Notizia
Iscriviti alla newsletter
Pagine Gialle della Birra
L'indice degli argomenti
Come si spilla la birra?
Come si degusta una birra?
Dossier Birra e Salute
© 2002 - 2014 - Tutti i diritti sono riservati, è vietato copiare senza autorizzazione queste pagine.
info@mondobirra.org
L'indice delle notizie
|
Creato un "micro-petroliere", un
lievito che produce in modo efficiente il "petrolio verde", l'etanolo,
grazie a una modifica genetica che gli permette di "masticare" e digerire la
cellulosa, quindi il lievito, può produrre biocarburante a partire da
erbacce inutili o carta vecchia, invece di servirsi di, e quindi sprecare,
piante importanti anche nel settore alimentare, come il mais.
Reso noto sulla rivista 'Science', è il traguardo del gruppo di Jamie Cate dell'Università
di Berkeley che ha modificato geneticamente il lievito di birra, "Saccharomyces
cerevisiae", per renderlo capace di digerire la cellulosa e produrre etanolo
in modo efficiente a partire da materiale di scarto.
Il lievito di birra produce normalmente etanolo ma lo può fare solo
digerendo zuccheri e quindi la sua "materia prima" sono sostanze utili a
livello alimentare, come ad esempio il mais e altri cereali. Ciò però riduce
l'efficienza produttiva dei biocarburanti e aumenta il rischio alimentare
nei paesi poveri.
Al contrario, il fungo 'Neurospora crassa' mangia normalmente la cellulosa
(da erbacce o qualunque materiale cartaceo) da cui estrae zucchero; ma il
fungo non sa produrre etanolo. Di qui l'idea dei ricercatori californiani di
unire le capacità dei due microrganismi e creare un nuovo microrganismo
transgenico: i ricercatori hanno inserito i geni per la digestione della
cellulosa nel Dna del lievito rendendo così quest'ultimo capace di produrre
bioetanolo a partire da cellulosa, e quindi da materiali di scarto.
Quando il lievito di birra usato oggi a livello industriale sarà modificato
geneticamente in questo modo, concludono i ricercatori, allora il bioetanolo
potrà essere prodotto in modo efficiente e a bassa spesa usando come materia
prima i materiali di scarto.
Fonte
http://www.ticinonews.ch/articolo.aspx?id=202504&rubrica=25
Settembre 2010
Condividi |