Salone del Gusto riecco i sapori del vero Piemonte
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Salone del Gusto riecco i sapori del vero Piemonte
Dal Piemonte con sapore. Ci sono l'agnello
Sambucano, il cappone di Morozzo e il coniglio grigio di Carmagnola, il
cardo gobbo di Nizza Monferrato e la rapa di Caprauna, la robiola di
Roccaverano e la tuma di pecora delle Langhe, la tinca di Poirino e il
moscato passito di Strevi. E questi sono solo alcuni dei presìdi, ossia le
oasi individuate da Slow Food come piccole produzioni locali in
difficoltà, ma grandi per espressione di qualità e di cultura materiale.
Assieme a loro ci sono i laboratori del gusto, gli itinerari a spasso per
le leccornie alimentari e storico-artistiche della regione, centinaia di
stand a rappresentare in modo capillare la ricchezza enogastronomica
piemontese. Tutto questo è solo uno spicchio di ciò che sarà il Salone del
Gusto, il villaggio globale del cibo organizzato da Slow Food e Regione
Piemonte dal 21 al 25 ottobre al Lingotto di Torino. Uno spicchio
importante, però. Innanzi tutto perché il movimento Slow Food è nato
proprio da queste parti, a Bra. E se poi si è allargato a macchia d'olio
in tutto il mondo, non ha perso le sue origini di buon piemontese, che
bada al sodo pur sapendo pensare in grande. Un po' tutta la regione ha poi
seguito questa intuizione di Carlo Petrini, scoprendo presto che le
possibilità di sviluppo turistico, ambientale e produttivo passano proprio
dalla riscoperta delle proprie radici contadine, fatte di tradizioni
agroalimentari ed enogastronomiche straordinarie, che quando vengono
conosciute (e non sempre questo accade) sono poi invidiate da tutti. Così,
sarà una vera e propria invasione di cibi e vini nostrani quella che
conquisterà per cinque giorni gli spazi della più grande bottega
alimentare d'Italia. Oltre ai 24 presìdi, in programma ci saranno 39
laboratori del gusto, dove migliaia di visitatori potranno conoscere
l'eccellenza della produzione artigiana piemontese. Se una lezione è
dedicata al «1997, l'anno del Barolo» con degustazione di sei vini di
differenti zone, un'altra mette insieme i formaggi blu d'Europa con il
Pelaverga del castello di Verduno e il Moscato passito della valle
Bagnario di Strevi. E se promette una certa originalità il confronto tra
animali da cortile come la gallina bianca di Saluzzo e il coniglio grigio
di Carmagnola, «Il quinto quarto» farà scoprire le parti meno conosciute
di carne bovina di razza piemontese. Di razza sono anche i caprini
protagonisti di un altro laboratorio: quello dedicato alla robiola
classica di Roccaverano e al cevrin di Coazze. Non mancano degustazioni di
bagna cauda a base di cardi, peperoni e rape, di salami delle valli
tortonesi e della celebre birra del Baladin di Piozzo. Ma il Salone quest'anno
vuol essere innanzi tutto un mercato, ossia un luogo dell'incontro, dello
scambio e dell'aggregazione sociale. Per questo nel grande Mercato del
Buon Paese, tra i cinquecento espositori italiani e stranieri, molti
saranno targati Piemonte. Impossibile elencarli tutti: il consiglio è
armarsi di cartina, appetito e buona volontà e andare alla scoperta dei
Krumiri Rossi di Casale Monferrato o dei formaggi Arbiora di Bubbio, della
pasticceria Jeantet di Biella o del Mulino Sobrino di La Morra, dei baci
Barbero di Cherasco o dei cioccolatini Gobino e Peyrano di Torino, dei
formaggi Guffanti di Arona o di quelli Buratti di Intra, dei gelati
Menodiciotto di Torino o del riso Acquerello di Livorno Ferraris. Se non
si è ancora sazi, si potrà salire in pullman e scoprire, con 14 itinerari
in partenza dal Lingotto, tutto il gusto e la cultura che il vecchio
Piemonte gelosamente conserva.
Ottobre 2004 |