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Birra Pedavena - Liberi di scegliere italiano Il 10 e l’11
giugno, la storica fabbrica di Birra Pedavena, situata nel
paese omonimo ai piedi delle Dolomiti della provincia di Belluno, ha
aperto i cancelli per festeggiare insieme ai cittadini e alle
istituzioni locali la ripresa della produzione dopo l’acquisizione da
parte della “Castello” di Udine. **** Alcuni dati
economici: I poeti e gli artisti parlando del vino fanno spesso riferimento allo “spirito del vino”, dando così ad intendere che dietro la semplice apparenza di bevanda alcolica si celi un vasto mondo di significati, immagini e stimoli spirituali. Se mai questa concezione potesse essere attribuita anche alla birra, sicuramente Pedavena rappresenterebbe una delle migliori “anime” italiane. A partire dalla fondazione del primo stabilimento, risalente al 1897, il nome Pedavena ha rappresentato il legame inscindibile fra un’azienda e la realtà sociale che la circonda. Tutto ha inizio con la scelta di tre fratelli, Luigi, Sante e Giovanni Luciani, originari di Canale d’Agordo (Belluno), di aprire uno stabilimento per la produzione della birra a Pedavena. E’ una scelta coraggiosa in una nazione arretrata in cui il consumo di vino supera ampiamente quello di birra, ma l’influenza di oltralpe, la particolare qualità dell’acqua della zona e soprattutto il grande spirito imprenditoriale di Giovanni permettono all’azienda di conoscere uno sviluppo eccezionale. Ma un grande ostacolo si cela dietro l’angolo. Con lo scoppio della Grande Guerra e la disfatta di Caporetto del 1917, la zona viene occupata dalle truppe austriache, che requisiscono tutte le strutture metalliche a scopo bellico. I Luciani riescono a riprendere controllo dello stabilimento solo in seguito all’armistizio, alla fine del 1918. Lo spettacolo che li attende è a dir poco desolante: al posto del birrificio trovano solo mura e macerie.
Sala Cottura Pedavena E’ in questa occasione che viene fuori per la prima volta il grande spirito dell’azienda. Invece di perdersi d’animo, i fratelli Luciani partono subito con la ricostruzione e già nel 1920 portano la produzione a 90.000 ettolitri, aggiudicandosi il secondo posto nella graduatoria nazionale dei produttori. Questa nuova spinta produttiva genera una grande crescita strutturale, con l’ampliamento dello stabilimento e l’acquisizione di nuove strutture. Nel 1928 i fratelli Luciani acquistano la Dreher di Trieste. L’ottimismo viene però presto smorzato da una serie di avvenimenti negativi, come il crollo di Wall Street del ’29, la pericolosa politica economica del Fascismo e, primo fra tutti, lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Ma anche in questa occasione, il Gruppo Luciani non sa perdersi d’animo e, con la fine della guerra, si avvia verso un nuovo periodo di prospera espansione. A partire dal 1951 il Gruppo Luciani acquista in rapida successione nuove fabbriche a Torino, Genova e Macomer. Parallelamente a questa crescita, la passione per l’arte birraia e l’impegno sociale si manifesta con l’apertura, nel 1953, dell’unica scuola per birrai maltatori in Italia, l’Istituto Professionale “Carlo Rizzarda”, attivo fino alla fine degli anni ’70. Col passare del tempo, la complessa situazione che si viene a creare nei mercati internazionali, insieme alla considerevole riduzione dei margini di profitto, portano l’azienda a dover affrontare diversi mutamenti, che si concretizzano dapprima nell’adozione del marchio Dreher come marchio unico nazionale, e in seguito nella cessione del gruppo alla multinazionale olandese Heineken. A partire dal 1974, inizia una nuova era nella storia della Pedavena. Esattamente a 30 anni dall’acquisizione da parte della multinazionale, Pedavena si ritrova a dover affrontare la più grave crisi dall’inizio della sua storia. Nel settembre del 2004, Heineken Italia annuncia l’intenzione di chiudere lo stabilimento di Pedavena adducendo motivazioni di inefficienza produttiva e limiti logistici che celano in realtà la già citata spinta alla concentrazione della produzione finalizzata alla riduzione dei costi. Ma questa scelta non tiene conto di un fattore importante. Pedavena è molto più che una semplice “fabbrica di birra”, una struttura produttiva soggetta alle leggi di mercato. Con più di un secolo di esistenza, Pedavena è un’istituzione, un patrimonio italiano da preservare. Inoltre Pedavena è un microcosmo, una realtà insita nel territorio di cui fa parte, un piccolo mondo che lega l’intera popolazione. La risposta si fa quindi sentire nei mesi successivi, con forti prese di posizione da parte di tutti i cittadini e dei politici, che arrivano fino al Parlamento Europeo. Questa reazione permette di ottenere una proroga della chiusura dello stabilimento fino al settembre del 2005. Il caso Pedavena viene portato alla ribalta nazionale, con ampi articoli su quotidiani e network, nonché con la fondazione di un Comitato Birreria Pedavena per promuovere iniziative contro la chiusura a livello internazionale. Grazie a queste pressioni, nel febbraio del 2005, Heineken affida all’UBM di Unicredit la vendita dello stabilimento. L’ottimismo cresce, mentre la birra continua ad ottenere importanti riconoscimenti internazionali a riscontro della qualità. Ma la situazione sembra non riuscire a sbloccarsi: alle 9.12 del 29 luglio, esce dal reparto confezionamento l’ultima bottiglia di birra. Il 30 settembre 2005 la sirena della Birreria di Pedavena, che per più di un secolo ha scandito il tempo del piccolo paese in provincia di Belluno, si appresta a suonare per l’ultima volta. Ma nel frattempo si affacciano sul mercato due potenziali acquirenti. La trattativa continua, complicatissima, per tre lunghi mesi. Finalmente, il 10 gennaio 2006, viene ufficializzata la rinascita: Heineken cede la Birreria Pedavena a Birra Castello Spa. Si tratta di una grande vittoria per l'Italia intera; molti italiani, in questi due anni difficili, avevano hanno supportato attivamente la preservazione di Pedavena grazie anche alla nascita su internet di un grande movimento d’opinione che poi si è allargato oltre confine. A sostegno della “causa Pedavena” sono state raccolte attraverso il web 27.000 firme da tutto il mondo. Il 4 aprile 2006 la sirena della Birreria torna a scandire la vita del paese, decretando un nuovo inizio per Pedavena e un nuovo ciclo nella storia della birra italiana.
La prima etichetta della nuova gestione: Prima Cotta In questo alternarsi di eventi, positivi e negativi, Pedavena ha sempre saputo mantenere l'altissimo livello qualitativo nella produzione della birra. Queste prestazioni sono state in più occasioni evidenziate dai premi che le birre prodotte nello stabilimento si sono aggiudicate, anche nei periodi difficili. Premi che sono arrivati anche in paesi storicamente estimatori di birra, come l'Inghilterra e gli Stati Uniti. Con il suo 100% di italianità, Pedavena è sempre prodotta seguendo l'antica ricetta, con l'acqua cristallina delle Dolomiti, il luppolo profumato ed il lievito purissimo. Fonte
Comunicato Giugno 2006 |
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