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Birra artigianale il lattina? Si può, ecco Bad Attitude Il luogo comune che la birra in lattina sia solo birra di bassa qualità è ormai solo un mito. Infatti molti microbirrifici in USA stanno mettendo la loro birra in lattine con ottimi risultati. La credenza in Italia rimane perché nessuno tra i nostri colleghi, fino ad oggi ha voluto assumersi il rischio e l’onere finanziario di implementare una linea per le lattine. Noi abbiamo scelto le lattine non solo perché vogliamo sdoganare la birra di qualità dalla nicchia nella quale si è autoconfinata, ma anche perché riteniamo la lattina un contenitore superiore al vetro sia per aspetti qualitativi sia nei confronti dell’ambiente. Soprattutto perché riteniamo che non ci sia motivo per cui si debba bere una birra di qualità solo nei migliori ristoranti e solo nei bicchieri di vetro. A meno che uno non pensi al prezzo che può spuntare... Inoltre, la lattina mantiene la qualità della birra meglio delle bottiglie di vetro in quanto: _ protegge la birra dal 100% dei raggi UV _ è assolutamente impermeabile all’ossigeno _ il residuo di ossigeno nella lattina è pressochè nullo, quindi la birra in lattina rimane fresca più a lungo. _ è piu leggera e robusta del vetro _ si raffredda prima del vetro _ può andare ovunque – eventi, fiere, parchi, camping, escursioni ed occupa meno spazio nel frigo e nella macchina.
BOOTLEGGER 33 cl Alc. Vol. 6.94% IBU 45.8 OG 1064 Colour SRM 4.3 “Bootleg” o “bootlegging” usualmente si riferisce al produrre, trasportare e/o vendere alcool illegalmente; il termine origina dall’atto di nascondere fiaschette di liquore nel gambale (legging) dello stivale (boot). Dall’immaginario del proibizionismo americano, e dal modo in cui si è sviluppato il progetto, che senza l’approvazione della direzione aziendale è nato quasi come un progetto “segreto”(*), abbiamo deciso di chiamare questa birra Bootlegger. Ottenuta a partire da malti d’orzo e una lieve quantità di frumento viene amaricata con luppolo Amarillo, Perle ed East Kent Golding. Il particolare bouquet viene completato dal lievito lager che però lavora a temperature inusitatamente alte per tale tipologia (25°C). Il particolare aroma amaro e la carbonatazione pronunciata contribuiscono a renderla estremamente bevibile e dissetante. La carbonatazione della birra è ottenuta per rifermentazione della stessa in tank di acciaio dopo la fermentazione primaria, prima della fase di confezionamento. Una light filtration serve ad assicurare l’assenza di residui e a dare al prodotto la necessaria shelf life. Il processo così come implementato è in grado di garantire la freschezza del prodotto e la presenza di tutte le componenti aromatiche. (*) In economia Kenneth E. Knight nel 1967 ha introdotto la definizione di Bootlegging come ricerca in cui gli individui sono motivati segretamente per organizzare e sviluppare un processo di innovazione. Di solito è un bottom-up, un attività non programmata, senza l'autorizzazione ufficiale di una gestione responsabile, ma per il bene della società. Non è nel piano di azione aziendale, né vi sono state assegnate formalmente risorse verso il progetto (fonte Wikipedia).
HOBO 33 cl Alc. Vol. 5.95% IBU 62.5 OG 1057 Colour SRM 12.90 « La gente più sconvolta del paese sciamava lungo i marciapiedi, il tutto sotto le dolci stelle della California perduta nell’alone scuro di quel gigantesco accampamento nel deserto che è in realtà LA. Si sentiva nell’aria odore di tè, di erba, di marijuana voglio dire, insieme a quello del chili e della birra. Le note grandiose e indiavolate del bop arrivavano dalle birrerie » J. Kerouac On The Road Birra pensata per non richiedere eccesso di cognizione, per essere bevuta nei vagabondaggi serali lungo le strade. Nel produrre questa birra abbiamo utilizzato una quantità elevata di segale (27%) ed il 10% di frumento, oltre a cinque tipi di malti d’orzo, I luppoli utilizzati sono Americani e Neozelandesi. In FWH e nel Whirlpool è stato utilizzato del Nelson Sauvin, mentre nelle altre due gittate abbiamo utilizzato Amarillo e Cascade. Una light filtration serve ad assicurare l’assenza di residui e a dare al prodotto la necessaria shelf life. REDUCE YOUR CARBON FOOTPRINT* Abbiamo pensato che nel 2010 non fosse possibile escludere l’ambiente dalle variabili da considerare nel realizzare un nuovo prodotto. L’incidenza della componente imballaggio sull’ambiente (espressa come CF o Carbon Footprint) varia dal 30 al 70%. Nel caso di bevande gasate, passare dal vetro (68.5%) all’alluminio (56.4%) consente un risparmio del 12.1% di CF (fonti: aluminium.org). L’alluminio ha percentuali di riciclo doppie rispetto al vetro (Container Recycling Istitute). Le lattine da noi utilizzate vengono prodotte con il 70% di materia prima riciclata. L’uso di materia prima riciclata consente un risparmio del 95% di energia, genera il 95% in meno di emissioni e crea il 97% in meno di inquinamento delle acque rispetto all’uso di materie prime. L’alluminio è l’unico materiale da imballaggio il cui riciclo copre i costi di riproduzione, inclusi quelli di trasporto. Le lattine di alluminio, a parità di contenuto, consentono un risparmio della componente packaging in peso pari al 93.8% rispetto all’equivalente in vetro. Ciò si traduce in una maggiore efficienza del trasporto e una riduzione delle emissioni di inquinanti da esso derivate pari al 35%. Una cassa di lattine, a parità di contenuto, usa circa il 70% in meno di carta e cartone che una cassa di bottiglie. *Misura dell’impatto che le attività umane hanno sull’ambiente in termini di gas serra prodotti misurati in unità di CO2 Per info
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Fonte Comunicato Stampa Aprile 2010 |
Ultimo Aggiornamento: 04/01/2016 11.18 |
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