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La tassa sulla birra strangola i pub, e in Inghilterra i consumi crollano

Bevanda amatissima dagli inglesi e compagna immancabile nelle serate al pub, la birra è oggi un po’ più amara per molti consumatori: il prezzo è in continuo aumento, gravato da alte imposte governative, e i consumi scendono. 

Cattive notizie per i produttori e i loro dipendenti. Ma la Heineken, proprietaria del popolare marchio John Smith’s Extra Smooth, ha trovato un modo per limitare i danni: diminuire il tasso alcolico dal 3.8 al 3.6 % così da ridurre l’imposta dovuta.  

Secondo il Financial Times, questo consentirà al gruppo di risparmiare 6.6 milioni di sterline l’anno. 

La Heineken ha spiegato che la riduzione, introdotta a partire da febbraio insieme a un leggero aumento di prezzo, va incontro al gusto di consumatori sempre più abituati ad una birra leggera, e “non compromette il sapore e la qualità” della John Smith. Ma l’annuncio ha suscitato proteste tra i residenti della zona di Tadcaster, il piccolo paese nel North Yorkshire in cui viene prodotta la birra.  

L’imposta sull’alcol è da tempo al centro di una battaglia tra governo e produttori di birra. In ballo non c’è solo il prezzo della pinta, ma anche il futuro di molti pub e di circa 1 milione di persone impiegate nel settore. Secondo le lobby dei produttori, l’imposta è aumentata di almeno il 40 % dal 2008, quando l’attuale sistema è entrato in vigore, e oggi equivale ad un terzo del prezzo di una pinta. I dati più recenti forniti dalla British Beer and Pub Association mostrano un calo di vendite a Luglio-Settembre del 4.8 % nei pub e del 6.5 % nei negozi, nonostante Olimpiadi ed Europei di calcio. 

Ma le richieste di alleviare l’imposta (con tanto di petizione firmata da 100,000 cittadini per preservare “la tradizione Britannica di andare al pub e godersi una buona birra”) sono rimaste inascoltate: il governo, già alle prese con tagli alla spesa pubblica, ha escluso per ora riduzioni. 

Fonte La Stampa

Gennaio 2013

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Ultimo Aggiornamento: 10/08/2021 13.29

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