In Veneto la piu’ grande malteria d’italia. K-Adriatica presenta il progetto per un nuovo stabilimento a Loreo (RO)
Presenti all’incontro l’Amministratore delegato Toffoli, il Sindaco Gasparini, l’Assessore regionale Corazzari, il Presidente nazionale di Coldiretti Prandini e il Presidente del Consorzio Birra Italiana Teo Musso.
Loreo, 16 luglio 2021 – La più grande malteria d’Italia dal 2023 sarà targata K-Adriatica. Presentato oggi nel Municipio di Loreo (RO) il progetto della malteria da birra del Nord Est di ITALMALT di K-Adriatica Spa che si va ad aggiungere allo stabilimento di Melfi in Basilicata. Un piano per sviluppare la produzione di malto da birra italiano per garantire il 60% del fabbisogno nazionale, che oggi è coperto al 40%.
Il progetto della malteria a Loreo è stato presentato dall’Amministratore delegato di K-Adriatica, Giovanni Toffoli. Sono intervenuti il Sindaco di Loreo e Presidente del Parco Regionale del Delta del Po Moreno Gasparini, l’Assessore della Regione Veneto a pianificazione territoriale e urbanistica, beni ambientali, caccia, pesca e acquacoltura Cristiano Corazzari, il Presidente Nazionale Coldiretti Ettore Prandini, e il Presidente del Consorzio Birra Italiana Teo Musso.
Il fabbisogno di malto per birra in Italia è di 208mila tonnellate, mentre l’attuale produzione si attesta sulle di 83mila tonnellate di cui oltre il 40% (36mila tonnellate) prodotte da ITALMALT di K-Adriatica nello stabilimento di Melfi.
“Il nostro obiettivo è essere pronti per il raccolto dell’orzo a giugno 2023. Con il nuovo progetto – spiega Giovanni Toffoli - contiamo di sviluppare ulteriormente il mercato della birra 100% Made in Italy, aumentando la produzione del malto per birra per arrivare a coprire il 60% del mercato nazionale riducendo le importazioni che oggi sono pari a circa 125mila tonnellate. Attraverso i contratti di filiera, che coinvolgeranno circa 800 imprese agricole del Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Marche, K-Adriatica arriverà a produrre circa 92mila tonnellate di orzo da birra in 20mila ettari coltivati, suddivisi in 42mila tonnellate di orzo a Melfi e 50mila tonnellate di orzo a Loreo. La produzione di orzo italiano per la filiera della birra è un’opportunità per l’agricoltura anche con il recupero e la riqualificazione produttiva ed economica di aree agricole in fasce marginali. L’impianto di Loreo rappresenterà un polo di sviluppo per il Polesine e vedrà il Veneto come Regione di riferimento per il polo della birra del Nord est”.
Tecnologia e sostenibilità sono i punti di partenza della malteria polesana per cui K-Adriatica investirà circa 25 milioni di euro, di cui circa 22,6 milioni di euro destinati agli impianti tecnologici e 2,4 milioni di euro per lo stabilimento produttivo. Sono stimati investimenti per l’indotto fino a 10 milioni di euro. Lo stabilimento utilizzerà solo energia elettrica da cogenerazione con uso del 100% del calore. E’ prevista una riduzione del consumo di acqua del 35%. La produzione sarà ad elevato grado di automazione, collegata a un sistema integrato di stoccaggio e permetterà di occupare, tra diretti ed indiretti, oltre 100 persone.
Precisa il Sindaco Gasperini: “E’ un progetto a cui abbiamo creduto fin da quando ci è stato illustrato e che creerà, per la sua importanza, un indotto sul territorio non solo di Loreo. Il Polesine è un’area prettamente agricola e costruire qui la malteria significa interagire con il mondo agricolo oltre a creare un valore aggiunto per la filiera corta e di qualità così da avere l’immagine di un distretto dell’orzo che venga riconosciuto con il brand che si chiama Parco del Delta Po”.
L’assessore regionale Cristiano Corazzari sottolinea: “Si tratta di un’opportunità importante per sviluppare le produzioni di eccellenza del nostro territorio per valorizzare le professionalità e per costituire delle filiere che possano offrire al consumatore prodotti di qualità sempre maggiore, certificati e italiani. Questo progetto nel settore della birra rappresenta un punto di riferimento non solo a livello veneto e polesano ma anche a livello nazionale”.
Teo Musso, dopo aver illustrato il grande lavoro fatto negli anni per dare personalità alla birra italiana, ha detto: “Abbiamo fatto capire che dietro alle birre c’è un mondo fatto di aziende con una loro identità. Con il Consorzio della birra italiana stiamo lavorando in questa direzione e abbiamo inoltre costituito un marchio per garantire e tracciare la prevalenza di materia prima da filiera agricola italiana, utilizzata nella produzione di birra artigianale affinchè il consumatore finale beva sempre di più un prodotto italiano non solo di brand ma di materia prima”.
Ettore Prandini: “Oggi abbiamo una grande opportunità di mostrare che facendo squadra e sistema si crea valore aggiunto rispetto a una filiera, quella cerealicola, che può dare possibilità di crescita e sviluppo occupazionale. Realizzare un maltificio nel Nord Est, che punti a valorizzare il settore della birra industriale, artigianale, e soprattutto di quella agricola vuol dire creare le condizioni per il posizionamento di un prodotto fatto al 100% in Italia, partendo dalla materia agricola nazionale, così da dare valore al lavoro di sacrificio che gli agricoltori svolgono nel quotidiano”. Prandi ha altresì sottolineato l’importanza di creare un sistema per diventare competitivi sui mercati internazionali per creare crescita e sviluppo valorizzando il Made in Italy.
Secondo l’Annual Report 2020 di AssoBirra, la produzione nazionale di birra si è attestata a 15.829.000 ettolitri, calando dell’8,4% rispetto al 2019 (quando aveva raggiunto i 17.288.000 ettolitri) e i consumi – colpiti dalle restrizioni imposte nel fuori casa – hanno segnato un calo dell’11,4% (18.784.000 ettolitri nei confronti di un 2019 che aveva superato la quota dei 21 milioni di ettolitri). Anche l’export, dopo anni di crescita, subisce un leggero calo del 4,8% con volumi esportati pari a 3,3 milioni di ettolitri riconfermandosi comunque significativo nei Paesi a forte tradizione birraria, a dimostrazione della qualità della birra italiana. Tra i principali Paesi importatori ci sono il Regno Unito (47,3%), gli USA (7,3%) e l’Australia (7%). Di contro si segnala un calo dell’import del 15%. Secondo AssoBirra, nel 2020, la birra è stata la bevanda più consumata dagli italiani. In questo contesto, la birra rimane un importante patrimonio per l’Italia. Lo testimoniano i numeri: la filiera brassicola nel 2020 conta circa 900 imprese e oltre 115.000 occupati lungo tutta la filiera dalle imprese agricole fino ai punti di consumo out-of-home.
K-Adriatica Spa
K-Adriatica Spa è attiva da oltre 50 anni nei settori della produzione di fertilizzanti e del malto da birra. Gli stabilimenti principali sono a Loreo, Melfi e Vukovar (Croazia). Ha sei filiali commerciali in Croazia, Grecia, Marocco, Cile, Sud Africa e Cina, distributori in oltre 70 paesi e 222 dipendenti. Il fatturato consolidato nel 2020 è di € 113.522.465
Comunicato Stampa
Agosto 2021