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Birrificio Maltovivo

 

Via Fontana di fuori, 7 Capriglia Irpina (AV)

Cell. 329.84.44.525

maltovivo@maltovivo.it

www.maltovivo.it

Microbirreria di Luigi Serpe e Patrizio Monaldi. La produzione prevede Birre di frumento (hefe, dunkel, weizenbock), Dark strong Ale, Kolsch, Marzen. Le notizie su questo micro sono interessanti, coloro che hanno degustato i prodotti di Luigi, ne sono rimasti entusiasti.


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Risponde alla nostra intervista Luigi Serpe, mastro birraio del Birrificio Artigianale Maltovivo.

Se vi siete recati in passato a Pianeta Birra (Rimini), che opinione vi siete fatti dell'evoluzione di questo appuntamento. Secondo il tuo parere, l'evoluzione che ha raggiunto, va nella direzione di una concreta diffusione della cultura birraria o si sta sempre più appiattendo verso i grandi colossi multinazionali?

Pianeta birra è uno degli eventi più importanti del nostro Paese dove è possibile osservare in un’unica soluzione tutte le molteplici sfaccettature del mondo della birra. Due anni di frequentazione di questo appuntamento sono però pochi per poter avere una visione significativa della sua evoluzione nel tempo, tuttavia quello che a me pare è che si è giunti ad una rappresentazione che ormai celebra se stessa, con poche novità e forse quest'anno anche con un po’ di stanchezza.

Piccola nel  contesto ma grande e forte nel messaggio è la partecipazione dei birrai artigianali italiani con UnionBirrai. Essi apportano un contributo che per la fantasia delle proposte e per il valore del prodotto vivacizzano un settore ormai appiattito e stagnante in termini di consumo.

Conoscete eventi tipo il Salone del Gusto (ogni due anni a Torino), Cheese (ogni due anni a Bra (CN)), Expogusto a Milano? Avete intenzione di parteciparvi come espositori nei prossimi anni?

No, purtroppo non ho partecipato a nessuno degli eventi citati. Chissà, forse nei prossimi anni …….

Come è nata in Lei la passione per la birra?

Ho sempre amato questa bevanda ed è stata sempre una mia curiosità sapere come si produce. Sei anni fa mentre cercavo qualche informazione che potesse soddisfare questa curiosità, mi imbattei nel newsgroup di hobbybirra. Questo fu per me  l'inizio di un percorso che attraverso varie tappe mi ha consentito di acquisire quelle conoscenze che mi hanno oggi permesso di fare le mie birre. Desidero tuttavia sottolineare che quanto più si pensa di aver avvicinato i "segreti" della produzione di questa straordinaria bevanda, tanto più si scopre la necessità e il dovere di  colmare altre carenze di conoscenza.

Si è mai pentito di aver aperto un microbirrificio?

Le mie produzioni attuali le realizzo personalmente su un impianto non di proprietà. Per questa ragione tutte le sofferenze che ogni birraio imprenditore subisce prima e dopo il momento  dell'avviamento, fortunatamente, non mi appartengono. Tuttavia il desiderio di "partire" con un impianto come piace a me è forte e so che prima o poi dovrò patire le stesse pene.

In che modo proponete le vostre birre? Ovvero la distribuite nel vostro locale o la fornite ad altri gestori della zona?

La connotazione produttiva di maltovivo è quella di essere un microbirrificio piuttosto che un brewpub. Per questa ragione, se si vuole guardare un po' più lontano dal proprio naso è giocoforza affidare i propri prodotti ad un distributore. Questa necessità purtroppo in Italia è piuttosto asfissiante se si pensa di percorrere la strada solita. Maltovivo si è posto come obiettivo quello di costruire, magari anche piccola, una propria rete di distribuzione nella convinzione che la conoscenza diretta dei ns. clienti e la proposta diversificata di prodotti sia una chiave vincente.

Nel caso in cui lei distribuisse le sue birre in altri locali, vi preoccupate di realizzare dei corsi di formazione per coloro che poi distribuiscono la vostra birra nei locali, ovvero vi preoccupate del mondo col quale la spillano, la conservano, la servono ai tavoli, e quindi temperatura di servizio e gestione dei bicchieri?  

Il contatto diretto con il cliente è una condizione necessaria per poter trasmettere la conoscenza che il produttore ha del suo prodotto ed anche l’occasione per presentarlo nel modo migliore valorizzandone le caratteristiche.

Può parlarci di qualche abbinamento gastronomico che proponete nel vostro Brewpub, e soprattutto come nasce un abbinamento gastronomico con le vostre birre? (Nel caso in cui lei non abbia un locale con annessa cucina, come consiglierebbe di abbinare le sue birre ai piatti gastronomici?) 

In un territorio dominato dal vino con scarsa cultura birraria ci capita spesso di suggerire abbinamenti con le ns birre, specie in locali diversi dai pub.

I nostri consigli cercano comunque di interpretare sempre le tradizioni locali e, su questa base, consigliamo di abbinare per esempio la ns. Märzen (che abbiamo chiamato Phoenix) con grigliate di carni rosse saporite, la Kölsch (Tschö!) e la Weizen (Hefeweizen) con antipasti e piatti di mare, la Dark strong ale (Fahrenheit 158) con primi piatti sostanziosi a base di carne.

Fahrenheit 158 (Maltovivo)

Quale delle sue birre incontra il maggior riscontro del pubblico?

Fahrenheit 158 per la sua complessità.

Si dice che in Italia ci sia oltre un centinaio di microbirrerie e brewpub. Il fenomeno è sicuramente in crescita, ed è probabilmente un segnale di malessere nei confronti dell'appiattimento del gusto di alcune birre industriali. Il trend che si sta assestando è di per sè positivo, ma secondo il suo parere, verso quale crescita (non soltanto economica) si sta giungendo? 

In Italia, dagli inizi degli anni 90 ad oggi, sono nate numerose attività produttive che hanno avuto la birra come protagonista. Questo fenomeno probabilmente può essere interpretato come una risposta a nuove esigenze di consumo mal soddisfatte dalla monotonia e dall’appiattimento del mercato delle birre industriali.

Oggi come in un prossimo futuro, il consolidamento e la crescita di tutte questa piccole realtà si giocherà intorno alla capacità di soddisfare un consumo sempre più consapevole che chiede prodotti diversificati e di qualità.

Sa che il nostro portale si preoccupa di informare i suoi lettori dei benefici che questa bevanda possiede. E non ci riferiamo solo al basso contenuto calorico, ma anche alle ricerche di settore, che ne segnalerebbe delle virtù molto interessanti. Faccio anche a Lei una domanda a cui teniamo. In Spagna, che attualmente ha un consumo maggiore dell'Italia, è stato creato un Centro di Informazione Birra e Salute. Secondo Lei sarebbe possibile investire in tal senso anche in Italia, ovvero rendendo i consumatori molto più consapevole degli effetti benefici che ha questa bevanda, mettendo in risalto anche l'aspetto del consumo moderato e consapevole?
 

Credo sia un fatto importante divulgare la giusta informazione sui problemi di salute legati principalmente all’assunzione eccessiva di alcool. La birra, rispetto alle altre bevande alcoliche fatta eccezione per il vino rosso, ha due carte in più da giocare: il basso contenuto alcolico (generalmente) e le sostanze antiossidanti che contiene. La letteratura scientifica abbonda oramai di studi dove si dimostra l’importanza biologica di alcune sostanze presenti nella birra e dell’assunzione giornaliera di moderate quantità di alcool. Ben venga quindi una estesa divulgazione anche di tali effetti positivi.

Luigi Serpe e Kuaska

Quanto importante considera lo studio del bicchiere in cui versare la birra, ovvero la scelta del bicchiere corretto per esaltare le qualità la sua bevanda?

La scelta del bicchiere è di primaria importanza poiché infonde forza e carattere ad una birra. 
 

Ha in mente per il futuro prossimo qualche nuova creazione, o qualche specialità, che vuole anticiparci?

Si, tante. L'idea che attualmente stiamo sperimentando é quella di ottenere una birra gratificante nella bevuta e allo stesso tempo salutistica nel prodotto. Credo che oggi sia molto importante dare una possibilità di scelta a chi rinuncia a bere frequentemente una birra artigianale di qualità perché le scelte a disposizione sono troppo impegnative per un consumo quotidiano (ovviamente in termini di salute!).

Cosa ne pensa del mondo birrario artigianale, ovvero del modo col quale si sta procedendo, le scelte che si sono fatte in passato e se ha delle proposte per rendere i consumatori più consapevoli delle differenze radicali che esistono tra birra industriale e artigianale.

In tutte le attività artigianali c'è un forte rapporto tra produttore e prodotto è questo rappresenta un oggettivo punto di caratterizzazione del prodotto stesso che lo differenzia dalla “spersonalizzazione” delle produzioni industriali. D'altra parte, la produzione artigianale non può prescindere dalle conoscenze tecniche maturate sul prodotto, tant'è che in più di qualche occasione è possibile riscontare che artigianalità e estro creativo non danno di per sé una birra di qualità. Va perciò riconosciuto il merito a chi, affrontando la produzione della birra in termini industriali, ha maturato e reso disponibile una conoscenza del prodotto che i birrai di qualunque fede non devono ignorare.

La disponibilità di prodotti di qualità sempre più diversificati, nonché un’informazione che tenga viva l’attenzione sul prodotto, è il miglior modo per rendere i consumatori più consapevoli delle differenze tra birre industriali e birre artigianali.

 

Marzo 2006

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