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Tomme e la sua Couvèe

Diane
Catanzaro

Vinnie Cilurzo con la sua Supplication

Vinnie Cilurzo con Giovanni Fonti

Rob
al ZBF

Rob
Tod e le sue bimbe

Tomme e Giovanni Fonti

Adam Avery e le sue bimbe al De Heren

Adam
Avery e Giovanni Fonti

Patè alla
Westvleteren

Coda di
Maiale al De Rare Vos

L'acqua
di Kuaska

Moeder

Moeder

De Rare
Vos
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Weekend con le birre - Bruxelles, Kuaska, il ZBF e le americane!
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Giovanni Fonti |
L'ingresso del ZBF |
Kuaska e i mastri birrai USA |
Testo e Foto di Giovanni Fonti
In attesa del
report di Kuaska eccovi un racconto di chi c'era! Ebbene si, lo ammetto: il
Zythos Beer Festival mi mancava! Come anche mi mancava una cena al
Restobières. Ma essere a Bruxelles ed a Sint Niklaas in concomitanza del
tour in Belgio, di 5 tra i migliori microbirrai americani, organizzato e
condotto da Kuaska, è stata una esperienza quasi commovente.:-)).
Avevo già deciso di passare il weekend, "appesantito" però dalla mia dolce
metà, in quel paradiso degli appassionati di birre che è il Belgio. Volo
Catania-Duesseldorf, Sabato mattina 4 Marzo, noleggio auto e pranzo alla "Zum
Schluessel" in centro città, con stinco di maiale e crauti, innaffiati dalla
Alt del locale - un po' dolcina per la verità -. Poi subito direzione
Bruxelles.
Il tempo è clemente mentre Giusi non lo è affatto con me, col suo continuo
mugugnare per la mia guida, mentre ripenso che Kuaska e gli americani la
sera prima hanno inaugurato, senza di me, il tour con un pellegrinaggio, in
occasione del Festival Internazionale di Kriek e Gueze "La Notte Della
Grande Sete" a "In Den Verzekering Tagen De Grote Dorst" (all'assicurazione
contro la grande sete) a Eizeringen, una quindicina di km ad ovest di
Bruxelles, dove venerdì 3 Marzo dalle 19 in poi si erano svuotate bottiglie
di Boon, De Cam, De Troch, 3 Fonteinen, Girardin, Hanssens, Lindemans, Mort
Subite e Timmermans. Mi consolo un po' convincendomi che Domenica mattina
sarei stato lì, almeno a raccogliere i "fumi", rinfrescato però dalle
Gueze
di Girardin e Hanssens & Co. Giunti a Bruxelles in serata, abbiamo appena il
tempo di passare, attraversando la Grand Place, per il Delirium Cafè, che è
pienissimo e fumoso e dove la carta delle birre è impressionante (più di
2000 etichette!) Al banco riesco ad tracannare velocemente, dopo una lunga
attesa, una XX Bitter in ottima forma, con quell'amaro che non finisce mai e
che ho preferito in bottiglia. Ma sono già le 8,45 e ci aspetta il
Restobières.
Arriviamo in ritardo, alle 9.20: il locale si trova vicino al Palazzo di
Giustizia, a sud del centro storico. Rue des Renards è una stradina in
pendenza e il ristorante si trova all'interno di un vecchio edificio un po'
anonimo che vi si affaccia. Saliamo al piano di sopra e i miei occhi si
illuminano: non sono solo i riflessi delle pareti ricoperte di targhe e
oggetti d'epoca che Alain Fayt, cuoco e titolare del locale, ha disposto
dappertutto e che ti riportano immediatamente al passato, ma anche quei
tavoli, tutti già occupati da personaggi del mondo birrario, a me solo in
parte noti, come Yvan de Baets, Joris Pattyn, i birrai americani, i
reporter, il fotografo, il cine operatore (dimenticherò sicuramente
qualcuno) e vari accompagnatori nonché appassionati, anche italiani,
stipati in una saletta che si va facendo sempre più rumorosa ma
accogliente. In quella atmosfera particolare, da buon padrone di casa,
Kuaska ci viene incontro salutandoci affettuosamente e ci trova posto al
tavolo del fotografo del tour e di Sam Calagione (si, proprio lui, il
giovane e simpatico birraio americano della Dogfish Head). E quindi dopo la
doverosa e precisa introduzione del "Maestro" inizia la sfilza di
presentazioni delle proprie creazioni da parte di Sam Calagione e Vinnie
Cilurzo (entrambi di chiare origini italiane), Tomme Arthur, Rob Tod e Adam
Avery. Kuaska riesce a fare anche da interprete dall'inglese al francese e
all'italiano mentre ascolta, come un padre orgoglioso, i suoi "figli"
americani. Poi inizia il balletto delle seguenti portate:
Carrousel d'amuse-bouche à la bière
* * *
Fondu au Herve et sirop de Liège à la Kriek
O
Pâté maison à la Westvleteren
* * *
Carré de porcelet à la Hercule Stout, stoemp chou vert à la Chouffe
O
Carré d'agneau à l'échalote et Rulle, stoemp chou vert à la Chouffe
* * *.
Mousse au chocolat
O
Sabayon à la Kriek (caldo)
* * *
Il tutto innaffiato
dalle birre americane:
Sam Calagione/Dogfish Head Brewery:
- FESTINA LENTE 7% ABV
- FORT 18% ABV
Tomme Arthur/Pizza Port Brewing Company:
- SPF 45 SAISON 6.7% ABV
- CUVEE DE TOMME 11.0% ABV
Vinnie Cilurzo/Russian River Brewing Company:
- DAMNATION 7% ABV
- SUPPLICATION 9% ABV
Rob Tod/Allagash Brewery:
- ALLAGASH WHITE 5% ABV
- ALLAGASH INTERLUDE 9.5% ABV
Adam Avery/Avery BrewingBrewery:
- THE BEAST GRAND CRU 14.9% ABV
- SALVATION BELGIAN GOLDEN ALE 9% ABV
Alla fine Alain Fayt
passa per i tavoli con un ottimo formaggio di bruxelles alla birra,
che assaggio direttamente dal piatto
del "Principe del Pajottenland".
Io mangio tutto e bevo (pardon,
volevo dire degusto) di tutto. E' una sinfonia di profumi colori e sapori
che si fondono e però "ci fondono" visto il numero delle birre (10!), la
loro gradazione alcolica e la quantità a disposizione. Riesco tuttavia a
fare una verifica degli abbinamenti dopo una veloce degustazione. In
particolare ottime: la "Fort" 18,0% ABV (ambrata, e la cui percezione del
livello alcolico è abbassata da una buona carbonazione da un corpo non
untuoso e un fruttato di lamponi e anice che rinfresca e insapidisce) con
l'indovinato abbinamento col maiale alla Stout; la "The Beast" 14,9% ABV
(la bestia, indovinate perché si chiama così..) ricchissima e potente,
perfetta con la mousse al cioccolato; la "Couvèe de Tomme" 11,0% ABV (forse
la più complessa e ricca, invecchiata 9 mesi in barili di bourbon, rosso
borgogna, agrodolce, con la ciliegia in evidenza, ma al tempo stesso
equilibrata, una riuscita Red Flanders Kriek) buonissima con lo zabaione
caldo alla Kriek. Interessante esempio di "lambic" americano è la "Festina
Lente" 7,0 ABV, giallo opaco leggermente aranciato, il cui nome ricorda una
festa religiosa, (ovviamente non è prodotta con la fermentazione spontanea,
raggiungendo però la tipica acidità e i profumi caratteristici di una Gueze
belga). Piacevole e rinfrescante è la "Allagash White" 5,0% ABV, una blanche
speziata di coriandolo e agrumi dal corpo non acquoso, sapida e un
retrogusto piacevolmente amarognolo. La "Allagash Interlude" 9,5% ABV,
invecchiata in barili di rovere di vino Merlot, si presenta invece con un
attacco dolce, con l'alcol che sostiene un bel fruttato aspro (complice il
brettanomiceto) e un persistente finale amaro e secco. La "SPF 45 Saison"
6,7% ABV, senza etichetta, ambrato carico leggermente opalescente, presenta
i tipici profumi e i sapori delle saison:a iniziare dalla camomilla,
passando per l'arancia amara e lo zenzero e finendo con le spezie che
insieme alla CO2 solleticano naso e lingua. La "Damnation" 7,0% ABV, ricorda
invece chiaramente le classiche Strong Belgian Ale con il suo ricco,
fruttato, il corpo snello, carbonata, e resa molto beverina da un finale
molto secco e amarognolo. La "Supplication" 9,0% ABV, dall'insolita
bottiglia dall'etichetta azzurra, sta 12 mesi in barili di pinot noir e come
una riuscita agro-dolce Red Flanders Kriek mi stupisce anche per l'azzeccato
abbinamento con il fantastico carré d'agnello. Non è da meno delle altre
infine la "Salvation" 9,0% ABV, con una bella etichetta, colore oro carico,
quasi limpida, fruttata e speziata ma anche amara e al tempo stesso morbida,
con un retrogusto lungo e dolcino. Cos'altro aggiungere sulle birre? Lo farà
senz'altro Kuaska nel suo report. Ma per infierire ancora un po' su chi si
è perso l'evento dico solo che abbiamo pagato 30 euro a testa, tutto
compreso! Dopo avermi gentilmente autografato il libro (che nel frattempo ha
girato fra i tavoli riscontrando il consenso e la meraviglia di molti che
non l'avevano ancora visto) e raccontato alcune curiosità e aneddoti che
riguardavano i presenti, disquisisco con lui (si fa per dire, vista l'ora ed
il tasso alcolico in corpo) sui problemi della birra artigianale in Italia e
così rimandiamo di incontrarci l'indomani a Sint.Niklaas.
Domenica
mattina, dopo un breve giro turistico per Bruxelles (passiamo alla nuova
sede del "Bière Circus", e da "Chez Moeder Lambic", purtroppo entrambi
chiusi.
Poi ci
indirizziamo verso Eizeringen al "In Den Verzekering Tagen De Grote Dorst"
dove incontro Yves Panneels e mantengo la promessa di "farmi d'acido"
prima con una gueze Girardin, etichetta nera, servita nel bicchiere
originale, piuttosto pulita, dai profumi netti, il corpo leggero, molto
secca e beverina e il retrogusto mediamente intenso ma persistente; e poi
con una gueze di Hanssens, anch'essa nel suo bel bicchiere, più alcolica,
più ricca e intensa al naso e in bocca, più grassa ma egualmente
gratificante. Dopo aver visitato la cantina, che sembra pescare acqua
direttamente dal sottosuolo, mi impacchetto le rimanenti bimbe non
degustate, tra le quali ci sono una quasi introvabile Eylenbosch del '84 e
una del '88. Il pranzo lo facciamo al Schepdaal al "De Rare Vos" ottimo il
piatto con pancetta, salsiccia e coda di maiale condito con lo verdure varie
e patate. Ed arriviamo finalmente a Sint Niklaas, sono le 4 del pomeriggio.
Siamo dentro un edificio proprio di fronte la stazione ferroviaria. Prendo
il mio bel bicchiere e i gettoni da 1 euro per le degustazioni e nella Hall,
nell' avviarci verso un'autentica bolgia infernale, intravedo Michael
Jackson (seduto dietro ad una scrivania, su cui "giace" -è il caso di dirlo-
un bicchiere di birra semipieno) a vendere il suo libro, autografato, sulle
grandi birre belghe. Chi lo ha visto ultimamente lo ricorderà con quella sua
aria molle e gli occhi stralunati: ebbene, non è cambiato! Mi tuffo nella
calca per un giro di perlustrazione e comincio ad elencarli: ci sono quasi
tutti, sono almeno una sessantina di birrai tra i migliori del Belgio. E'
arrivata quindi l'occasione di degustare la nuova Oerbier 9,0% ABV dei De
Dolle alla spina: non mi ha però entusiasmato, mancava di acidulo, di corpo
ed era forse anche troppo fredda. Meglio riprovarla in bottiglia dopo.
Mentre completo il mio giro fotografando qua e là appare Kuaska, come deus
ex machina, dall'aria un po' stanca ma allegra, reduce da una degustazione,
disperato e al tempo stesso felice di essere riconosciuto e richiesto da
tutti. E per darmi prova della sua "potenza" mi presenta la biondissima e
calorosissima Ildegarda (che non è la Badessa di Bingen...ma ci fa comunque
omaggio della sua luppolatissima birra, prodotta credo però da Van
Steenberge). Kuaska è inseguito poi dalla televisione belga che lo vuole
intervistare, quindi si ferma per salutare, cerca di ricompattare gli
americani per la successiva degustazione delle birre americane, mi presenta
poi una simpaticissima degustatrice americana Diane Catanzaro (arrivata
seconda ad un campionato americano) di ovvie origini calabresi, che poi mi
farà omaggio di una dubbel di Rob Tod dicendomi che ama condividere le
esperienze (birrarie) con gli amici di Lorenzo..C'è anche chi, del sesso
femminile, cerca di attaccare bottone con lui mentre parliamo ma, non avendo
più l'età "scolastica", non ha nessuna speranza..:-)). Nel frattempo mi
godo una Bieken di Boelens, al miele, veramente eccezionale: bionda e
profumatissima, dolce-amara, ricca e leggera, morbida e secca al punto
giusto, equilibratissima e pienamente
soddisfacente. Mi ha un po' deluso invece la Fantome Printemps molto watery
e non molto carbonata, nonostante la complessità delle erbe e delle spezie
che c'erano dentro: ma si sa con le Fantome non si è mai sicuri di cosa
potrai trovare in bottiglia. Molto ben riuscita era la Saison d'Epautre (al
farro) di De Blaugies, fresca e dissetante e aromatica al punto giusto. Per
nulla stucchevole e alcolica la Malheur Dark Riserve di 12 gradi, peccato
che il Dark Brut era fosse già finito.
Ritorno vicino la ormai vuota postazione di Michael Jackson e Kuaska, come a
voler prendere il suo posto per mostrarci la differenza... tra la vita e la
morte.... :-)), ci fa vedere come deve essere una birra veramente
equilibrata: prende il bicchiere semipieno di M. Jackson e ....lo poggia
sulla fronte allargando le braccia!... Ovviamente viene subito imitato ma
l'epidemia viene per fortuna evitata: ci aspetta la degustazione con gli
americani. Intravedo Alain Fayt che evidentemente è interessato alle novità
birrarie. Scambio poi qualche parola con Yvan de Baets e Joris Pattyn, che
non rivedrò più. C'è anche Filip Geerts, che non può far altro però che
scattare qualche fotografia, al tavolo in fondo alla sala, dove inizia
(contrastata da hulligans belgi che intonano tutti gli stornelli conosciuti)
una presentazione delle birre americane in omaggio al Belgio. Introduce
Kuaska e fanno seguito i birrai. Poi le interviste della stessa tv
americana, che sta realizzando un reportage per gli Stati Uniti (con la
coordinazione del generoso Sam Calagione). Kuaska, che ha rifiutato di fare
da guardia del corpo a M. Jackson, viene però costretto, prima di andar via,
dalla tv belga a girare per gli stands scegliendo i più rappresentativi
(povero Lorenzo, chi sarà il suo prossimo nemico?......).
La serata si conclude con gli acquisti di rito: la XX Bitter di De Ranke, la
Den Hopperd Kameleon Ginseng, la Ondineke e la Saison d'Erpe Mere di Glaze
Toren, la Brune in (coccio) di Val Dieu, la Ichtegems Grand Cru di Strubbe,
la Gueuze di Cantillon e più non ricordo. Purtroppo l'aereo non mi permette
altro. Prendo solo, come ricordo, il bicchiere dello ZBF e si ritorna a
Bruxelles. Non chiedetemi chi guidava....
Lunedì è per me l'ultimo giorno in Belgio. Ma il destino ci permette ancora
di incrociarsi a mezzogiorno con Kuaska ed il suo gruppo a Liedekerke, al
ristorante di Joost De Four. E qui la faccio breve. Ci sono dei degustatori
danesi che bevono di tutto e anche tre italiani con la lista delle birre d'
annata consigliati dal maestro. Il pranzo è a base di una portata fredda di
varie leccornie, noi ci aggiungiamo poi il dolce più ricco della casa. Le
birre sono inizialmente quelle americane ma poi Sam Calagione decide di
lasciarne parte allo chef e quindi inizia una sequenza di gueze d'annata
veramente notevole, presentate da Kuaska, che generosamente permette anche a
me di partecipare. Poi le solite interviste e le foto di rito. Invito quindi
i birrai a farsi fotografare insieme a Kuaska con le bottiglie in mano e poi
con me per una foto ricordo. Prima di andare via e congedarci visitiamo la
cantina del ristorante e convinco Joost di vendermi una Dulle Teve del '98
da 75 cl. Per i curiosi: abbiamo pagato 20 euro a testa compreso il dolce ed
il caffè.
Nel pomeriggio ritorno in Germania a Bonn da dove sarei ripartito in aereo
l'indomani per Palermo e quindi per casa a Piazza Armerina. Mi attende però
una bufera di neve (incredibile a Marzo in Sicilia) ...; ma questa è un'
altra storia...
Marzo 2006 Giovanni Fonti
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