Birrificio Pontino, prima esperienza all’EurHop

 

Dopo il grande successo dell'edizione 2022 di EurHop, con la partecipazione alla kermesse del Birrificio Pontino che, per l’occasione, ha presentato le prime nate, dal territorio si e’ alimentato un notevole interesse verso questa eccellenza della Provincia di Latina. In particolare due birre in stile anglo-americano, dal carattere ben delineato: Runner Ale, American Pale Ale che ancora oggi è la portabandiera del marchio, e Olim Palus, una IPA classica che nel corso degli anni ha lasciato spazio a nuove creazioni e birre nate in collaborazione. Come la Spaccapalato, West Coast IPA sviluppata insieme a Mike Murphy di Lervig.

Dal 2011, anno di nascita del Birrificio Pontino, lo stile di riferimento del primo birrificio artigianale di Latina, che in sala cotta è guidato da Matteo Boni, Lorenzo Bracchi e Catalin Popa, è stato quello statunitense. È  seguendo le linee e le novità che arrivano da oltreoceano che sono nate e sono state plasmate molte delle loro birre. Il progetto Brain Damage fa parte di questo percorso, che prende forma a partire dalla primavera del 2017. Alla ricetta base, che ha dato vita alla prima New England India Pale Ale, è stata aggiunta polpa di frutta tropicale, ottenendo ciclicamente allo scoccare della primavera delle esplosioni di luppolo. Prendono forma così le Tropical IPA: mango, ananas, goiaba & dragon fruit, sono solo alcuni dei frutti utilizzati per queste birre da 7% alcolici. Birre che seguono la prima creazione in Double Dry Hopping: HopMachine, un ‘mitra carico a fiori di luppolo’. In Brain Damage i malti servono a sostenere il palato, mentre il luppolo è utilizzato principalmente per la massima estrazione degli olii aromatici. Con una buona dose di avena e frumento, il luppolo è quindi utilizzato esclusivamente in aroma, regalando un effluvio di frutta tropicale, agrumi e fiori, con la polpa di frutta a determinare la caratterizzazione finale. Del resto, la frutta ha contrassegnato anche i primi anni brassicoli del Birrificio Pontino, dove era forte la voglia di sperimentare e stupire. La prima volta con il kiwi giallo IGP del territorio, per brassare 41°Parallelo, una Farmhouse Ale nata dalla fermentazione di lieviti spontanei statunitensi combinati a brettanomiceti che, se da una parte incuriosiva il classico bevitore, dall’altra ha stupito gli addetti ai lavori e appassionati, fino ad ottenere riconoscimenti importanti nei festival birrari della nostra penisola. Una seconda volta con la More Uxorio, porter alle more nata in collaborazione con gli amici e le amiche di Birra Più, il noto pub romano del Pigneto. Se la 41° Parallelo ha rappresentato la vicinanza ideale al concetto di birra artigianale Made

in USA, con la Orange Poison Birrificio Pontino ha creato un ponte culturale italo- statunitense. Una Pumpkin Ale di stampo italiano che il buon Kuaska ha definito ‘tortello liquido’.

Seguendo appunto il concetto di Pumpkin Ale e contestualizzato alla tradizione italiana, è stato mescolato con piacere ed equilibrio, zucca mantovana, mostarda di frutta, senape e pepe. Per poi concludere con un dry-hopping di mandorle amare e noce moscata a richiamare l’amaretto. Una ‘Grande Birra’ per Slow Food, un appuntamento  fisso per gli amanti del genere e per brindare al passaggio tra estate e inverno. Nel corso degli anni i premi e le targhe non sono mancate, come per  La Calavera, Mexican Lager che nasce da ceppo di lievito messicano. Del resto, in questi undici anni Birrificio Pontino ha prodotto oltre 40 etichette: sperimentato  con la frutta, utilizzato diverse tecniche di luppolatura, assaporando i sentori del legno dopo l’invecchiamento in botte. Così hanno spaziato tra gli stili, senza mai allontanarci dalla linea generatrice e facendoci incuriosire dal ‘lato scuro’. Hopped Ink è stata la prima Imperial Stout, cui è seguita anche una versione con passaggio in botti di Rum Demerara. Rose Mary’s, ispirata a Rosemary's Baby di Roman Polansky e ottenuta con aggiunta di rosmarino di San Felice Circeo, è invece una otmeal stout che ha  preceduto Barbarnera, una Tropical Stout che è stata immaginata nascere nel mar dei Caraibi durante l’epoca del famigerato pirata, addolcito dall’aggiunta di zucchero di canna bio ‘Made in Cuba’. Fino ad arrivare al periodo post-covid che ha visto nascere Black Swan: nitro imperial coffee stout, brassata con cocco, cacao e caffè. Per arrivare all’ultima nata: Lick It, una Pastry Stout presentata proprio in occasione dell’ultima edizione di EurHop.

Ogni birra, ogni creazione, contraddistinta da un riferimento grafico sempre fuori dagli schemi e da una citazione musicale, cinematografica o politica, ha visto la luce dopo essere passata tra le serpentine del Compact WACHSMANN da 10 hl del 1998, nelle cui cavità si nasconde una storia davvero particolare. Dopo il terremoto del 2009 a L’Aquila, il brew pub Magoo di Adolfo Scimia sospende la produzione. Una volta tirato fuori dalle macerie e fissati i piedi a terra, l’impianto riprende vita come un’araba fenice. Da allora, insieme ai lieviti liquidi di White Labs ‘Made in USA’, l’impianto di fabbricazione tedesca ha sempre accompagnato Birrificio Pontino per dar vita e corpo a una  birra artigianale che viene definita figlia del villaggio globale.

Fonte Comunicato Stampa

Ottobre 2022