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Agostino Maurotto

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L'incontro che vi illustriamo in queste pagine, riguarda un hb palermitano, Agostino Maurotto, che da qualche mese si sta appassionando a quella che è un arte vera e propria, ovvero l'arte di farsi la birra in casa. Grazie anche all'amicizia di Filippo Pullara, hb da molti anni, dal lontano 1996, un vero pionere in Sicilia, e del quale parleremo in seguito, Agostino si sta impegnando a farsi la birra in casa. Con le ben note difficoltà di reperimento dei materiali, ma con molta fantasia e ingegno, si diletta da qualche tempo in questa passione, che ha già dato alla luce la prima birra, e della quale siamo ansiosi di gustarne il taste.

La ricetta che Agostino si appresta a realizzare è una Strong Scotch Ale, che con l'ausilio di ProMash e di molta fantasia, ha permesso di incontrarci e di discutere a lungo del famoso germe della birra.

Agostino ci accoglie sabato 7 febbraio 2004 a casa sua, una villetta a metà tra Palermo e Mondello. Grazie anche alla sua simpatia, ci mette subito a nostro agio, e ci parla di questa passione. Poco dopo arriva Filippo, che ci racconta la sua esperienza in tal senso, e il suo amore per le cose belle della vita, i gusti innanzi tutto.

Filippo ci racconta delle prima esperienze, e soprattutto delle difficoltà di reperimento dei materiali, il luppolo in erboristeria ad esempio, per fortuna oggi esistono canali diversi, e i materiali sono più diffusi.

Ci rechiamo nella cucina di Agostino, e si procede al peso dei materiali, nelle giuste quantità secondo la ricetta scelta. Nel frattempo si controlla la temperatura della pentola da 9 litri, aspettando che raggiunga i 65 ° C.

         

Stabilite le dosi giuste, si passa alla macinazione del malto, infatti il procedimento scelto è quello E + G.

Inizialmente Agostino prova a macinare i grani col mortaio, ma dopo poco tempo si arrende, dati i lunghi tempi e la difficoltà. Si attrezzerà al meglio in futuro, ma è anche divertente fare così, sperimentare e provare. Ovviamente Filippo propone alternative dettate dalla sua esperienze e saggezza. Ma mancano gli strumenti opportuni. Si opta per un macina caffè, che ha il difetta di polverizzare un pò troppo i grani, e quindi bisogna stare attenti a non esagerare troppo.

             

Dove finiranno i grani della ricetta? In una calza che potete vedere qui sopra. I malti utilizzati sono il melanoidin, il chocolate e lo special B provenienti da Mr Malt. Controllata la temperatura della pentola, Agostino immerge la calza, e comincia il processo di infusione, che dona all'acqua un bel colore ambrato scuro.

E si procede con la cottura, che inscurisce in pochissimo tempo i 9 litri della pentola.

        

Dopo alcuni minuti Filippo toglie fuori dalla pentola la calza, e procede ad una vera "mungitura" della stessa, e non oso immaginare il calore che sprigionasse la calza, ma la passione supera tutto!

A questo punto ci si dedica all'estratto di malto, molto caramelloso e appiccicoso, e con cura Agostino e Filippo lo sciolgono in qualche bicchiere della cotta, in un contenitore pulito.

      

Si procede alla miscelazione dell'estratto fino a renderlo il più liquido possibile, pronto da essere immerso nella pentola in cottura.

            

A questo punto si procede ad una nuova bollitura, e ci si prepara ad inserire nella pentola il luppolo che darà 'amaro alla creatura di Agostino.

Nel frattempo ci confrontiamo, parliamo della nostra passione, che ci accomuna, e che ci permetterà in futuro di incontrarci e bere ottima birra.

   

Agostino ci illustra anche lo starter, come lievito sta utilizzando il saf-ale che essendo un lievito secco in bustina, necessita di essere reidratato, in particolare, invece di fare una semplice re-idratazione Agostino ha fatto un vero e proprio starter per moltiplicare i lieviti e farli partire al meglio sui 12 litri che li avrebbero aspettati (l'og calcolato da ProMash era molto alto, 1092!, ne verrà fuori una birra molto alcolica, saremo attorno agli 8-9°). In particolare facciamo attenzione che non  si contaminino con altro.

Si è fatto tardi, dopo l'inserimento della prima garza di luppolo, Agostino inserirà la seconda garza di luppolo dopo un'ora di cottura, e facendo attenzione che la schiuma di cottura, non superi il bordo della pentola.

Ne approfittiamo per vedere dove è conservata la birra di una settimana. Agostino ha creato nel garage di casa una piccola camera in un vecchio armadio, che permette di mantenere il suo prodotto, specie prima dell'imbottigliamento, alla temperatura e soprattutto al riparo della luce. La sua vena creativa gli ha permesso di raggiungere un ottimo compromesso.

Ed ecco la birra di una settimana, di cui abbiamo un esemplare nella nostra cantina, e non attendiamo altro che poterla gustare al più presto, ma pazienza, ci vuole pazienza per gustare il prodotto al meglio.

 

          

Lo starter

 

 

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