Salone del Gusto Slowfood -
Presìdi italiani: esempi di agricoltura familiare lungo lo stivale
Torino 23-27 Ottobre 2014
Individuata dalla Fao come modello per raggiungere la
sovranità alimentare e la sostenibilità, l’agricoltura familiare, ormai lo
sapete, è il tema portante di questa edizione di Salone del Gusto e Terra
Madre. Fondamentale per i Paesi in via di sviluppo, riveste un ruolo di
primo piano anche in Europa, modellando la nostra agricoltura da un punto di
vista sociale ed economico.
Certo, l’agricoltura europea non è rappresentata solo da aziende di piccole
dimensioni, ma sono questi i casi che vi raccontiamo, e che soprattutto in
Italia si identificano con i nostri Presìdi, mostrando esempi concreti di
rispetto dei territori, tutela del benessere animale e riscoperta di antiche
tradizioni. I Presìdi, infatti, sono progetti della Fondazione Slow Food per
la Biodiversità (www.fondazioneslowfood.it)
che salvano prodotti artigianali, razze autoctone, varietà vegetali e
tecniche a rischio di estinzione. Protagonisti di queste realtà sono gli
oltre 1600 contadini, pescatori, norcini, pastori, casari, fornai,
pasticceri che ogni giorno lottano per un cibo di qualità. Molti prodotti
dei Presìdi sono identificati dall’etichetta narrante, l’iniziativa di Slow
Food che, accanto alle indicazioni previste dalla legge, fornisce
informazioni precise sui produttori, sulle loro aziende, sulle varietà
vegetali o le razze animali impiegate, sulle tecniche di coltivazione,
allevamento e lavorazione e sui territori di provenienza.
Vi presentiamo qui i nuovi Presìdi che fanno il loro ingresso nel Mercato
italiano del Salone del Gusto e Terra Madre, venite ad assaggiarli!
Scoprili in anteprima visitando la photogallery su Facebook
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Fagiolo rosso scritto del pantano di Pignola – Basilicata
Introdotto dagli spagnoli di ritorno dalle Americhe, il fagiolo
rosso scritto si è adattato perfettamente al clima della valle del Basento,
diventando ingrediente fondamentale nella dieta locale. Con un seme tondo,
presenta un fondo beige e screziature rosso scure, da cui deriva il nome di
“scritto”. Oggi i produttori sono riuniti in un’associazione di coltivatori
custodi, con un proprio disciplinare di produzione e un marchio che
contraddistingue il fagiolo rosso scritto originale. Area di produzione:
Comune di Pignola e alcune aree del comune di Abriola sopra i 600m s.l.m.
(provincia di Potenza)
Pera Signora della Valle del Sinni – Basilicata
Attestata fin dal Settecento nelle aree rurali del Metapontino, la
coltivazione del pero ha rivestito un ruolo importante lungo il corso dei
secoli nelle zone agricole materesi. La varietà più interessante è diffusa
nella Valle del Sinni: la Signora o Signura, delicata nel profumo e nella
consistenza, è infatti perfetta da mangiare al momento della raccolta e
ottima sciroppata, essiccata e nelle marmellate. Il Presidio vuole tutelare
gli alberi rimasti sul territorio e promuovere l'avvio di nuove
coltivazioni. Area di Produzione: Nova Siri, Rotondella, Valle del Sinni,
San Giorgio, Tursi e Colobraro (provincia di Matera)
Soppressata e salsiccia del Vallo di Diano – Campania
In Campania, la tradizione norcina nel Vallo di Diano è attestata da
secoli e affonda le sue radici nelle attività agricole dell'area, da sempre
dedita all'allevamento e alla pastorizia. Caratteristiche della salsiccia e
della soppressata sono la laboriosa selezione e lavorazione delle carni, che
avviene manualmente tagliando a punta di coltello le parti da insaccare:
spalla, pancetta, lombo e prosciutto per la prima e parti magre e lardo del
dorso per la seconda. Dopo l'asciugatura e una stagionatura di 30-40 giorni,
l'eventuale conservazione del prodotto avviene tradizionalmente sott’olio o
sotto grasso, in barattoli di vetro o terracotta. Area di Produzione: Comuni
di Atena Lucana, Buonoabitacolo, Caggiano, Casalbuono, Monte San Giacomo,
Montesano sulla Marcellana, Padula, Pertosa, Polla, Sala Consilina, San
Pietro al Tanagro, San Rufo, Sant’Arsenio, Sanza, Sassano, Teggiano,
provincia di Salerno.
Rosa di Gorizia – Friuli Venezia Giulia
I contadini goriziani hanno selezionato nei secoli un ecotipo di
radicchio particolare, dal colore rosso brillante sfumato di rosa e granata,
a forma di bocciolo di rosa. È un ortaggio ormai molto raro, ma che a fine
Ottocento era ancora noto in tutta l'area e servito alle tavole degli
Asburgo. Oggi lo coltiva una decina di contadini riuniti in associazione. Il
Presidio ha l'obiettivo di coinvolgere anche gli abitanti del versante
sloveno, che non hanno mai interrotto questa coltivazione, secondo una
tecnica laboriosa che prevede un periodo di forzatura in ambiente riparato
per ottenere la formazione del suo cuore prelibato. Area di produzione:
terreni a destra del fiume Isonzo (provincia di Gorizia)
Lenticchia di Rascino – Lazio
La lenticchia di Rascino è coltivata unicamente sull'omonimo
altipiano, situato tra i 1600 e i 1800 metri di altitudine, in cui è
proibita qualsiasi attività agricola che preveda l’utilizzo di prodotti
chimici, diserbanti e trattamenti antiparassitari. I produttori aderenti
all’associazione della lenticchia di Rascino sono una ventina, che
tramandano a livello familiare la semente del prodotto ancora oggi
utilizzata. Area di Produzione: Altopiano di Rascino, nel comune di
Fiamignano (provincia di Rieti)
Fagiolone di Vallepietra – Lazio
A Vallepietra, una stretta valle dei Monti Simbruini, si coltiva da
generazioni un fagiolo rampicante dal seme bianco molto grande. Il
territorio è caratterizzato da numerose sorgenti naturali che hanno permesso
nei secoli la semina di questo prodotto simbolo della tradizione
gastronomica locale, oggi a rischio di estinzione. Una ventina di produttori
riuniti nel Consorzio Valle del Simbrivio ha recuperato la coltivazione del
fagiolone di Vallepietra e di altri legumi tradizionali. Area di Produzione:
Territorio del comune di Vallepietra (provincia di Roma)
Fagiolina di Arsoli – Lazio
Vantando uno storico passato, pare che la fagiolina di Arsoli
risalga all’epoca di Carlo V d'Aragona, mentre il nome ricorda le sue
piccole dimensioni. Rimasta isolata in questa nicchia naturale della
campagna di Arsoli, nella Valle del Fosso Bagnatore, negli ultimi decenni
del secolo scorso la coltivazione ha rischiato di scomparire: è stata
salvata da un anziano coltivatore che ha trasmesso la semente a quattordici
produttori che ancora oggi portano avanti la tradizione. Area di
Produzione: Territorio del comune di Arsoli (provincia di Roma)
Chiacchietegli di Priverno – Lazio
Siamo nella pianura di Priverno, dove in prossimità del fiume
Amaseno si coltiva una varietà locale di broccoletti caratterizzata da un
colore viola e dal sapore delicato. Le coltivazioni sono però rade e seguite
da piccolissimi produttori che vantano ormai un’età media elevata. I fattori
temporali e l’introduzione di altre specie ne compromettono la purezza,
mettendone a rischio la sopravvivenza. Area di Produzione: Comune di
Priverno (provincia di Latina)
Giglietti di Palestrina – Lazio
Biscotto della tradizione dolciaria romana legato alla nobiltà che
si è succeduta nei secoli attorno alla capitale, il giglietto di Palestrina
deve probabilmente il nome alla caratteristica forma a giglio, simbolo
araldico della dinastia dei Borbone di Francia. Nonostante la semplicità
degli ingredienti e la breve cottura, la lavorazione del giglietto richiede
una manualità particolare, tramandata all'interno delle poche famiglie che
ormai portano avanti la produzione. Area di Produzione: Comuni di Palestrina
e Castel San Pietro (provincia di Roma)
Carema – Piemonte
Siamo a Carema, nel Canavese, dove già agli inizi del Novecento il
vino costituiva un’importante risorsa economica e culturale. I suoi
abitanti, per rendere coltivabile un suolo di forte pendenza, hanno adottato
un sistema del terrazzamento e realizzato una forma di coltivazione a
pergola, detta topia, la cui intelaiatura di travi è spesso sorretta da
tutori tronco-conici in pietra, i pilun. Di alta qualità, al naso il
nebbiolo di Carema è sottile, fresco, con accenni floreali e minerali,
mentre in bocca è fine e di grande persistenza aromatica. Area di
produzione: Comune di Carema (provincia di Torino)
Cipolla bionda di Cureggio e Fontaneto – Piemonte
La cipolla tradizionale della pianura di Cureggio e Fontaneto è di
colore biondo dorato e prende il nome dai due comuni che si trovano nella
fascia di terreno fertile tra i fiumi Agogna e Sizzone. La caratteristica
fondamentale è l'estrema dolcezza che si conserva anche dopo molti mesi
dalla raccolta. Il Presidio riunisce un gruppo di nuovi produttori che sta
riavviando una produzione di cipolla sui terreni vocati dei due comuni. Area
di produzione: Il territorio dei comuni di Cureggio e Fontaneto d'Agogna
(provincia di Novara)
Sospiro di Bisceglie – Puglia
La ricetta del sospiro risale al 1500, quando al pan di spagna venne
data la forma di un seno: svuotato all’interno e riempito di crema, il dolce
aveva fondo chiuso ed era completamente cosparso di una glassa di zucchero
detta “gileppa”. Si racconta fu creato dalle suore del convento delle
clarisse di San Luigi a Bisceglie per le nozze di Lucrezia Borgia, duchessa
di Bisceglie, con Federico di Aragona. A Bisceglie nove pasticcieri hanno
costituito un’associazione per continuare a produrre la ricetta tradizionale
del sospiro senza l’utilizzo di conservanti o di preparati per la
pasticceria e utilizzando solo prodotti del territorio, fatta eccezione
dello zucchero e delle bacche di vaniglia. Area di produzione: Comune di
Bisceglie (provincia di Bari)
Vinosanto affumicato dell'Alta Valle del Tevere – Umbria
In Val Tiberina la storia di questo vino è legata a doppio filo con
la produzione del tabacco locale. Per tradizione, i grappoli e le foglie di
tabacco sono infatti essiccati negli stessi magazzini. I grappoli
trascorrono così quattro mesi in ambienti ricchi di fumo delle stufe o dei
camini accesi e, all'inizio di gennaio, vengono finalmente diraspati e
pigiati. Seguendo la tradizione, al mosto è poi aggiunta la madre, custodita
in ogni famiglia da generazioni e il vino matura per circa quattro anni in
piccole botti, alcune centenarie. Area di produzione: Alta Valle Tevere
(provincia di Perugia)
Cavolo vecchio di Rosolini - Sicilia
La città di Rosolini si trova tra le province di Ragusa e Siracusa,
ai piedi dei monti Iblei e a pochi chilometri dalla Val di Noto. Qui da
sempre le famiglie conservano e riproducono i semi di un’antica varietà di
cavolo a foglia che coltivano ai bordi delle saline e degli orti. Il cavolo
vecchio di Rosolini è alla base delle ricette tradizionali della zona. Area
di produzione: Comuni di Rosolini, Noto e Palazzolo (Si); comuni di Ispica,
Modica e Ragusa (Ra)
Fava cottoia di Modica - Sicilia
Come ci rivela il suo nome, questa fava cuoce in tempi brevi,
rendendola un ingrediente popolare nella cucina modicana. Tradizionalmente
era utilizzata anche per l’alimentazione del bestiame e come leguminosa
nella rotazione delle colture dei cereali, ma negli ultimi anni ha subito
una drastica diminuzione a causa dell’aumento di consumi di carne. Area di
produzione: Agro modicano, contrade Cannizzara, Mauto, Rassabia, Famagiorgia
Calamarieri, Baravitalla, Bosco, Torre Palazzalla, Frigintini e Cinquevie.
Fava larga di Leonforte - Sicilia
La coltivazione della fava larga di Leonforte è ancora oggi
completamente manuale: proprio perché molto laboriosa e non abbastanza
remunerativa, ogni anno vede diminuire il numero di campi a disposizione.
Molto saporita, non necessita di un lungo ammollo né di lunghi tempi di
cottura. Essiccata, è perfetta per la pasta ccu' i favi a du' munni e
per la frascatula (polenta con finocchietti selvatici e farina di
fave abbrustolite e di ceci). Area di produzione: Comuni di Leonforte,
Assoro, Nissoria, Enna, Calascibetta (provincia di Enna)
Pesca nel sacchetto - Sicilia
Raccolte a settembre, ottobre e novembre, queste pesche si coltivano
da sempre a Leonforte, vicino a Enna. La particolarità è che a giugno,
ancora verdi, sono chiuse una a una in sacchetti di carta pergamenata così
da essere protette da vento, grandine e parassiti, rimanendo sull’albero
fino a maturazione. Il lavoro d’insacchettatura richiede una certa pratica e
molta pazienza: si tratta di una tecnica colturale purtroppo onerosa, ma che
garantisce una qualità organolettica eccezionale. I coltivatori della zona
offrono al mercato un prodotto sano e genuino, che non riceve alcun
trattamento parassitario, in una stagione in cui si potrebbero mangiare solo
pesche d’importazione. Area di produzione: Comuni di Leonforte, Assoro,
Nissoria, Enna, Calascibetta (provincia di Enna)
Albicocca di Scillato - Sicilia
Siamo ai piedi del Parco delle Madonie, in provincia di Palermo. È
questa la zona di produzione di una particolare varietà di albicocco:
precoce, dal frutto piccolo e spesso sfaccettato di rosso, molto profumato e
dal sapore intenso. La coltivazione è tradizionale e la raccolta
rigorosamente a mano. Siccome i frutti sono sensibili alle manipolazioni e
ai trasporti, la loro commercializzazione è limitata ai mercati vicini. Da
circa un anno, cinque ragazzi hanno deciso di impegnarsi per valorizzare i
prodotti del proprio territorio, recuperando vecchi impianti di albicocco
abbandonati. Area di produzione: Comune di Scillato, provincia di Palermo
Melo decio di Belfiore – Veneto
L'origine del melo decio potrebbe risalire addirittura all'epoca
romana. Il suo nome infatti deriverebbe da D’Ezio, un generale che sbarcò ad
Adria e combatté a Padova contro Attila. È proprio a Belfiore che questa
varietà ha avuto nel corso degli anni la sua maggiore espansione e ottenuto
la migliore qualità produttiva. Il melo decio può essere consumato solo in
pieno inverno perché al momento della raccolta presenta un’acidità troppo
elevata. La maturazione avviene lasciando riposare i frutti sulla paglia o
esponendoli al sole. Grazie al suo sapore particolare, il melo è
particolarmente apprezzato sui mercati locali. Oggi la produzione è ancora
attiva grazie ad alcuni produttori e al Consorzio Ortofrutticolo di Belfiore
che ne vuole rilanciare la coltivazione. Area di produzione: Comune di
Belfiore (provincia di Verona)
Stortina Veronese – Veneto
La stortina è un piccolo salame che si consuma tradizionalmente
nella zona del Basso Veronese, e tradizione vuole che si conservi sotto uno
strato di lardo macinato per garantirne la freschezza. Da alcuni anni, per
celebrare la macellazione del maiale e la produzione di questo salume, si
organizza anche la disfida della stortina, un vero e proprio palio in cui si
confrontano le produzioni casalinghe. Area di produzione: Comuni di Nogara
e Cerea (provincia di Verona)
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Il Salone del Gusto e Terra Madre torna dal 23 al 27 ottobre
2014 a Torino (Lingotto Fiere e Oval), organizzato da Slow Food, Regione
Piemonte e Città di Torino, in collaborazione con il Ministero delle
politiche agricole, alimentari e forestali.
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2012 e attingi all’archivio foto e video navigando
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Ufficio Stampa Salone
del Gusto e Terra Madre:
Fonte Comunicato Stampa
Settembre
2014