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Birra Peroni con il fiato sospeso fino a Natale

 

La Peroni chiude a Natale. Queste, almeno, le intenzioni dell’azienda che nei giorni scorsi ha annunciato la decisione e il conseguente avvio della procedura per la mobilità dei lavori di Miano. Un iter che, secondo la legge, porterebbe proprio fino al 22 dicembre.

Sono 152 operai che rischiano di finire disoccupati, nonostante l’attività dello stabilimento napoletano, il buon livello di produttività che è riuscito ad esprimere fino a questo momento, nonostante le rassicurazioni e l’accertamento dello stato di buona salute della Peroni di Miano, rilevato dall’azienda stessa da luglio, fino ai primi giorni di ottobre 2004. Poi, invece, l’8 ottobre la decisione di chiudere lo stabilimento e mettere in mobilità i dipendenti. Una scelta che lavoratori e sindacati rifiutano e per contrastare la quale sono previste numerose iniziative e manifestazioni, promosse dai sindacati confederali e delle sigle direttamente coinvolte nella vertenza.

«Quello dell’azienda è un atto inaccettabile – dice Carmine Perino, segretario generale Flai Cgil di Napoli – verso il quale continueremo ad opporci. In cantiere ci sono scioperi e manifestazioni che vedranno coinvolti non solo i lavoratori dello stabilimento di Miano, ma tutti i cittadini».

Dopo le due ore di astensione effettuate questa settimana, per martedì prossimo è previsto un nuovo sciopero di 4 ore e una fiaccolata per le strade limitrofe allo stabilimento napoletano, che coinvolgerà tutto il quartiere Miano. «Quello dello stabilimento di Miano rappresenta solo il primo di una serie di provvedimenti adottati dalla Sab-Miller, la multinazionale che ha acquistato il marchio – prosegue Perino – che potrebbe allargarsi anche agli altri tre stabilimenti italiani. Questo timore è stato oggetto di discussione anche del coordinamento nazionale, durante il quale si è cominciato a parlare di una vera e propria vertenza nazionale per quanto concerne gli stabilimenti della Birra Peroni».

I sindacati rifiutano la decisone della chiusura dello stabilimento di Miano e continuano a definirla illegittima, considerando il livello di produttività, di qualità del prodotto, che da anni caratterizza la birra di Miano. «L’azienda, di recente, aveva addirittura annunciato investimenti per lo stabilimento di Miano – dice Ersilio Di Matteo, segretario generale Fai Cisl – poi, l’8 ottobre, decide la chiusura. Un comportamento questo che, ovviamente, ha indignato i sindacati. E siamo pronti a mettere in campo tutte le iniziative che riterremo opportune per rilevare il nostro dissenso. Abbiamo intenzione, inoltre, di coinvolgere anche tutti i cittadini perché, soprattutto nel caso di Miano, la questione non riguarda soltanto lo stabilimento in sé, ma l’intero quartiere».

Un intero quartiere per il quale la Birra Peroni rappresenta uno dei simboli positivi, di produttività e di occupazione, dentro e fuori lo stabilimento. «A rischio non ci sono soltanto i 152 posti di lavoro dei dipendenti Peroni, ma anche tutti quelli in qualche modo legati all’indotto – spiega Emilio Maggese, segretario generale Uila Uil di Napoli – che gravitano intorno a quell’azienda da anni».

La Peroni di Miano resta aperta, si continua a produrre birra, mentre ci si interroga sui motivi che hanno spinto i vertici aziendali a decidere per la chiusura. «Da noi è stato raggiunto il massimo della produzione fattibile – dice Pasquale Santoro, della Rsu – quello di Miano è lo stabilimento che rende di più di tutti gli altri e ha reso tanto da creare le condizioni utili per salvaguardare anche le altre produzioni. Eppure, nonostante ciò, nonostante il fatto che la nostra birra abbia, per esempio, sempre superato la sufficienza per quanto riguarda la qualità del prodotto, si vuole fermare tutto». Una ipotesi questa considerata inaccettabile dai sindacati che lamentano anche la scorrettezza dei vertici della Sab-Miller la quale, senza tener conto dei sindacati, hanno reso nota la decisione. «È necessario aprire un tavolo di confronto con la presidenza del consiglio dei ministri e con il ministro Marzano, a questo punto – dice Luigi Petricciuolo, della segreteria Cgil di Napoli - perché si facciano garanti del rispetto delle procedure sindacali nelle vertenze che riguardano molte realtà industriali del sud e quindi anche della Peroni di Miano. La discussione a questo punto deve essere affrontata direttamente con il governo e inserita in un contesto provinciale e regionale».
 

Fonte L'Articolo

Ottobre 2004

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