Viva la Birra... inviami una mail

Notizia

 

freccia.gif (89 byte) Iscriviti alla newsletter

freccia.gif (89 byte) Pagine Gialle della Birra

freccia.gif (89 byte) L'indice degli argomenti

Come si spilla la birra?

Come si degusta una birra?

Dossier Birra e Salute

logo

© 2002 - 2014 - Tutti i diritti sono riservati, è vietato copiare senza autorizzazione queste pagine.

info@mondobirra.org

L'indice delle notizie

 

 

 

Faranno rinascere l'«archeo-birra», ha 200 anni

Pieter Brueghel - Peasant Wedding

Un boccale davvero d'annata, dagli abissi alla tavola. Un gruppo di esperti finlandesi è deciso a far «rivivere» la birra più antica del mondo, trovata insieme ad un carico di champagne in una cassa affondata nel Mar Baltico insieme alla nave che li trasportava, tra il 1800 e il 1830. Il relitto, naufragato mentre viaggiava tra Copenaghen e San Pietroburgo, fu portato alla luce nel luglio del 2010 nei pressi alle isole Aland, e oltre a un carico d'eccezione - ben 145 bottiglie di champagne, tra Veuve Cliquot e Juglar, compresa quella che è considerata la più antica mai rinvenuta - ne conteneva una di birra che si aprì appena affiorata dalle acque. Adesso gli esperti del Technical Research Centre of Finland hanno avuto il mandato di analizzare gusto e composizione chimica per tentare di riprodurre l'antico nettare di luppolo. La birra, spiegano cinque degustatori professionisti, ha «un sapore antico» anche se con «qualche nota di acidità», forse per via di una permanenza subacquea non proprio ideale. Per far tornare l'«archeo-birra» sugli scaffali, i ricercatori stanno analizzando i lieviti e batteri presenti nel liquido alla ricerca di tracce di vita o di gemelli genetici tra i fermenti utilizzati oggi. Se tornasse in vendita il successo sarebbe garantito? Non proprio, ammette Annika Wilhelmson, «il gusto di 200 anni fa potrebbe non soddisfare i palati dei consumatori moderni».

 

Fonte Diario del Web

Febbraio 2011

 Condividi

Ultimo Aggiornamento: 04/01/2016 11.20

© 2002 - 2016 Tutti i diritti sono riservati. I marchi registrati appartengono ai rispettivi proprietari