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I topi e la birra

Secondo uno studio di ricercatori del dipartimento di psicologia dell'Università della Florida, i bevitori accaniti di birra dovrebbero imparare dai topi, che sono in grado istintivamente di gestire o ridurre il proprio consumo di calorie quando indulgono eccessivamente nelle bevande alcoliche. I ratti, in poche parole, sanno quando è il momento di smettere di bere, per esempio dopo una quantità equivalente a due o tre bicchieri per un essere umano. La maggior parte degli uomini, invece, ignora questo stesso istinto, cosa che produce gravi disturbi alimentari. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista "Pharmacology, Biochemistry and Behaviour".

"Il comportamento degli esseri umani è complicato - spiega lo psicologo Neil Rowland, che ha studiato i meccanismi neurali dell'obesità e dell'abuso di alcool - perché siamo bombardati da fattori sociali e di marketing che ci mettono di fronte al cibo in ogni momento. A volte è difficile dire di no".
Ma se le persone sembrano coscienti degli effetti che l'alcool ha sulla loro sobrietà, sembrano ignorare volontariamente quelli sulla linea. Oltre cinquant'anni fa, alcuni ricercatori avevano già notato che gli Americani tendono a pensare alle bevande alcoliche come a una droga, non come a una fonte nutritiva.

Gli scienziati hanno monitorato il consumo di cibo, di fluidi e di alcool di sei ratti maschi e cinque femmine, nel corso di diversi giorni, in tre esperimenti separati. I risultati suggeriscono che - a differenza degli uomini - i ratti tengono conto istintivamente dell'aspetto nutritivo di ciò che bevono. Gli animali bevevano l'etanolo che i ricercatori davano loro soltanto se non era disponibile nient'altro, e in ogni caso con moderazione: non proprio un comportamento simile a quello degli avventori di un pub.

Fonte: Le Scienze on line


Febbraio 2005

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