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A Busalla la più antica fabbrica di birra
Foto © Il Giornale
Due
svizzeri vi investirono la loro fortuna: l’azienda dal 1878 è arrivata a
oggi
La
birra è l'unica bevanda (e la più antica) a entrare nell'alimentazione
umana. Si fa risalire la sua produzione a 5000 anni fa, in Mesopotamia.
Anche gli Egizi furono grandi bevitori di birra, al contrario dei
Romani, che la vedevano come un prodotto del nord, frutto della
tradizione barbarica. Furono proprio questi ultimi a diffonderne in
Europa il consumo e la produzione, che venne poi perfezionata nel
medioevo, dai monaci, con l'aggiunta del luppolo. In Italia il consumo
di birra si sviluppa soprattutto dalla metà del XIX secolo in poi, ed è
proprio in questo periodo, nel 1878, che due imprenditori svizzeri
decidono di aprire
a Busalla la prima fabbrica di birra italiana. Si chiamavano Pomer e Rau
e comprarono il terreno dove ancora adesso sorge la «Premiata Fabbrica
della birra di Busalla».
Le cronache di allora dicono che il basso costo del terreno e quello
della manodopera, indussero i due ad investire nell'entroterra ligure
per continuare quello che in Svizzera e Germania, da tempo era un
successo: appunto la birra. Dalla produzione artigianale si passò alla
produzione commerciale e legalmente, «la Fabbrica della birra» fu
costituita il 14 febbraio 1905 da tre soci fondatori e imprenditori
genovesi: il Commendator Giacomo Ricchini, il Cavalier Giovanni Bagnasco
e dall'allora sindaco di Busalla Cavalier Sisto Poggi. Ben presto lo
scetticismo generale, il quale voleva che la birra non potesse competere
con il più apprezzato e raffinato vino, cessò e nel giro di pochi mesi,
in tutta la penisola diventarono un centinaio le piccole fabbriche e il
risultato, entusiasmante, fu che l'importazione della bevanda dai paesi
nordici, calò drasticamente. Nel 1910 il Cavalier Poggi assunse il
controllo della fabbrica che prese il nome di «Fabbrica di Birra Poggi &
C.». Il successo fu una conseguenza e lo dimostra il fatto che un
venticinquesimo della produzione italiana, avveniva proprio a Busalla.
Per Genova, quella fabbrica situata sulla strada statale 226 era un
vanto ma ben presto iniziò il declino e a causa della prima guerra
mondiale, la produzione venne sospesa. Nel 1929 la crisi raggiunse il
suo vertice e la fabbrica dovette chiudere. Nel 1942 le azioni furono
comprate dalla famiglia genovese Raimondo ma al termine della seconda
guerra mondiale, l'edificio fu impiegato come ospedale dai militari
americani e in seguito la produzione venne sospesa. Quando nel 1971,
Vincenzo Raimondo morì, l'Istituto Religioso Piccola opera della Divina
Provvidenza di Don Orione ricevette le azioni in eredità ma nessuno si
occupò di proseguire nell'avventura. Col passare del tempo gli edifici
si degradarono e nel 1995, un gruppo d'imprenditori genovesi decise di
rinnovare gli immobili e riprendere la produzione con impianti
sicuramente più moderni. Adesso, come allora, i clienti sono
villeggianti e col passare del tempo, l'impegno di Lorenzo Devoto, 36
anni, uno degli attuali soci e conoscitore di tutte le birre del mondo,
ha permesso che oltre i villeggianti, intere compagnie di giovani e meno
giovani, partano da Genova e dalle riviere, per gustare i tipi di birra
artigianale prodotti. Non a caso, la fabbrica si trova in località
«Birra» e sono davvero poche le persone che, transitando per Busalla,
lungo la strada statale 226, non si fermano a bere le caratteristiche
birre di Busalla.
Sei i tipi di birra prodotta: la Muller, l'Ambra, la Rubin, la
Castagnasca, la Miele e la Rosa. La particolarità comune a tutte le
birre è che sono lavorate con ingredienti del posto; le castagne della
Val Graveglia e il miele e le rose della Valle Scrivia, danno una
profumo e un retrogusto alla birra che oltre a renderle uniche, nessuno
potrà mai nemmeno imitarle.
Fonte
Francesco Guzzardi - Il
Giornale
Luglio
2006
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