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Degasizzazione della birra

Non è l'uovo di Colombo. Forse è il metodo che mostra di avere efficacia sul contenimento degli effetti prodotti dall'alcol nelle persone. Consiste nell'eliminazione dell'anidride carbonica, la CO2, dalle bevande. L'interessante proposta è di Luigi Stecca, appassionato gestore di una birreria-pizzeria di Rovigo. Il Gigi, com'è conosciuto da tutti, ha studiato il modo per eliminare l'effetto sballo delle birre. Il maestro di mescita Stecca, domani alle 22 presenta la sua teoria al bar Zelig di Monselice. La serata è organizzata dall'associazione I Giovani per Monselice. La sfida contro l'effetto alcol di Stecca è cominciata venti anni fa, cioè ben prima della patente a punti. Il suo ragionamento parte da un principio chimico. È noto che in fase di imbottigliamento, per garantire la miglior conservazione della birra , viene aggiunta alla bevanda una certa quantità di anidride carbonica. La quantità varia in relazione all'azienda di produzione. Il gas, gradevole al palato con le sue bollicine, quando viene ingerito innesca due meccanismi negativi: inibisce le papille gustative, per cui non sempre si apprezza il sapore della birra ed è un velocissimo conduttore dell'alcol nel sangue. Un processo che determina l'alterazione etilica che è la causa prima di tanti incidenti stradali. Stecca ritiene che il sistema più semplice per togliere il gas è tutto nella mescita che deve essere lenta per la birra alla spina; con lieve rotazione nel bicchiere per quella in bottiglia. «Con il tempo il nostro gestore ha affinato sempre più le tecniche di mescita della bevanda - ha detto Andrea Tasinato, consigliere comunale di An, che ha collaborato all'organizzazione dell'iniziativa - tanto da brevettare un bicchiere speciale, che permette la degasizzazione della birra . Le tesi di Stecca sono state avvalorate da test effettuati in collaborazione con la polizia e l'ospedale civile di Rovigo, con analisi del sangue e utilizzo dell'etilometro. I dieci volontari-cavie, dopo aver bevuto più di un litro di birra trattata con il metodo Stecca, hanno fatto registrare valori di alcolemia molto al di sotto della soglia prevista dalla legge». Ma tutto questo serve a ridurre il rischio di sospensione di patente di guida o è un modo di educare al bere?

Fonte: Orfeo Meneghetti da Il Gazzettino

Dicembre 2005

 

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