Notizia
Iscriviti alla newsletter
Pagine Gialle della Birra
L'indice degli argomenti
Come si spilla la birra?
Come si degusta una birra?
Dossier Birra e Salute
© 2002 - 2014 - Tutti i diritti sono riservati, è vietato copiare senza autorizzazione queste pagine.
info@mondobirra.org
L'indice delle notizie
|
Birra - Dalla Bassa all'
Appennino scoppia l'amore per le Bionde
Boom dei
produttori artigianali: così Bologna s' innamora delle nuove birre. Bevande
al farro, alle castagne, alle acque termali di Monterenzio. Ecco la mappa
ragionata
Lo diceva anche Goethe: il vero piacere è fatto da una
donna, da un tabacco profumato e da una birra forte. Se poi questa è stata
imbottigliata vicino a casa, la soddisfazione aumenta. Tra degustatori e
ricette con acqua termale o castagne, la produzione artigianale della
bevanda più famosa al mondo si va imponendo anche anche a Bologna e
dintorni, soprattutto nei comuni dell'Appennino. Nat i per lo più negli
ultimi anni, i cinque birrifici della provincia ne producono circa 150 mila
litri l'anno: niente a che vedere con quelle industriali, ma gli
appassionati aumentano e, se i numeri fanno ben sperare, la qualità del
prodotto va anche oltre, in autentico apprezzamento.
"E' un mondo ancora di nicchia - spiega Filippo Di Cesare, presidente
dell'associazione degustatori birra Emilia Romagna , ma sta crescendo
tantissimo. I nostri corsi richiamano anche 50 aspiranti degustatori alla
volta e gli eventi che organizziamo in città sono affollati. Come regione,
poi, siamo i terzi produttori d' Italia". Le Due Torri non saranno dunque il
Belgio o la Germania, ma negli ultimi mesi il made in Bo s' è fatto
parecchio onore, anche all'estero. Il microbirrificio Statale Nove di
Crespellano, per esempio, ha ottenuto con la "Levante" il titolo di "Birra
dell'anno" dall'Unione dei Birrai, nella categoria a bassa fermentazione, e
pure un premio a Londra. La Beltaine di Granaglione è stata invece eletta
terza birra alle castagne più buona d' Italia, mentre la Blonde Vecchia
Orsa, prodotta a Crevalcore, s' è guadagnata una medaglia d' argento nella
sua categoria. Poi c' è la birra termale, prodotta a Dosso (Ferrara), con
l'acqua delle Terme felsinee, e del Villaggio della Salute di Monterenzio.
Una vera chicca, che combatte addirittura le rughe e ribalta la convinzione
della "pancetta" da birra. Infine, il neonato Birrificio Emiliano di Anzola
riscuote successi con ricette al farro biologico, usate per la produzione
della "Rimasta di farro". Visto l'interesse per il mondo artigianale,
Bologna è diventata anche una delle sedi dell'Italian Beer Fest, la fiera
itinerante organizzata dall'associazione degustatori. Lo scorso dicembre
Palazzo Re Enzo si trasformò in un cuore pulsante da capitale del luppolo,
per tre giorni: la manifestazione, che raccolse 6000 presenze, verrà così
replicata a novembre. Sul fronte del consumo, invece, la città conta su un
buon numero di birroteche e birrerie, dove comprare le migliori produzioni
locali ed estere. La storica Amadeus di via Dagnini, per dirne una, disseta
da vent' anni, con oltre 140 etichette in catalogo, gli amanti di bionde e
rosse. Oppure c' è la Tana del Luppolo, in Piazza Azzarita, e l'Ambasciatori
di via Orefici, dove grazie a Eataly il parco birre comprende moltissime
marche artigianali. L'unica nota dolente, nel piccolo mondo del malto
bolognese, è la mancanza di un brewpub, cioè un locale annesso a un centro
di produzione. Chiuso il Bibo di via Andrea Costa, la città ne è rimasta
sprovvista. Ma crescendo la curiosità, rassicurano produttori e degustatori,
prima o poi ne spunteranno di nuovi, spinti anche dall'entusiasmo dei
maestri birrai dell'Appennino.
Fonte
La Repubblica
Luglio 2010
|