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Birra Ronzani,
rivive l'antica ricetta
Dal 1855 è
ancora bionda. E’ lo slogan della Birra Ronzani, storico marchio bolognese
di cui dal 1962 - quando la tedesca Wührer, proprietaria del 100% delle
quote, acquisite nel 1959, ne trasferì la produzione da Casalecchio di Reno
a Brescia – si erano perse le tracce. Oggi quel marchio rivive grazie ad
Alberto Ronzani e ai suoi soci Marco Rossetti e Fabrizio Procaccio, tre
bolognesi che il 23 giugno 2010 ne hanno riavviato la produzione secondo
l’antica ricetta. E’ Alberto, 37 anni, sposato, “addetto al marketing
interpersonale con i clienti”, come ama definirsi, a raccontarsi.
Signor Ronzani, ma lei
c’entra qualcosa con l’omonima famiglia fondatrice?
“No, non siamo parenti. Sono un omonimo casalecchiese che ha avuto la bella
idea di ridare alla città ciò che aveva perduto”.
Ma come le è nata la voglia di buttarsi in questa avventura?
“Sono sempre stato un ricercatore di prodotti di nicchia e mi infastidiva il
fatto che il marchio fosse finito in mani straniere”.
La accusano del fatto che la birra Ronzani non è più ‘made in Bologna’, ma
viene prodotta con ingredienti stranieri e a Monte Nerone, al confine
umbro-marchigiano.
“E’ vero, ma oggi sarebbe impossibile utilizzare l’acqua del Reno (in
origine la Ronzani, ‘l’oro del Reno’, veniva prodotta utilizzando l’acqua
del fiume, ndr) e anche i microbirrifici importano luppolo e orzo
dall’estero. In compenso noi però impieghiamo acqua di sorgente, non quella
di acquedotto e materie prime di qualità certificata.
Ma la birra Ronzani non è troppo d’elite? Non vi piacerebbe aprirvi anche ai
supermercati?
“No. Abbiamo fatto una scelta, che è quella di essere distribuiti nei
migliori locali ed enoteche. E poi i nostri prezzi sono in linea con quelli
delle altre birre artigianali”.
Come vanno gli affari dopo un anno?
“Sono contento. Stiamo camminando con le nostre gambe
in più ci siamo arricchiti di un professionista nel settore delle birre di
qualità, il manager Luca Bignardi. Insomma, ci sono tutti i requisiti per
far ritornare grande un marchio storico bolognese.
Fonte
Il Resto del Carlino
Luglio 2011
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