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Dal Gazzettino: Pedavena.. e adesso?

Adesso è ufficiale. L'Heineken ha deciso di vendere lo storico stabilimento di Pedavena e per farlo ha incaricato l'UniCredit Banca Mobiliare (UBM) banca di investimento del gruppo UniCredit. Fino ad ora quella della multinazionale olandese sembrava solo una promessa che in molti ritenevano potesse non essere mantenuta. Che la Birreria nata 108 anni fa chiudesse il prossimo 31 luglio e che il marchio olandese avesse deciso di andarsene dal Bellunese in settembre, era cosa ormai assodata, si trattava di capire se lo stabilimento dovesse rimanere sbarrato o potesse ritornare in vita in tempi brevi. Ieri la notizia dell'incarico all'UBM. «Mantenendo così - spiegano da Milano l'impegno di Heineken Italia, assunto formalmente, di favorire la cessione del sito produttivo attraverso soluzioni che abbiano caratteristiche di affidabilità e stabilità nel tempo, a salvaguardia del patrimonio storico rappresentato dallo stabilimento di Pedavena. Questo impegno è stato assunto da Heineken Italia sin dal momento della comunicazione della decisione di lasciare Pedavena (settembre 2004) e dell'accordo sindacale raggiunto con le parti sociali a dicembre 2004. In ogni caso si intende favorire la continuità e lo sviluppo dell'attività dello storico locale "Birreria Pedavena" che è il fulcro importante dell'attrattiva turistica dell'area. La decisione di spostare la produzione di Pedavena in altri stabilimenti del Gruppo Italia (Comun Nuovo, Massafra, Messina, Pollein, Assemini), è legata alle condizioni dell'impianto e all'ingresso di grandi concorrenti internazionali nel mercato italiano della birra». Strategie aziendali che non convincono fino in fondo nè i sindacati e neppure gli enti locali visto che la multinazionale olandese, affidando l'incarico alla UBM, non ha specificato che dentro gli storici capannoni pedavenesi in futuro si debba necessariamente produrre birra. «Per ora è prematuro - ha spiegato ieri Carla Sacchi dell'ufficio stampa Heineken di Milano - cercheremo di capire grazie ad UBM come si possa muovere il mercato, ma non è detto che il futuro dello stabilimento sia legato necessariamente a doppio filo alla birra». Il Gruppo Heineken è presente in Italia dal 1974 quando ha acquisito la Dreher Spa. Nel 2003 il fatturato italiano lordo è stato di 1,1 miliardi di Euro. Negli stabilimenti della Penisola lavorano 3.168 persone. Nel mondo la multinazionale è presente in 65 paesi con 115 fabbriche. L'utile netto del 2003 è stato di 798 milioni con la vendita di 109 milioni di ettolitri.

Alessandro Tibolla - Gazzettino

Febbraio 2005

 

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La notizia ufficiale giunge il 22 settembre scorso: Heineken chiuderà la fabbrica di Pedavena il 31 dicembre 2004. Ben presto lavoratori, cittadini, rappresentanti politici si mobilitano e organizzano, per l'11 di ottobre, una trasferta a Milano dove manifestare la propria ferma contrarietà nei confronti di una decisione che incrinerebbe il futuro occupazionale di una novantina persone e anche il domani di un sito storicamente unito al paese di Pedavena e al comprensorio intero. Da questo momento vengono avviate numerose iniziative; ad esempio l'invio di lettere e documenti, la nascita del sito www.birreriapedavena.info, il volantinaggio. E poi l'avvio di quella petizione che, ad oggi, conta ben 42 mila firme. Si giunge così al 3 dicembre. Giorno in cui viene sottoscritto l'accordo sindacale, considerato buono, e in cui si decide di posticipare la data di chiusura al 30 settembre 2005. Con l'impegno, da parte di Heineken, di agevolare la cessione della struttura a un produttore di birra. Ma l'azienda pare prendere tempo. Troppo. Parte così un battage mediatico, nasce il Comitato, il Feltrino si compatta.

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