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Umbria:
ConfAgricoltura, crescita record per produzione orzo birra
E' crescita record per la produzione di
orzo da malto in Umbria attraverso i contratti di coltivazione promossi da
Assocereal/Confagricoltura con Saplo, importante industria italiana per
la produzione di Malto. In due anni, spiega una nota di Confagricoltura
Umbria, dal 2009 ad oggi, si e' passati da meno di 70 ettari coltivati ai
450 del 2010, sino a quasi 700 ettari del 2011.
Il raccolto di giugno dovrebbe arrivare a 35mila quintali di prodotto. Un
dato che apre scenari importanti per una produzione che sino a qualche tempo
fa e' sempre stata considerata di ''nicchia'' ma che attualmente si sta
configurando come una validissima alternativa alle colture invernali
tradizionali . ''Dal punto di vista colturale e' una vera piccola-grande
rivoluzione, con opportunita' di mercato per gli imprenditori umbri''. E'
quanto afferma Luca Blasi Presidente Assocereal Umbria, l'associazione di
agricoltori, emanazione di Confagricoltura regionale, il cui scopo e'
l'aggregazione dei produttori agricoli per la commercializzazione di
cereali, semi oleosi e proteici.
I frutti di questo lavoro, conferma Confagricoltura, stanno dando risultati
eccellenti, che attestano come ''gli imprenditori sappiano cogliere le
opportunita' che il mercato sollecita, soprattutto in tempi di crisi.
Accanto alla coltivazione dell'orzo per uso zootecnico negli ultimi anni vi
e' un crescente interesse per altri utilizzi, primo fra tutti la produzione
di orzo da malto per la birra''. L'orzo, ribadisce Confagricoltura,
costituisce la principale materia prima per la produzione della birra, che
in Italia conta oltre 300 stabilimenti industriali, circa 200 microbirrifici
artigianali e piu' di 1.500 marchi di birra prodotti e distribuiti in
Italia, quasi il doppio rispetto al 2005 per 90 mila tonnellate di malto,
interamente assorbite dall'industria italiana. Di queste, pero', circa due
terzi del fabbisogno nazionale sono importate ogni anno. La produzione di
orzo da birra in Italia appare quindi essere di gran lunga al di sotto del
quantitativo necessario a coprire il fabbisogno del corrispondente prodotto
trasformato (malto), sicche' il mercato italiano richiede l'importazione di
orzo e, soprattutto, di malto da paesi nord-europei.
Fonte
Asca.it
Maggio 2011
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