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Assobirra - Comunicato stampa

A seguito dell’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del decreto legge inserito nel Pacchetto Competitività che prevede, tra l’altro, un grave aumento dell’accisa sulla birra, AssoBirra, l’Associazione degli Industriali della Birra e del Malto– espressione di un comparto industriale presente nel Paese da quasi due secoli – rileva con estrema preoccupazione come uno strumento concepito per dare nuovo impulso all’economia nazionale vada invece a penalizzare fortemente un prodotto per la massima parte italiano incrementando del 24% le tasse che  gravano sulla birra.

Il comparto, infatti, con 18 impianti produttivi fra produzione di birra e di malto, 8 dei quali attivi nel Mezzogiorno, utilizza orzo distico coltivato su 43.000 Ha del Paese e trasforma 550.000 quintali di mais italiano per una produzione annua di 13,7 milioni di ettolitri (dati 2003) e con circa 25.000 occupati tra diretti e indiretti.

A fronte di ciò, il settore birrario, per sua parte, contribuisce già in modo considerevole alle entrate dello Stato, con 281 milioni di Euro derivanti dall’accisa sulla birra e circa 550 milioni di Euro derivanti dall’Iva sul prodotto (dati 2003).

Va rilevato, inoltre, che a partire dal 1° gennaio 2004, il comparto birrario italiano è già stato fortemente penalizzato da un aumento dell’accisa, pari al 14%, facendo sì che il livello di quest’imposta sulla birra, nel nostro Paese, sia tra i più alti dell’Europa a 25. Addirittura quasi il triplo (280%) rispetto a quello applicato in Spagna e Germania, Paesi tra i più grandi produttori birrari europei.

A seguito di tale tassa, inoltre, il settore birrario ha rilevato, nel 2004, una contrazione del proprio mercato pari al 4,5% rispetto alle vendite dell’anno precedente, e questa grave flessione è continuata anche nel primo bimestre 2005, segnando la perdita di un ulteriore 10% (111.000 Hl in meno rispetto allo stesso periodo del 2004).  Tale contrazione delle vendite ha, quindi, vanificato per le casse dello Stato l’atteso aumento di entrate e, prendendo in considerazione anche i gettiti Iva, Irap, IRPEG e le imposte sul reddito dei lavoratori del comparto e del suo considerevole indotto, si è verificata già nel 2004 una rilevante perdita netta per l’erario.

 

L’industria italiana della birra, quindi, ritiene incomprensibile – con tali premesse – riproporre a distanza di soli 14 mesi un nuovo rilevantissimo aumento delle imposte, in quanto contrasterebbe con gli obiettivi stessi del Pacchetto Competitività, il cui scopo primario è il rilancio dell’economia del Paese.

AssoBirra, quindi, chiede l’immediata revoca di tale ulteriore aumento, che rischia di creare un contesto sempre più sfavorevole agli investimenti industriali nel Paese e di mettere a repentaglio la sopravvivenza stessa dell’intero settore.

Fonte Comunicato stampa www.assobirra.it

Marzo 2005

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