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«Ma quale crisi del settore! Vogliono abbattere i costi»

«Il Feltrino non può rinunciare a questo stabilimento. Se analizzata dal punto di vista occupazionale la situazione va assolutamente fatta rientrare. E in questo senso andremo avanti sostenendo tutte le strade praticabili che possano portarci a una via d'uscita. Cercheremo di instaurare una linea d'azione il più efficace possibile, anche con le istituzioni locali». Unanime il parere dei rappresentanti sindacali che ieri nel primo pomeriggio, dopo l'incontro avuto in mattinata nella sede bellunese di Assindustria con la proprietà, si sono recati allo stabilimento di Pedavena. «Tutte le motivazioni portateci da Heineken a giustificazione della chiusura di Pedavena - affermano i portacolori Cgil-Flai regionale Roberto Montagner, provinciale Valerio Costa e dello stabilimento di Pedavena Davide De Martini Bonan - le abbiamo smontate punto per punto. Come ad esempio il fatto dell'esistenza di una presunta crisi nel mercato della birra. Il vero problema è che la globalizzazione della produzione porta inevitabilmente all'abbattimento dei costi e alla riduzione degli stabilimenti operativi. A discapito dell'occupazione e anche, al contempo, della qualità. Si pensi che la birra prodotta a Pedavena riceve puntualmente, anno dopo anno, significativi riconoscimenti internazionali». «Quel che è peggio - aggiungono i portavoce Cisl-Fai regionale Leonardo Ceradini, provinciale Riccardo Bernard e dello stabilimento di Pedavena Roberto Turrin - è che la Heineken non sembra nemmeno disposta a una possibile riconversione a una produzione del tipo "alta qualità". Ma come si fa a mettere da parte, con così tanta semplicità, una novantina di dipendenti e la loro alta professionalità?». «Per domani (oggi per chi legge) - spiegano - è stata convocata l'assemblea in azienda. Dopodiché provvederemo a dar vita, sperando di avere il fondamentale sostegno degli enti pubblici, a un tavolo di concertazione nazionale».

( Fonte Il Gazzettino )
 

 

 


 

Settembre 2004

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