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Carlsberg Italia presenta la nuova era della birra alla spina: Qualità e Sostenibilità Carlsberg Italia presenta un nuovo modo di bere la birra, che coniuga un prodotto di estrema qualità ad una sostanziale riduzione dell’impatto ambientale grazie ad un’innovativa tecnologia di spillatura. E’ nata ufficialmente una nuova era per la birra alla spina. Carlsberg Italia, infatti, è l’artefice di una rivoluzione nel mondo della birra basata sui valori della qualità e della sostenibilità,grazie alla quale la birra alla spina servita nei locali avrà sempre una qualità eccellente, costante nel tempo, e un gusto più fresco.E’ stata presentata oggi alla Carlsberg Drink Different Area di Milano la tecnologia innovativa, denominata Modular 20, che permette di offrire al consumatore una birra di estrema qualità e di ridurre contemporaneamente l’impatto ambientale della birra alla spina durante le fasi di infustamento, distribuzione e consumo presso il punto vendita. Oltre all’Amministratore Delegato di Carlsberg Italia, Alberto Frausin, sono intervenuti Cosimo Finzi, Ricercatore presso AstraRicerche, Luca Giaccone, assaggiatore per Unionbirrai, per la European Beer Star e per il Camra, oltre che curatore della Guida alle Birre d’Italia di Slow Food Editore e Fabio Iraldo, Direttore di Ricerca presso IEFE – Istituto di Economia e Politica dell’Energia e dell’Ambiente – Università L. Bocconi.La birra non è più contenuta nei tradizionali fusti di acciaio, ma in fusti in PET totalmente riciclabili, ideati e realizzati da Carlsberg, che permettono un’innovativa spillatura senza CO2 aggiunta.Il risultato è così una birra di qualità più elevata, in quanto più fresca più a lungo, e a minor impatto ambientale. Il materiale plastico, rispetto all’acciaio, garantisce una maggiore protezione del contenuto, una maggiore durata del fusto chiuso (9 mesi contro 6 mesi dell’acciaio) ed una più lunga vita utile una volta aperto (31 giorni contro i circa 4 dell’acciaio). Inoltre il sistema dei fusti in PET comporta una drastica riduzione del peso, dei trasporti su gomma e, grazie al modulo di lavaggio con compressore integrato incluso nel sistema, un lavaggio automatico e in autonomia che permette un abbattimento degli sprechi di birra legati al lavaggio dell’impianto.L’innovazione non riguarda dunque solo il fusto ma anche le modalità di spillatura. La birra contenuta nei fusti in PET infatti non si spilla utilizzando bombole di CO2, come è stata prassi finora, ma “semplicemente”comprimendo con aria il fusto: la birra così spillata mantiene il livello naturale di anidride carbonica ed è organoletticamente perfetta.Se, dunque, questa innovazione è in grado di offrire una qualità della birra senza eguali, la stessa tecnologia permette di avere grandi benefici ambientali. Lo studio comparativo tra l’utilizzo dei fusti in PET e i fusti in acciaio ha evidenziato come la nuova soluzione risulti meno impattante rispetto alla tradizionale per quanto riguarda il consumo totale di risorse (-44%),l’utilizzo totale di energia (-21%), il potenziale di effetto serra (-28%), emissioni in atmosfera (-31%), il potenziale di acidificazione (-11%), i rifiuti generati (-19%), e infine i rifiuti pericolosi generati (-47%).Carlsberg Italia è infatti la prima azienda birraria a livello mondiale ad aver conseguito la Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD) da parte dello IEC (International EPD Cooperation), la massima autorità internazionale nella certificazione delle prestazioni ambientali del prodotto, secondo una metodologia scientifica che contempla gli impatti del ciclo di vita del prodotto (Life Cycle Assessment). La valutazione del ciclo di vita è stato eseguito in collaborazione con lo con lo IEFE Bocconi con una tecnica – regolata dalle norme internazionali ISO14040/44 - in grado di valutare il carico energetico e ambientale di un prodotto o di un servizio.Nel 2010 Carlsberg Italia ha quindi intrapreso un percorso di analisi del ciclo di vita delle birre con l’obiettivo di valutarne gli impatti ambientali associati agli scenari di produzione, confezionamento e distribuzione tramite fusti tradizionali in acciaio, fusti in PET e bottiglie in vetro. Questa analisi ha porta all’ottenimento, nel gennaio 2011, della prima Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD – Environmental Product Declaration) di una birra. L’aspetto innovativo della EPD delle birre Carlsberg è quello di aver valutato l’impatto del prodotto in tre scenari di distribuzione differenti, nell’ottica di una valorizzazione, sulla base di dati scientificamente attendibili, delle migliori performance ambientali della nuova tecnologia rispetto a quelle tradizionali. “Mi piace dire che, grazie a questa innovazione, in Italia non si verrà più solo per godere della sua splendida cucina e per gustarne gli ottimi vini, ma anche per bere la migliore birra alla spina!” dichiara Alberto Frausin, Amministratore Delegato di Carlsberg Italia. “L’intento di Carlsberg è perseguire la qualità e la sostenibilità in ogni passaggio della catena del valore, dalla logistica alla produzione: per noi è un percorso già iniziato e continuamente in corso. Siamo particolarmente orgogliosi che sia proprio Carlsberg in Italia a guidare questo processo di cambiamento, assumendo una leadership di grande responsabilità e importanza. Di questo devo dare merito anche ai tanti imprenditori locali che hanno deciso di scommettere sulla nostra nuova proposta e di premiare la qualità di Carlsberg, anche a fronte di quelle complessità che l’innovazione porta inevitabilmente con sé”.“Nell’ambito delle innovazioni eco-compatibili, Carlsberg ha coniugato un prodotto di qualità migliore ad un impatto ambientale ridotto rispetto al passato” – dichiara Fabio Iraldo, Direttore di Ricerca allo IEFE dell’Università Bocconi di Milano. “Considerando gli impatti ambientali generati dal quantitativo totale di birra Carlsberg distribuito nell’anno 2010 tramite fusti tradizionali, e confrontandoli con quelli distribuiti tramite fusti in PET, emerge una valutazione nettamente a favore di quest’ultimo. Nello specifico, i vantaggi ambientali associati alla nuova tecnologia sono quantificabili in un quantitativo di emissioni di CO2 evitate pari a quello assorbito in un anno da 427 ettari di bosco, una superficie pari a 542 campi da calcio, ed equivalente a 170.914 nuove piante; un risparmio di energia pari alla produzione annua di 3 pale eoliche di media taglia (da 2,3 MW di potenza ciascuna), equivalente all’energia necessaria ad illuminare uno stadio per 2696 partite di calcio; una riduzione di emissioni in atmosfera in grado di causare il fenomeno delle piogge acide pari a quelle emesse da circa 2.500 viaggi in bus da Roma a Milano”,” ha concluso Fabio Iraldo.“Parlare di qualità della birra” – commenta Luca Giaccone, Curatore della “Guida alle Birre d’Italia di Slow Food Editore 2011 – significa affrontare un tema molto complesso, che parte dalla selezione delle varietà delle materie prime e finisce con un bicchiere vuoto… Nella produzione della birra ogni aspetto è importantissimo, dalla coltura dell’orzo alla maltazione, dall’ammostamento alla luppolatura, dalla fermentazione al confezionamento. La catena della birra non si ferma, però, nel birrificio; una cattiva conservazione o un cattivo servizio possono vanificare tutto il lavoro precedente. Purtroppo l’Italia non è (per ora) un paese di grandi tradizioni birrarie e quindi si osserva ancora troppo spesso un servizio di spillatura inadeguato, per cura dell’impianto e per tecnica di servizio, anche se il punto maggiormente critico rimane sicuramente la durata del fusto. In altri paesi europei (e, fortunatamente, anche in alcuni locali italiani) un fusto da 30 litri viene consumato nel giro di pochissime ore, ma nel nostro paese normalmente non è così. Questo comporta fenomeni di degradazione del prodotto (principalmente legati alla saturazione di CO2) molto evidenti. Dagli assaggi effettuati in birrificio questo nuovo sistema propone un’efficace soluzione a questi problemi, aumentando moltissimo la durata del fusto, evitando fenomeni di sovrasaturazione, garantendo una semplice pulizia delle linee e consentendo così di gustare inalterata la freschezza del prodotto“.“ AstraRicerche ha sviluppato con Carlsberg Italia per oltre due anni un lavoro ininterrotto di verifica delle opinioni del trade sulle varie ‘versioni’ del nuovo sistema via via testate. Tale processo ha avuto termine solo poche settimane fa con un’ultima consistente rilevazione effettuata presso quei locali che già utilizzavano il nuovo impianto. Sintetizzare un lavoro di ricerca di oltre due anni è, in questo caso, facile: ‘dall’ascolto all’innovazione’ può rappresentare infatti chiaramente il lungo iter che ha portato al livello attuale di eccellenza del nuovo sistema di spillatura firmato Carlsberg Italia. L’obiettivo finale che è stato raggiunto è di presentare un sistema già testato, migliorato, reso ottimale in tutti i suoi aspetti in grado di offrire quella qualità che Carlsberg ha posto alla base del progetto. Questo ci viene confermato dai dati del canale, dalla voce di chi ha provato e verificato con mano”, ha affermato Cosimo Finzi, Ricercatore di AstaRicerche.Carlsberg entra nella storia della birra italiana quando, nel 1975, sigla un accordo con uno dei maggiori produttori nazionali, Industrie Poretti, per la produzione e commercializzazione dei due marchi Tuborg e Carlsberg (storiche aziende danesi che si fondono nel 1970). Negli anni il gruppo Carlsberg acquisì quote dell’azienda Poretti sino ad arrivare al 1998 quando il nome del gruppo italiano fu cambiato in Carlsberg Italia e nel 2002 divenne di proprietà totalmente danese. Nel rispetto dei valori di Angelo Poretti e delle “Golden Words” (la filosofia del fondatore J.C. Jacobsen) incise nel 1882 sul Dipylon Gate all’entrata di Carlsberg a Copenhagen, Carlsberg Italia oggi produce e commercializza circa 1 milione di ettolitri di birra a marchi Carlsberg, Carlsberg Elephant, Carlsberg Special Brew, Tuborg, Tuborg Light, Corona-Extra, Birrificio Angelo Poretti (Splügen, Originale Chiara, Bock Chiara, Bock Rossa), Kronenbourg 1664, Grimbergen, Holsten, Tucher, Negra Modelo, Modelo Especial, Devil’s Kiss, Super Devil’s Kiss, Feldschlösschen. www.carlsbergitalia.it Fonte IlNord Ottobre 2011 |
Ultimo Aggiornamento: 10/08/2021 13.29 |
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