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Birra migliore con il genoma dell'orzo
La «mappa» ad alta risoluzione del genoma dell’orzo contribuirà a produrre varietà nuove e migliori di orzo, essenziali per la produzione di birra e whisky. La nuova mappatura genetica del cereale è stata ottenuta da gruppo di ricerca internazionale, comprendente anche scienziati italiani. L’orzo è il quarto cereale più importante al mondo, sia per quanto riguarda l’area di coltivazione sia per la quantità di raccolto. Oltre a whisky e birra, l’orzo è anche uno dei componenti principali nell’alimentazione umana come surrogato del caffè e in molte preparazioni alimentari. Trova inoltre largo impiego nei mangimi. RICERCA - A capo del team che ha condotto la ricerca (pubblicata dalla rivista Nature) è il professor Robbie Waugh del James Hutton Institute, in Scozia, in collaborazione con il centro di analisi del genoma di Norwich. Tra i ricercatori dell'International Barley Genome Sequencing Consortium (Ibsc) che ha portato a questo risultato, fanno parte anche studiosi dell’Istituto di genomica applicata e dell’Università di Udine. LA SFIDA - Il genoma dell’orzo è quasi il doppio di quello dell’uomo e determinare la sequenza del suo Dna ha presentato una sfida difficile. Questo in gran parte perché il genoma contiene una grande percentuale di sequenze strettamente correlate tra loro che sono difficili da posizionare in un vero ordine lineare. «Questo cereale ha infatti un genoma molto grande e difficile da sequenziare perché molto ripetitivo», ha precisato il genetista Michele Morgante dell’Università di Udine. «Per questo il consorzio ha deciso di seguire una scorciatoia, mirata a definire solo la sequenza dei geni utili per la produzione di proteine, lasciando così in disparte tutte quelle sequenze ripetute che costituiscono il cosiddetto Dna spazzatura». Lo studio getta quindi le basi per nuove ricerche che porteranno al miglioramento della resa dei raccolti: «Sarà infatti possibile», conclude Morgante, «clonare i singoli geni responsabili di precise caratteristiche della pianta così da migliorarne la resa». 32 MILA GENI - Questa specie di manuale di istruzioni per migliorare le colture biotech del futuro fornisce un panorama dettagliato delle parti funzionali del genoma dell’orzo, rivelando l'ordine e la struttura della maggior parte dei suoi 32 mila geni e un'analisi dettagliata di dove e quando questi geni sono attivatinei diversi tessuti e nelle diverse fasi di sviluppo della pianta. Ci sono regioni del genoma che, per esempio, contengono geni che conferiscono resistenza alle malattie e che forniranno una migliore comprensione del sistema immunitario del cereale. Il risultato evidenzia anche con dettagli senza precedenti le differenze tra le diverse cultivar di orzo. MIGLIORI VARIETÀ- «L’accesso a questo catalogo che assembla sequenze geniche», ha commentato il professor Waugh, «razionalizzerà gli sforzi per migliorare la produzione di orzo attraverso la coltivazione di varietà che meglio resistono a parassiti, malattie e condizioni ambientali avverse, quali lo stress da siccità e calore. E verrà accelerata la ricerca anche sullo stretto parente dell’orzo, il frumento». Fonte Corriere della Sera Ottobre 2012 |
Ultimo Aggiornamento: 10/08/2021 13.29 |
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