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Preoccupazione per rischio terzo aumento Accisa

 

Roma - AssoBirra , Associazione degli Industriali della Birra e del Malto, esprime la propria viva preoccupazione per il rischio che, per la terza volta in meno di due anni, l'accisa sulla birra possa subire un ulteriore gravosissimo aumento, vicino al 20 %.

« Non va dimenticato - spiega il Presidente di AssoBirra Piero Perron - che la birra è già stata duramente colpita con due diversi rincari dell'accisa, rispettivamente nel gennaio 2004 (14%) e nel marzo 2005 (24%), in occasione dell'adozione del cosiddetto ‘pacchetto competitività'. Già oggi l'accisa sulla birra in vigore in Italia è tra le più alte dell'Europa a 25: addirittura quasi il triplo rispetto a quella applicata in Spagna e Germania, Paesi tra i più grandi produttori birrari. Inoltre, l'aumento delle accise varato nel marzo scorso ha particolarmente discriminato la birra, il cui aumento è risultato 5 volte superiore rispetto a quello adottato per i superalcolici (4,7%), dai quali la birra si differenzia non solo per il suo basso tenore alcolico ma anche per le modalità di consumo prevalentemente associate ai pasti ».

AssoBirra denuncia come ci si ostini a penalizzare un'industria in già grave difficoltà che ha registrato nel 2004 un calo delle vendite del 2% e il cui mercato si è ulteriormente contratto nel corso dei primi 10 mesi del 2005, con una perdita di 90 milioni di litri rispetto al corrispondente periodo del 2003. Tale contrazione delle vendite, inoltre, ha parzialmente vanificato per le casse dello Stato l'atteso aumento di entrate e, prendendo in considerazione anche i gettiti Iva, Irap, IRPEG e le imposte sul reddito dei lavoratori del comparto e del suo considerevole indotto, già nel 2004 si è verificata una rilevante perdita netta per l'erario.

« Quello della birra e del malto - prosegue Piero Perron - è un comparto industriale presente nel Paese da quasi due secoli, operante con 17 impianti produttivi, 8 dei quali nel meridione. L'industria italiana della birra, inoltre, è un'importante fonte di reddito anche per la produzione agricola del Paese, poiché consuma tutto l'orzo da birra prodotto in Italia e mais di produzione interamente nazionale. In base a un recente studio internazionale concernente l'impatto del settore birrario sulle economie dei singoli Paesi europei, l'occupazione indiretta generata dal comparto in Italia equivale a 133.000 posti di lavoro, di cui 120.000 nel settore della ristorazione e ricettività. Come già altre volte sottolineato, ribadiamo che l'aumento di accisa, oltre a non produrre gli attesi effetti sulle entrate fiscali, concorre a creare un contesto sfavorevole agli investimenti industriali nel Paese con inevitabili ripercussioni sugli acquisti di materie prime agricole e sul vasto indotto a valle della filiera; comporterebbe, inoltre,inevitabili aumenti dei prezzi di vendita della birra, penalizzando il consumatore finale ».

Fonte: Assobirra

 

Dicembre 2005

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