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Le italiane vanno a tutta birra
Nonostante la crisi il comparto
della birra in Italia mostra
interessanti segnali in controtendenza.
Oggi si contano, numerose aziende attive nel comparto, complessivamente 350, il
doppio rispetto al 2005. Altro dato interessante è che queste aziende
producono e diffondono sul territorio propri marchi, erodendo negli ultimi 4
anni il
2% del mercato ai big player.
Un mercato, quello italiano della birra, che fino a qualche anno fa era
dominato da
grandi aziende multinazionali straniere e
che oggi presenta dinamiche e piccole e medie realtà imprenditoriali in
crescita.
Aziende che, pur non essendo ancora in grado di scalfire la leadership delle
straniere, oggi sono scelte da un numero crescente di clienti e che servono
un mercato nazionale in crescita.
Nel 2010, dopo 2 anni consecutivi di calo, la domanda di birra in Italia è
aumentata, in controtendenza rispetto all’Europa (il
+2,1% contro il -6,6%). Rispetto
all’Europa, però, l'Italia resta molto indietro in termini di litri
pro-capite consumati: 28,6
contro i 69,9 della media europea.
Un dato, quello dei consumi, che ci posiziona all'ultima posizione della
classifica europea. Le previsioni per i prossimi anni sono incoraggianti: “sono
sicuro che entro 5 anni questo gap si ridurrà: perché il mercato nazionale
della birra sta crescendo. Già oggi i suoi estimatori sono pari a quelli del
vino. La bevono 16 milioni di donne. Inoltre, stanno aumentando i consumi
sporadici e abituali, in particolare tra quelli che hanno meno di 45 anni di
età” ammette Alberto Frausin,
neo presidente di Assobirra.
La birra italiana è cresciuta molto nell’export: nel 2010 la crescita
registrata rispetto al 2009 è stata del +7,1%.
Oltre il 50% viene
distribuita nel Regno Unito, la restante quota viene assorbita da altri
mercati europei. Nei primi mesi del 2011 la crescita dell’export è
proseguita, a fronte di un import che è rimasto sostanzialmente invariato.
Si è ribaltato il rapporto import-export del 2010, quando l’importazione
è cresciuta più dell’esportazione,con
birre provenienti per il 53,1% dalla
Germania.
Il saldo commerciale negativo del 2010 conferma che l’Italia è un paese
interessante per i produttori esteri, i quali hanno trovato proprio nel
Belpaese un mercato ideale per assorbire le perdite registrate, a causa
della crisi, nei loro mercati nazionali.
I big player del settore che detengono il 61,9%
del mercato sono
4 e tutti big player:
1. La Inbev, il
primo gruppo mondiale, distributrice dei marchi Beck’s, Stella Artois, Leffe
e Tennent’s
2. il gruppo olandese Heineken che distribuisce diversi marchi storici come
Moretti e Dreher e presente nel mercato italiano dagli anni ‘70
3. il gruppo Carlsberg che
è sbarcata in Italia ach’essa negli anni 70 e gestisce i marchi Carlsberg e
Tuborg
4. la sudafricana SAB Miller, attiva
in Italia da 8 anni, che ha acquisito il celebre marchio Peroni ed oggi in
Italia vanta 3 stabilimenti nei quali produce Peroni e Whurer e anche la
statunitense Miller e la ceca Pilsner Urquell
Tra le aziende italiane più rilevanti in termini di giro d’affari ci sono
una cinquantina di aziende più grandi e strutturate tra cui le più giovani Maltus
Faber, Amarcord, Birrificio Italiano e Birrificio del Ducato che
si sono affiancate ai grandi brand storici come
l’Altoatesina
Forst, Hausbrandt Trieste 1892 di Treviso che
ha rilanciato dopo quasi 1 secolo la storica birreria Pedavena di Feltre.
Negli ultimi 4 anni le aziende italiane sono riuscite ad accrescere la
propria quota di mercato, passata
dall’8% al 9,7%, rosicchiando quasi il 2% ai leader del settore.
Fonte
SpazioImpresa
Luglio 2011
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