E'
agricolo il futuro della birra italiana - Birragricola
Nata nelle Marche la Birra
Agricola è un successo nazionale costruito con 10 anni di impegno della
Copagri.
L'idea è addirittura del 1990
quando la Copagri Marche si è posta la domanda di cosa far produrre ai
preoccupati Agricoltori marchigiani dopo la crisi dei prezzi dei cereali a
delle altre coltivazioni estensive. Tra le diverse "trovate" c'era anche la
produzione di birra.
Allora forse i tempi non erano maturi, non vi era da parte della quasi
totalità dei consumatori italiani la benché minima idea che potesse esistere
una birra alternativa a quella industriale. Ma nel 2000, di fronte
all'acuirsi della crisi del settore agricolo e alla necessità di recuperare
al bilancio aziendale il massimo del valore aggiunto potenzialmente presente
nella materia prima prodotta, la Copagri, suscitando molta ironia in ogni
ambiente, si è data un ambizioso obiettivo: mettere il settore agricolo
nelle condizioni di appropriarsi del mercato, tutto nuovo per il nostro
Paese, della birra non industriale.
Se di norma il buon vino si beve e si acquista nelle cantine degli
Agricoltori perché questo non deve essere possibile anche per la birra?
Questa era la riflessione che convinceva e incoraggiava ad andare avanti.
Dopo oltre 10 anni di isolato impegno la Copagri Marche ha finalmente
ottenuto giustizia per gli Agricoltori. La pubblicazione del DM 5 agosto
2010 ha consentito agli Agricoltori, conservando tale qualifica, di produrre
birra utilizzando i cereali aziendali. Nelle Marche già dal 2006 gli
Agricoltori hanno ottenuto il contributo del PSR per realizzare gli
impianti.
La legge prevede l'obbligo di utilizzare in prevalenza materia prima di
provenienza aziendale. La birra però è un prodotto di seconda lavorazione e
non deriva direttamente dall'orzo (od altri cereali) ma dal malto. Quindi
per produrre birra agricola non è sufficiente produrre orzo ma dimostrare
che il malto proviene direttamente dall'orzo prodotto. Ciò implica non solo
il dotare l'azienda di un birrificio ma anche di una malteria. Una serie di
ragioni di carattere tecnico ed economico, però, sconsigliano decisamente la
realizzazione di una malteria aziendale. Il problema si risolve con più
aziende che si associano per gestire una malteria comune. Infatti soltanto
il conferimento di orzo ad una malteria consortile dove anche tutti gli
altri conferitori sono soci, consente di produrre birra in regime agricolo.
La quantità conferita dovrà essere sufficiente ad ottenere il malto che poi
si ritirerà per impiegare nel birrificio aziendale. Per questo motivo la
Copagri Marche ha promosso il COBI (Consorzio Italiano Produttori dell'Orzo
e della Birra) che ha realizzato una propria malteria.
Ma i furbi e gli opportunisti sono sempre in agguato. Ultimamente si ha
notizia di falsi agricoltori che, chissà come, sono diventati titolari di un
fascicolo aziendale da dove risulta che producono orzo. Produttori artigiani
di birra che per ben due lustri hanno deriso e ostacolato il progetto della
birra agricola, d'improvviso si sono convertiti e ora dispongono di terreno
per produrre orzo. Raccontano che hanno mandato a maltare l'orzo in Germania
od addirittura alla malteria di Melfi od a quella di Pomezia, dando ad
intendere che la birra viene prodotta con il malto derivato dai propri
cereali. Chi conosce come funziona una malteria industriale, anche quando è
di piccole dimensioni, sa che questo è praticamente impossibile. E' come
andare allo zuccherificio con un camion di barbabietole e poi chiedere
indietro lo zucchero derivato dalle stesse.
Tutto questo danneggia i veri
Agricoltori. A tutela dei medesimi e dei Consumatori, è nato il Marchio
Collettivo "Birragricola", registrato insieme ad altri marchi con dizioni
come Agribirra, Birra agricola, ecc.
Il Marchio collettivo "Birragricola",
da utilizzare come bollino o riportato in etichetta sulla bottiglia, nei
cartoni od altro materiale di confezionamento, in depliant aziendali, in
insegne, ecc., è accessibile ad ogni vero Agricoltore che produce birra nel
pieno rispetto delle leggi e del Regolamento e Disciplinare del Marchio
stesso.
Il Collegio del Marchio e la
Commissione vigileranno, denunciando apertamente e senza riserve alle
Autorità competenti ogni utilizzo improprio e non autorizzato della
denominazione Birragricola ed ogni tentativo di produrre birra in regime
agricolo senza averne i requisiti.
Il progetto Birra Agricola si
sta diffondendo in tutto il Paese. La filiera agricola della birra ormai
annovera anche produttori di birra che, oltre all'orzo, coltivano luppolo.
Al COBI ed al Marchio arrivano quotidianamente adesioni da parte di
Agricoltori italiani i quali, prima di essere ammessi, devono sottoporsi ad
un severo check-up. La birra agricola ormai è un argomento d'attualità.
Siamo consapevoli che il diffondersi del suo consumo dà fastidio a molti, ma
questi si rassegnino: la Birra non industriale in Italia sarà agricola.
L'agricoltura per una volta tanto si riappropria dei suoi diritti.
Fonte
Vini&Sapori
Gennaio 2013
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