto pare, è
che le piccole produzioni di qualità costano sempre molto più delle
grosse. Questo perché più produci e meno incidono i costi fissi come
buona parte della manodopera, gli ammortamenti, gli oneri finanziari, e
buona parte dei costi generali. La cura per il prodotto è inoltre molto
costosa e richiede notevole impegno di energie e di tempo. Avendo in
animo di ampliare la mia produzione ho fatto molti conti attorno
all'argomento e posso dirvi che chi produce birra da vendere in fusti o
in bottiglia ai dettaglianti o ai rivenditori, deve arrivare a circa
3.000 ettolitri/anno di produzione per offrire birra di qualità ed in
varietà (sottolineo di qualità e in varietà), che è quella che a voi
interessa, a prezzi congrui con il mercato. Per congrui intendo prezzi
in linea con piccole produzioni non italiane. Nessuno dei microbirrifici
italiani che produce birra è ancora arrivato a quel volume di produzione
e quindi non ha che due alternative: vendere la birra all'alto prezzo
che gli costa produrla più un ragionevolissimo margine di guadagno (so
per certo che nessuno di noi sta accumulando fortune e che gli eventuali
modestissimi utili vengono generalmente reinvestiti per aumentare la
qualità e la quantità), oppure, se a molti soldi a disposizione, vendere
sotto costo fino al raggiungimento della suddetta soglia. 'alternativa
che io non mi sogno di prendere in considerazione è quella di lavorare
18 ore al giorno e quindi abbassare un pochino i costi oppure di
produrre birre anonime in confezioni anonime, senza anima e personalità
cercando di mettersi nel mercato della birretta e non di creare un
mercato della NBB (Nobile Bevanda Birra). Fare qualità in Italia
significa anche spendere un fottio di soldi per far conoscere il
prodotto, non essendoci uno zoccolo duro di consumatori consapevoli.
Produrre birra artigianale in Italia è ancora molto rischioso e gli
investimenti richiesti sono notevolissimi e generano a loro volta
notevoli costi finanziari. Gli impianti sono tutti giovani e quindi
generano molti costi di ammortamento mentre gli impianti come quelli di
alcuni piccoli produttori belgi sono stra-ammortizati e tra l'altro
sarebbero assolutamente improponibili in un Italia dove un igienismo
isterico e bacchettone miete la sua messe di tributi in soldi ed energie
per mano di varie istituzioni tipo ASL e altri. Per aggiungerne un
altra, in Italia le tasse sulla birra sono incommensurabilmente più alte
di quelle che si riscontrano in altri paesi birrari. L'imbottigliamento
manuale o semi automatico costa tantissimo e si riflette sui prezzi
delle bottiglie; chi riuscirà a passare la china potrà presumibilmente
dotarsi di un costosissimo impianto automatico che consentirà di
abbassare i costi. In definitiva se il mercato crescerà, cresceranno i
microbirrifici (alcuni ahimè diventeranno simil-industriali ) e allora i
prezzi potranno scendere. Visto che la mia visione della birra è
comunque quella di una bevanda "popolare" da consumare in qualità ma
anche in quantità, spero di poter arrivare un giorno a produrre e
vendere a prezzi molto più bassi degli attuali, ma se prendete in
considerazione birre molto particolari a produzione limitata sappiate
che esistono tutte le ragioni perchè i loro prezzi rimangano sempre
alti. In definitiva voglio dirvi che sono dalla vostra parte e vi chiedo
di Agostino Arioli Birrificio Italiano ( www.birrificio.it ) Birra e Lavoro Responsabile Packaging alla Carlsberg Italia. Carlsberg Italia cerca, per lo stabilimento di Ceccano, un responsabile packaging con i seguenti requisiti: non più di 35 anni, laurea in Ingegneria chimica o meccanica, esperienza gestionale e organizzativa dei reparti di produzione industriale, conoscenza dell'inglese e del pacchetto Office. Curriculum a Carlsberg Italia spa, via Olona 102, 21056 Induno Olona (VA) o all'e-mail mailto:info@carlsberg.it?subject=damondobirra.org nel più breve tempo possibile e con l'autorizzazione al trattamento dei dati personali.
Questa settimana vi
consigliano di visitare il sito
www.birra.it un portale che risulta
essere il più cliccato del settore birrario. Ottimo il forum che
permette di avere una valida alternativa ai newsgroup spesso difficili
da utilizzare per i meno esperti. Il forum è una pizza virtuale che
permette a coloro che bevono birra, o che semplicemente collezionano
materiale birrario o infine per coloro che cercano preziosi consigli per
aprire un locale, di trovare una risposta, e spesso nuovi amici, uniti
dalla passione per la bevanda più bevuta al mondo. Le ricette di mondobirra.org
Da alcune settimane prende vita una nuova rubrica, ogni settimana vi proporremo una ricetta da realizzare con la birra. Vi ricordiamo che nel nostro portale c'è già a disposizione un ricettario, pronto e facile da stampare, all'indirizzo www.mondobirra.org/download/ricette.pdf . Questa settimana visto il periodo di feste vi proponiamo ancora una ricetta molto dolce e una ricetta con crostacei. Granchi alla birra Ingredienti per 4 persone: 600 g di granchi 15 g di zenzero 30 g di cipolla 4 spicchi d'aglio ½ cucchiaino di pepe in grani 1 anice stellato 200 ml di birra 1 cucchiaino raso di sale.
Pulite i granchi e tagliateli in porzioni. Pulite lo zenzero e
tagliatelo a fettine. Pulite e tagliate la cipolla a spicchi e pestate
l'aglio quindi mescolate tutti gli ingredienti con 1 cucchiaio d'olio.
Disponete sul piatto, coprite con una pellicola di politene lasciando
un'apertura per la fuoriuscita del vapore. Cuocete a 750 W per 4 minuti.
Servite ben caldo.
Ingredienti
Preparazione Fate pre-riscaldare il forno a 230 gradi. Setacciare insieme il sale, la farina e il lievito. Aggiungere il burro e amalgamare tutto fino ad ottenere un impasto morbido. Versare la birra poco a poco e impastare lentamente. Stendere l’impasto (spesso circa 1 cm) con il mattarello e ricavare vari biscottini. Cuocere per 10/12 minuti, finché non raggiungono un colore dorato.
Per la rubrica degli appuntamenti vi segnaliamo alcuni eventi che si terranno nelle prossime settimane.
02/01/2004 Arrivederci a venerdì 9 Gennaio 2004 per la nuova newsletter della settimana, ricca di articoli e notizie dal mondo della birra!!!
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