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Anche la birra vittima della crisi e
la "pinta" diventa più piccola
A destra Gordon
Cameron
Storica decisione
del governo Cameron, che autorizza i pub a diminuire la dimensione dei
boccali regolata per legge fin dal 1698. Un modo per venire incontro alle
tasche dei consumatori riducendo anche il consumo di alcol
"Una pinta". Non
c'è mai stato bisogno di aggiungere altro, nei pub inglesi, per ordinare da
bere: era chiaro a che cosa ci si riferiva. Al massimo il barista dietro il
bancone chiedeva di specificare il tipo di birra desiderato: chiara, scura,
amara, schiumosa. Ma adesso le cose cambiano: il governo britannico ha
deciso di mettere fine a 300 anni di storia e tradizione, autorizzando gli
esercizi pubblici a ridurre le dimensioni dei boccali in cui viene servito
il drink alcolico più amato, e più bevuto, dai sudditi di Sua Maestà.
Non più necessariamente una pinta, pari a 568 millilitri, lo standard
introdotto da un atto nel parlamento nel lontano 1698 per la vendita di
birra e sidro nei locali pubblici. I nuovi bicchieri, già popolari in
Australia dove sono chiamati schooner, saranno da 400 millilitri: dunque nei
pub in cui la birra sarà servita in questa nuova misura, non sarà più
possibile ordinare semplicemente "a pint", una pinta, ma bisognerà dire
qualcos'altro, forse uno schooner copiando gli australiani oppure occorrerà
specificare, chiedere un bicchiere di birra "piccolo".
I locali che servono alcolici erano finora autorizzati a vendere birra
soltanto in bicchieri da una pinta o in sottomultipli, come la "mezza
pinta", che tuttavia viene ordinata da ben pochi, specie tra gli uomini,
essendo considerata una quantità non molto virile, oltre che insufficiente a
prendersi una rapida sbronza (per la quale, s'intende, di pinte bisogna
ingollarne ben più di una).
"Le dimensioni obbligatorie di bicchieri e boccali sono esattamente il tipo
di regolamenti burocratici non necessari che il nostro governo vuole
eliminare", spiega il sottosegretario David Willetts, membro dell'esecutivo
guidato dal conservatore David Cameron, annunciando l'iniziativa. "Abbiamo
sentito il parere di gestori e consumatori. I proprietari dei pub sono
d'accordo a mantenere le vecchie misure standard, ma chiedono maggiore
flessibilità". Ognuno, insomma, sarà libero di fare come gli pare: certi pub
continueranno a servire soltanto pinte di birra, altri avranno sia le pinte
sia i boccali più piccoli, altri ancora offriranno soltanto la misura
ridotta. La riforma prevede novità anche per il vino, che sino ad ora poteva
essere servito soltanto in calici dai 125 millilitri in su, mentre ora potrà
esserlo anche in quelli da 75 millilitri.
A parte concedere maggiore libertà ai locali pubblici, il provvedimento
rischia di avere conseguenze contraddittorie. Da un lato, mira a venire
incontro ai consumatori in un momento di crisi o comunque difficoltà
economica: è evidente che un bicchiere da 400 millilitri costerà meno di una
568. Dall'altro dovrebbe ridurre anche il consumo di alcolici, l'alcolismo,
le malattie che ne derivano, come l'obesità, e i comportamenti antisociali
legati all'ubriachezza: in Gran Bretagna il consumo di alcolici pro capite è
aumentato del 40 per cento dagli anni Settanta ad oggi, mentre è diminuito
in tutto il resto d'Europa. Ma il risultato potrebbe essere che, abbassando
i prezzi e diversificando l'offerta, gli inglesi berranno ancora più birra e
più alcolici di prima, continuando a pompare denaro in un business da 28
miliardi di sterline l'anno.
Fonte La Repubblica
Gennaio 2011
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