La birra può
salvare la Gatorade
La birra salva la Gatorade di Silea.
Non più bevande sportive e integratori salini. Nel futuro della fabbrica
oggi di proprietà PepsiCo potrebbe esserci la birra, bevanda prodotta grazie
al subentro di un marchio storico del Triveneto. La candidata più papabile è
la Castello di Udine (protagonista nel 2006 del salvataggio della storica
Pedavena): dal Friuli non arrivano smentite.
Come avvenuto invece per la Hausbrandt
di Nervesa, dove si produce la , secondo marchio sul territorio: l'azienda
si tiene però fuori dai giochi.
Una manifestazione di interesse arrivata nei giorni scorsi insieme ad altre
due, una sempre a carattere industriale ma legata al settore metalmeccanico,
l'altra legata invece ad una società che ha però interessi puramente
commerciali. Casi giunti all'attenzione di PepsiCo grazie alla ricerca
avviata dalla stessa multinazionale, che ha portato all'individuazione di un
possibile compratore: un secondo è stato scovato dall'associazione degli
industriali trevigiani Unindustria.
Le novità sono emerse ieri nel tavolo di confronto in prefettura a Treviso,
indetto dal ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, che ha ricevuto prima i
vertici PepsiCo, poi i sindacati, infine i sindaci di Silea (Piazza),
S.Biagio (Pinese) e Roncade (Rubinato) con il presidente della Provincia,
Muraro, preoccupati per il costo sociale della chiusura dello stabilimento.
Il tutto sotto gli occhi dei lavoratori della Gatorade, che per due ore
hanno fatto capannello davanti alla Prefettura, in attesa dell'esito della
riunione.
E' ripartito il dialogo tra le parti, nonostante PepsiCo abbia confermato la
chiusura della fabbrica il 31 dicembre 2010. Niente moratoria per un anno,
quindi, come chiesto a più riprese dai rappresentanti dei lavoratori, che
hanno incassato comunque il blocco istantaneo dei licenziamenti e la
concessione del ministero di 2 anni di cassa integrazione.
«E' cassa per cessata attività - spiegano Paolino Barbiero e Franco Lorenzon,
segretari di Cgil e Cisl - il cui secondo anno è concesso solo, se almeno il
30% dei 95 dipendenti verrà ricollocato. Per questo è fondamentale chiudere
la compravendita con nuovi soci, che faciliterebbe il ricollocamento di
parte della maestranze».
Dalla prossima settimana riprenderanno gli incontri tra PepsiCo e sindacati,
che dovranno lavorare però sull'instabile terreno delle ipotesi.
L'operazione industriale al vaglio della Castello è certo complessa, dovendo
contare su forti investimenti con cui modificare le linee di produzione
della Gatorade, per arrivare alla produzione di birra in bottiglie di
plastica. Soluzione insolita per il mercato italiano, ma già ampiamente
usata dai grandi marchi tedeschi, che grazie alla plastica sono riusciti a
far diventare la birra una bevanda da passeggio, in città o in spiaggia,
dove l'utilizzo del vetro è proibito da specifiche ordinanze.
Fonte
http://tribunatreviso.gelocal.it/
Settembre 2010
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