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Matrimonio miliardario nella birra - L'australiana Foster's dice sì a
SabMiller
Rifiutata una prima offerta a
giugno. Oggi il colosso britannico ha alzato la posta sfruttando anche il
defilarsi dei giapponesi di Asahi. Agli azionisti 11,5 miliardi di dollari
australiani
Il colosso britannico della
birra SabMiller, che controlla anche l'italiana Peroni, ha raggiunto un
accordo per acquistare la rivale australiana Foster per 9,9 miliardi di
dollari australiani (10,2 miliardi di dollari Usa).
SabMiller diventa così leader del mercato australiano della birra. Il prezzo
concordato per la fusione è di 5,10 dollari australiani ad azione. Inoltre,
SabMiller verserà agli azionisti australiani 0,30 dollari australiani ad
azione, sotto forma di dividendi, fino al 30 giugno 2011. In questo modo
l'offerta complessiva arriverà a 11,5 miliardi di dollari australiani.
Il corteggiamento di SabMiller era cominiciato a giugno quando gli inglesi
lanciarono un'offerta ostile da 9,5 miliardi di dollari australiani su
Foster, che aveva respinto le avance ritendo troppo bassa una valutazione di
12 volte l'ebitda, contro una media di settore di circa 13 volte.
A rallentare la trattativa era stato anche l'inserimento dei giapponesi di
Asahi: erano interessati al mercato australiano, ma non si sono mai fatti
sotto con una vera offerta migliorativa.
Con questa operazione SabMiller, secondo produttore al mondo di birra e
terzo per capitalizzazione di mercato, punta a scalare nuove posizioni. Gli
inglesi controllano già i marchi Castle, Dreher, Pilsner Urquell e adesso
metà del mercato australiano proseguendo la strada indicata dall'ad
sudafricano Graham MacKay: 24 acquisizioni in 12 anni. In dote Foster's,
oltre all'omonima birra, porta marchi come Vb, Cascade e Crown, ma produce e
imbottiglia in Australia marchi di proprietà di altri gruppi, come Stella
Artois, Asahi e Corona.
Il primo gruppo del mondo resta Anheuser-Bush Inbev, che ha in portafoglio -
tra gli altri - Stella Artois, Beck's , Budweiser, Leffe e Tennent's,
seguita dalla brasiliana Ambev, pr
Fonte
Repubblica.it
Novembre 2011
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