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Birra e Kosovo

"Abbandonare adesso la popolazione kosovara significherebbe distruggere tutto quello che i volontari (quasi mille che sono stati al campo Caritas di Radulac dal 1999) sono riusciti a costruire in 5 anni di presenza in Kosovo". E' quanto ha affermato il capo della delegazione della caritas Umbra Massimo, (volontario, responsabile della struttura a Radulac) che si e' messo in contatto con al Caritas diocesana perugina per rassicurare tutti. "Pur non potendoci muovere con libertà svolgiamo la nostra opera e missione di pacificatori, accanto a questa gente, soprattutto nei momenti difficili come questo". Infatti da giorni nella regione balcanica c'e' preoccupazione; i volontari del campo Caritas che ospita attualmente 9 giovani italiani e 11 bambini orfani di genitori deceduti durante la guerra del '99 tra serbi e kosovari albanesi, continuano la loro missione. Hanno recentemente preso in gestione 240 ettari di terreni fertili, 120 seminati ad orzo per la produzione della birra, 120 a grano, creando così una cooperativa agricola dove lavorano 10 persone e ciò significa dare dignità e lavoro a 10 famiglie. Il responsabile del campo ha rassicurato i vertici della Caritas Umbra: a Radulac vivono due insediamenti con una quarantina di serbi, molti anziani che vivono pacificamente con la popolazione albanese. "Al momento la situazione non e' preoccupante - ha concluso Massimo - siamo sempre in contatto con la nostra ambasciata e con il comando del contingente italiano di pace".

 

( Fonte AGI )
 

 

Aprile 2004

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