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Birra Artigianale - Il Salone del Gusto visto da Kuaska

Da sinistra Lorenzo Davove in arte Kuaska, Luca Giaccone e Eugenio Signoroni

Lorenzo Dabove, in arte Kuaska all'indomani della chiusura dell'edizione 2010 del Salone Internazionale del Gusto realizzato da Slowfood a Torino, dal 22 al 25 Ottobre risponde alle nostre domande facendo un suo bilancio della manifestazione.

Lorenzo, ci puoi fare un bilancio dei Laboratori che hai condotto al Salone del Gusto edizione 2010?

Bilancio a dir poco entusiasmante! Per prima cosa vorrei sottolineare come una sala apposita (la "D") sia stata destinata esclusivamente ai laboratori sulle birre, quindi gestita sempre dallo stesso staff capitanato dallo sperimentatissimo Marco Maunero.

Laboratori con temi interessantissimi, tanta gente (i miei, praticamente tutti esauriti e da tempo) con volti noti di addetti ai lavori e volti nuovi e tanti stranieri,  al mio fianco spesso relatori di prestigio, birrai molti progrediti nella divulgazione e birre di gran valore ed appropriate al tema trattato, traduzioni simultanee di altissimo livello e cibi a corredo delle birre spesso di qualità eccelsa. Abbiamo ricevuto complimenti imbarazzanti  da Charlie Papazian e da altri prestigiosi ospiti stranieri come, ad esempio, Rob Tod (Allagash), Greg Koch (Stone), Jean Hummler (Moeder Lambic) ecc.

Tutto questo deriva da una meticolosa organizzazione, iniziata da tanto tempo, addirittura già dal giorno dopo la fine di ogni edizione del Salone.

Il merito va ad un team affiatato composto, oltre a me (che godo di carta bianca), da amici di Slow Food pratici ed efficaci nelle rispettivi campi decisionali ed operativi: il sempre più bravo e competente mio "figlioccio" Luca Giaccone, il preziosissimo organizzatore-nato Davide Grimaldi e gli instancabili Eugenio Signoroni e Alberto Farinasso.

Lorenzo, facci invece un tuo personale bilancio sui birrifici presenti al Salone

In attesa di conoscere dai birrai il risultato meramente economico sul quale non posso né voglio metter lingua, mi sento di poter dire come mi sia piaciuta molto la suddivisione dei produttori nella rispettiva regione o provincia. I visitatori, al posto di un'area-ghetto con tutti i produttori artigianali, hanno avuto l'opportunità di collocare più saggiamente i birrai nei rispettivi territori, fianco a fianco ai loro amati prodotti locali. Mettendomi nei panni del curioso, trovo questa novità più divertente e suggestiva con quel tocco di sorpresa in più che, a mio avviso è stato un valore aggiunto.

Riguardo il livello qualitativo dei birrifici, abbiamo avuto conferme scontate da produttori affidabili, stabili e consolidati ma anche gradite, eccellenti novità (magari più per il pubblico che per me:) e quindi, in generale, direi che il livello medio è stato più che buono, direi molto rassicurante

Le difficoltà che hai potuto riscontrare con i tuoi occhi?

Dalle donne, sicuramente, le interminabili file alla toilette! Ho trovato un po' laborioso l'attraversamento di aree libere e scoperte per raggiungere i laboratori allestiti per la prima volta nell'Oval, ma non la considererei una grossa difficoltà. Piuttosto farei qualcosa per ovviare, a partire dal 2012, alla nostrana abitudine di iniziare i laboratori sempre in ritardo, facendoli partire all'orario stabilito, magari facendo entrare gli iscritti a partire da un quarto d'ora prima.

Parlaci invece delle chicche presentate per la prima volta al Salone

Tante e tutte molto interessanti. Tra le americane (tanta roba buona) spiccava una delle mie birrerie preferite, la californiana The Bruery con almeno tre gemme come la Saison Rue, la Saison de Lente e la Oude Tart. Tra le britanniche di Ales and Co (tanta roba buona) mi è piaciuta molto la notevole Abstrakt AB 03 dei Brewdog con lamponi e fragole

Tra le italiane mi hanno impressionato la Ulysses di Foglie d'Erba e la Harvest del San Paolo e la nuova Porter "molto londinese" servita a pompa da Dano del Troll.

Kuaska con i birrai del birrificio San Paolo

Le birre che si confermano per il pubblico italiano

Così al volo senza pensarci troppo: H10OP5 di Beppe Vento del Birrificio Bi-Du, la Oppale di Fabiano Toffoli del Birrificio 32 Via dei Birrai, la Mummia di Montegioco, la Serpica di Citabiunda, la Imperial Barricata di Maltus Faber, la Canapa di Sauris,  la Nora del Baladin, la My Antonia del Birrificio del Borgo, ma tante, tante altre. Ho citato birre di produttori con stand perché tra quelle che più mi hanno colpito, nei laboratori e in eventi spontanei,  ci sono le meraviglie griffate Loverbeer e tutto ciò che tocca Nicola Perra del Birrificio Barley

Un Messaggio di auguri a Sergio Ormea che ha vinto il Mondial de la Biere a Strasburgo

Beh, ho fatto di più: un'affollatissima degustazione-festeggiamento di Chocarrubica allo stand Grado Plato con Sergio, il figlio Gabriele e il collaboratore Giorgio visibilmente commossi.

Ogni anno si ripete la collaborazione con gli USA e la Brewer Associations al Salone del Gusto di Torino

Ormai si è così tanto consolidata che ho parlato più inglese che italiano:-). Charlie Papazian, oltre ai laboratori in cui era ufficialmente impegnato, ha chiesto espressamente di poter essere con me sul palco di altri laboratori, il che la dice lunga su come veniamo stimati. Lo stesso vale per Sam Calagione e non aggiungo altro.

Da sinistra Jean Moeder, Kuaska, Charlie Papazian e Andrea Camaschella

Kuaska a ruota libera

Negli Stati Uniti, in concomitanza con grandi eventi come la WBC e il GABF, per esempio, microbirrifici, brewpub, pub, ristoranti ecc. organizzano party e feste invitando tutti gli addetti ai lavori locali, connazionali e stranieri. Da noi chi lo fa? Da sempre lo fa Teo Musso, ovviamente, che è anni luce avanti. Due cene eccezionali, venerdì e domenica, con un'accoglienza degna di un re che ha ammaliato tutti gli ospiti e allargato ancor di più la sua fama. Ospiti eterogenei con Sam Calagione aveva chiesto 14 posti (sì avete capito bene, 14 posti!) per tutta la famiglia con mamma, papà, figli suoceri, consuoceri e affini:-)

Da sinistra Leonardo Di Vincenzo, Sam Calagione, Kuaska e Teo Musso

Quest'anno, un altro personaggio del nostro piccolo mondo che è "molto avanti" ha pensato ad una cosa simile, vestendola con la propria personalità e filosofia. parlo di Nino Maiorano dello Sherwood Pub di Nicorvo che ha organizzato una serata che sarà difficile dimenticare. Iniziata con una degustazione condotta da me con Eric Wallace, brillante, simpatico e talentuoso birraio della Left Hand nel Colorado con sue birre abbinate con audacia e acume da Nino e dal giovane, bravissimo chef Davide Palestro, la serata si è trasformata in una festa indimenticabile.

Bellissimo vedere un raggiante Nino aprire di tutto e di più a colleghi e amici da tutta Italia più lo svedese Jorgen del famosissimo pub Oliver Trwist di Stoccolma.

Il tutto in un'atmosfera magica che solo un grande publican sa creare. Il culmine della festa è stato indubbiamente raggiunto quando è comparso un prosciutto crudo di San Daniele, proveniente direttamente dal Salone, affettato a mano da Nino e poi dallo chef.....

What else' direbbe George Clooney:-)

Foto di Davide Arzarello e Paolo Orlando su Facebook

Fonte Redazionale

Ottobre 2010

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Ultimo Aggiornamento: 04/01/2016 11.19

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