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Assobirra, manovra su accise non ci penalizzi
L'Associazione degli Industriali della Birra e del Malto (AssoBirra), si augura che vi sia un netto segnale di discontinuita' rispetto alla politica del precedente Governo, in tema di ipotesi sulle misure di correzione dei conti pubblici. Il settore auspica che il regime d'imposizione fiscale sulla birra possa essere ricondotto a livelli piu' equi ed in linea con la media dei Paesi dell'Europa continentale. Dal 2004 ad oggi, si legge in una nota, l'industria italiana della birra e' stata gia' danneggiata da ben tre aumenti dell'accisa che hanno determinato un incremento dell'imposizione fiscale sul prodotto del 68%, una delle tassazioni piu' elevate nella UE. L'attuale livello dell'accisa e' infatti di circa 2/3 volte superiore a quello vigente nei Paesi limitrofi grandi produttori di birra, quali Germania, Spagna e Francia. Di fronte al conseguente lievitare dei prezzi, provocato dall'aumento dell'imposizione fiscale che ha avuto inizio nel 2004, si e' interrotto dopo vari anni il trend positivo delle vendite di birra in Italia. La forte contrazione delle vendite nei pubblici esercizi ha quindi fortemente ridotto gli introiti IVA per l'Erario, vanificando quindi gli aumenti generati dall'accisa. Nei primi quattro mesi del 2006 le vendite sono scese ulteriormente del 5%. "Rispetto al governo precedente - commenta Piero Perron, Presidente di Assobirra -, auspichiamo un netto cambiamento di rotta da parte della compagine ministeriale guidata dal Presidente Romano Prodi, che non puo' proseguire su una strada fallimentare e controproducente. Le politiche fiscali del passato relative alla birra non sono state utili per combattere il disavanzo pubblico, ma hanno finito per danneggiare un comparto ad alto potenziale di sviluppo. L'attivita' economica del governo, quindi, deve tenere in considerazione la stagnazione attraversata del settore, il quale contribuisce in maniera significativa all'economia nazionale con un valore aggiunto di 275 milioni di euro e garantisce entrate per le casse dell'Erario di oltre 2,5 miliardi di Euro (370 milioni dalle accise), come e' stato appunto recentemente indicato in uno studio di Ernst&Young sul settore in Europa. Senza dimenticare che il comparto da' lavoro con il suo vasto indotto a oltre 133 mila persone e vanta un'importante presenza nel Meridione con ben otto impianti produttivi". L'Associazione degli Industriali della Birra e del Malto rivolge inoltre a tutti gli operatori della filiera l'esortazione a voler indicare separatamente in fattura l'elemento relativo all'accisa, in linea con quanto gia' accade nel settore dei superalcolici nonche' nella maggior parte dei Paesi europei per quanto concerne la birra. AssoBirra ritiene che il cosiddetto scorporo dell'accisa possa contribuire ad una maggior trasparenza dei fattori di costo della birra e porre in luce un elemento generato da decisioni esterne, sul quale l'industria non ha alcun potere di influenza. Fonte AGI Giugno 2006 |
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