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Birrificio Beba
Microbirreria di Enrico Borio fondata nel 1995 che produce diversi tipi di birra: Birra di Natale (Special), Motor Oil (Lager) Toro (Lager) N.1 (European Pale Lager), Molto malto (Helles Bock/Maibock), Gilda (Lager), Grafite (European Dark Lager), Talco (Specialità), Re Magi (Lager). Le birre si possono trovare alla spina in diversi pub e anche in bottiglia. Possono anche essere assaggiate nel locale della Ass. Cult. TRAIN ROBBER'S SYNDICATE, aperto Ven. Sab. Do. dalle 20.00 alle 02.00, e che si trova al medesimo indirizzo della birreria. Impianto Cividac Scheda Impianti per microbirrifici Posizione Geografica
Intervista realizzata nel mese di Novembre 2010 Ci descriveresti della tua linea produttiva la tua birra rappresentativa, quella che ha riscontrato il maggiore interesse e la birra che ti auguri abbia un maggiore riscontro nel pubblico? La nostra birra più venduta è la Numero 1, una lager chiara di 4.8°alcool. Quella che ci ha dato un po' di notorietà è la Motor Oil, lager scura 6.8°alcool. L'ultima nata è la Santa Maria, belgian ale chiara 5°alcool, che mi auguro abbia buon riscontro. Quanti Ettolitri hai prodotto lo scorso anno (2009) e quanti presumi raggiungerai alla fine del 2010? Nel 2009 abbiamo prodotto circa 850hl, il 2010 aumenterà un pò, passeremo di poco i 900hl. In quale percentuale produci e imbottigli e quanto in fusti? 60%in fusto 40% in bottiglia L’attuale tua distribuzione avviene solo in Italia o anche all’estero? (Se distribuisci all’Estero, ci diresti anche dove e in che quantità per anno? Mercato per il 98% italiano, il 2% va negli Usa. Per Natale prevedi una birra particolare, espressamente prodotta per questo periodo o una stagionale non particolarmente natalizia? Dal 1999 produciamo "la Birra di Natale" ambrata, e dal 2003 la "Re Magi" chiara, espressamente per il periodo invernal-natalizio. Intervista realizzata con Enrico Borio durante il Salone del Gusto 2008 Intervista realizzata con Enrico Borio durante il Salone del Gusto 2004 Enrico Borio Intervista realizzata nell'Aprile 2004, risponde Enrico Borio
Se vi siete recati allo scorso Pianeta Birra, che opinione vi siete fatti
dell'evoluzione di questo appuntamento. Secondo il tuo parere, l'evoluzione
che ha raggiunto, va nella direzione di una concreta diffusione della
cultura birraria o si sta sempre più appiattendo verso i grandi colossi
multinazionali? Come è nata in Lei la passione per la birra, il noto germe della birra? Per una serie di fortunate circostanze. Fondamentale è stato vivere nel nord dell'Inghilterra per un anno. Si è mai pentito di aver aperto un microbirrificio? Assolutamente no. In che modo proponete le vostre birre? Ovvero la distribuite nel vostro locale o la fornite ad altri gestori della zona? Abbiamo il nostro locale attiguo alla produzione e forniamo fusti e bottiglie a gestori e privati. Nel caso in cui lei distribuisse le sue birre in altri locali, vi preoccupate di realizzare dei corsi di formazione per coloro che poi distribuiscono la vostra birra nei locali, ovvero vi preoccupate del mondo col quale la spillano, la conservano, la servono ai tavoli, e quindi temperatura di servizio e gestione dei bicchieri? Assolutamente si. Addirittura ci viene richiesto, dato che solitamente il gestore che sceglie di lavorare con un prodotto artigianale sa che è delicato e va curato per non sciupare le caratteristiche che lo esaltano. Può parlarci di qualche abbinamento gastronomico che proponete nel vostro Brewpub, e soprattutto come nasce un abbinamento gastronomico con le vostre birre? Una parte del nostro menù cambia tutte le settimane. Gli abbinamenti sono vari e spaziano, ad esempio, per la lager chiara dal "classico" wurstel e crauti all'"estremo" trote in carpione. Le ambrate con i formaggi, le scure con i dolci o gli sformati di verdure. Quale delle sue birre incontra il maggior riscontro del pubblico? La chiara normale è sicuramente il cavallo trainante, perché è la birra "semplice" che bevono tutti. Soddisfazioni anche dalle stagionali. Quale tra le sue birre non riscuote il successo che Lei sperava, e secondo Lei per quale motivo? Nessuna. Si dice che in Italia ci sia un centinaio di microbirrerie e brewpub. Il fenomeno è sicuramente in crescita, ed è probabilmente un segnale di malessere nei confronti dell'appiattimento del gusto di alcune birre industriali. Il trend che si sta assestando è di per sé positivo, ma secondo il suo parere, verso quale crescita (non soltanto economica) si sta giungendo? Il segnale di malessere riguarda tutto il campo alimentare. La gente preferisce consumare prodotti genuini anche spendendo un pò di più. Quanto importante considera lo studio del bicchiere in cui versare la birra, ovvero la scelta del bicchiere corretto per esaltare le qualità la sua bevanda? Il bicchiere aiuta, ma non è fondamentale. Poi ci sono birre che patiscono più di altre anche il modo di versarle o di spillarle. Ha in mente per il futuro prossimo qualche nuova creazione, o qualche specialità, che vuole anticiparci? Ogni anno proponiamo una ricetta nuova, ed è sempre una sorpresa. Cosa ne pensa del mondo birrario artigianale, ovvero del modo col quale si sta procedendo, le scelte che si sono fatte in passato e se ha delle proposte per rendere i consumatori più consapevoli delle differenze radicali che esistono tra birra industriale e artigianale. L'associazione UnionBirrai sta facendo un buon lavoro. I gestori dei micro, quando mossi da vera passione e non dal business, devono curare molto l'aspetto culturale, organizzando corsi e degustazioni. Il palato dei consumatori sarà il miglior giudice.
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Ultimo Aggiornamento: 04/01/2016 11.24 |
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