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Manerba Brewery si rafforza e fissa due nuovi traguardi

L'azienda allarga la cantina e rilancia con la rifermentazione in bottiglia - Obiettivi per il 2011: produzione a 220 mila litri, ricavi a 900 mila euro

Manerba Brewery cresce e conquista posizioni sul mercato emergente delle birre artigianali: a dodici anni dalla fondazione, l'azienda della famiglia Avanzi è una realtà in espansione. Merito della sperimentazione decennale sulla rifermentazione in bottiglia, che ha permesso di ottenere la stabilità necessaria per allungare la shelf life del prodotto a tempi competitivi.
«La nostra birra è assolutamente naturale, senza additivi e non viene sottoposta né al processo di filtrazione né a quello di pastorizzazione - spiega Giampietro Avanzi impegnato nell'attività con il nipote Francesco, responsabile del settore birra, e il mastro Alfredo Riva -. Inizialmente le scadenze non potevano essere superiori ai 15-30 giorni, a meno di non conservare il prodotto al freddo, e commercialmente questo era un forte limite. Con la tecnica sperimentata, mediata dal mondo del vino, la vita si allunga: i lieviti eliminano l'ossigeno responsabile dell'ossidazione».

Quest'anno Manerba Brewery ha investito circa 150 mila euro per ampliare la cantina, aggiungendo cinque nuovi fermentatori ai dieci tank già esistenti. La potenzialità è quindi lievitata a 250 mila litri annui, cinque volte più di quella iniziale. Una soglia non eccessiva, considerato che la previsione è di arrivare a fine 2011 a 220 mila litri per un business di 900 mila euro. La principale novità per l'azienda è rappresentata dal fatto che le birre Avanzi, inizialmente consumate solo nel locale di Manerba annesso alla fabbrica, sono ora regolarmente distribuite sul mercato.

«Solo un quarto del quantitativo attuale viene consumato in birreria, il resto viene venduto con il nostro marchio o imbottigliato conto terzi - spiega Francesco Avanzi -. Attualmente abbiamo in gamma sette tipologie, comprese le stagionali, distribuite soprattutto in formati da mezzo litro anche se per le belghe utilizziamo le bottiglie da 0,75 con tappo in sughero e gabbietta. In totale sono sedici le ricette in lavorazione: sono gestite dal computer per quanto riguarda il controllo sia dei tempi che temperature, ma il mastro birraio può sempre intervenire manualmente per correggere le variazioni che possono derivare dalle materie prime utilizzate».

L'obiettivo della società gardesana è di crescere ancora, in linea con il boom del fenomeno dei microbirrifici, arrivati ormai a quota 360 a livello nazionale. «Non escludiamo un ulteriore ampliamento della cantina - conclude Giampietro Avanzi -. La nostra sala cottura Caspar Schulz, per la preparazione del mosto, può del resto arrivare a lavorare fino a un milione di litri. La necessità sarebbe di dotarsi di nuovi fermentatori dove stoccare il prodotto, che deve rimanere in vasca dai 30 ai 60 giorni. Ipotesi sulla quale stiamo riflettendo perché il mercato è in grande espansione, con un forte aumento della richiesta di birre di alta qualità soprattutto da parte dei giovani».

Fonte Brescia Oggi

Novembre 2011

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Ultimo Aggiornamento: 10/08/2021 13.29

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