Viva la Birra... inviami una mail

In lotta per salvare la nostra Miano da bere

 

 

Iscriviti alla newsletter

L'indice degli argomenti

Come si spilla la birra?

Come si degusta una birra?

Dossier Birra e Salute

© 2002 - 2014 - Tutti i diritti sono riservati, è vietato copiare senza autorizzazione queste pagine.

info@mondobirra.org

L'indice delle notizie

In lotta per salvare la nostra Miano da bere

La città si stringe attorno ai lavoratori della Birra Peroni. Sindacato, forze politiche, semplici cittadini, operai di altre fabbriche in crisi, giovani e disoccupati fanno pervenire ai 152 addetti dello stabilimento di Miano le loro testimonianze di solidarietà per una decisione che viene considerata “immotivata” e “pericolosa” per le conseguenze di carattere sociale che rischia di provocare. Ieri un centinaio di lavoratori ha dato vita ad un sit-in dinanzi alla sede della Rai di Napoli. Lo sciopero di otto ore ha registrato una adesione totale. Oggi i rappresentanti delle Rsu dello stabilimento di Miano saranno ascoltati dalla commissione lavoro del consiglio comunale di Napoli. Il presidente dell’assemblea, Giovanni Squame, assicura che «il Consiglio Comunale di Napoli non mancherà di esprimere con un atto politico la solidarietà ai lavoratori della Birra Peroni che vedono minacciato il proprio posto di lavoro a seguito dell’annuncio della chiusura dello stabilimento di Miano». «Una prima valutazione sulle iniziative proprie che l’organo politico può e deve intraprendere per la salvaguardia dei livelli occupazionali nella difficile realtà dei quartieri a nord di Napoli - precisa Squame - sarà fatta nella Commissione consiliare competente e ciò a prescindere dalle autonome iniziative dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali che li rappresentano». «Le forze politiche unitariamente - continua Squame - sapranno offrire ai lavoratori l’ancoraggio dell’iniziativa nei confronti delle istituzioni che più del Comune possono dissuadere l’azienda dal proposito di abbandonare Napoli. In tal senso già il Consiglio Comunale di Napoli approvò un documento predisposto dal consigliere Ambrosino che può costituire la base per costruire la più ampia unità nell’interesse della salvaguardia dei livelli occupazionali in città e per evitare che una storica presenza produttiva napoletana chiuda definitivamente i battenti». «È uno stillicidio. Napoli e la sua provincia stanno subendo un processo di impoverimento e di deindustrializzazione inaccettabile - sottolinea il senatore di Rifondazione Comunista, Tommaso Sodano - e la minaccia di chiusura dello stabilimento della Birra Peroni di Napoli rappresenta una sconfortante conferma». «Il ministro del lavoro - aggiunge Sodano, che ha presentato un’interrogazione a Maroni.- ci dovrebbe spiegare in che modo siano stati utilizzati i fondi pubblici per le ipotetiche ristrutturazioni industriali avvenute negli ultimi dieci anni alla Peroni. Non è pensabile che ancora una volta le imprese ricalcano un clichet uguale e drammatico per molte crisi industriali: si accaparrano i soldi pubblici, per poi trasferire altrove, magari all’estero, le attività». «Il governo Berlusconi - secondo Sergio D’Antoni - è diventato ormai un governo “leghista”, visto che ha completamente abbandonato il Mezzogiorno al suo destino. È il responsabile principale della fuga di massa delle industrie localizzate nel Mezzogiorno. Lo dimostra l’assoluta indifferenza nei confronti sia della chiusura a Napoli dello stabilimento Peroni, sia nel caso della Ixfin di Marcianice, l’ex Olivetti che fa schede elettroniche per Merloni, Marelli, Marconi». «In Campania ed a Napoli si sta creando una polveriera - sottolinea l’ex leader della Cisl - Che cosa fanno i ministri Marzano e Maroni? Lo sanno che in queste zone la disoccupazione sfiora il 70 per cento della popolazione? Le vicende della chiusura della Peroni e della Ixfin testimoniano l’assenza totale di una politica industriale nel nostro paese. La Peroni rappresenta un punto di riferimento per un quartiere ed un territorio di Napoli in forte crescita demografica e urbanistica, dove ci sono però problemi di degrado, lavoro nero, precariato, microcriminalità. La chiusura dello stabilimento, tra l’altro tra i più produttivi d’Italia, non può che aggravare questa situazione».

( Fonte L'Articolo )

Ottobre 2004

© 2002 - 2016 Tutti i diritti sono riservati. I marchi registrati appartengono ai rispettivi proprietari