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Presentata ad
Abbiategrasso la prima Birra del Ticino: bevanda a "Km 0" della Caremma di
Besate
Sfiorerà anche
quest'anno le 25 mila presenze
Abbiategusto, l'ormai
tradizionale rassegna enogastronomica di Abbiategrasso, giunta alla sua
decima edizione. Per brindare un traguardo speciale ci voleva una bevanda
speciale. Detto, fatto. La cascina Caremma di Besate, a due anni dall'avvio
del proprio ambizioso progetto, è riuscita a sfornare la prima "Birra del
Ticino", presentandola questa mattina all'ex convento dell'Annunciata, dove
è stato possibile degustarla assieme ad alcuni prodotti tipici del noto
agriturismo.
Tre gli aggettivi scelti per descrivere questa birra: "Buona, pulita e
giusta". Si tratta infatti della prima birra biologica e artigianale
realizzata nella valle del Ticino. Un prodotto simile non poteva che essere
proposto dalla Caremma di Besate, vero e proprio avamposto dell'innovazione
agricola, ormai dal 1988. La Caremma, avvalendosi di partner attivi nel
campo birraro da anni, ha voluto restare fedele ai canoni della produzione
artigianale: ha perciò realizzato una birra non filtrata né pastorizzata,
creata con ingredienti di altissima qualità (a partire da
un orzo coltivato
biologicamente in azienda,
nel cuore del Parco del Ticino) e senza l'utilizzo di succedanei. Un
importante supporto tecnico è stato garantito dall'Officina della Birra di
Bresso, realtà conosciuta ormai da anni dagli amanti del luppolo e dintorni.
LA GENESI
Palpabile l'emozione di
Gabriele Corti,
fondatore della Caremma. "Quello di produrre birra - ha spiegato - era un
sogno che avevo fatto sin da giovane, quando sulla mia strada, a 25
anni, conobbi un ragazzo di Glasgow. Ci spiegò che da loro fare la birra era
come fare la pasta in Italia. Il progetto venne avviato, utilizzando per la
maltazione il forno della casa di riposo dove svolgevamo il servizio civile.
Poi ci siamo persi
vista
e tutto svanì. Ma ho sempre conservato nel cuore quel desiderio, che ora
diventa realtà con la prima birra del Parco del Ticino". L'impulso decisivo
per l'avvio del progetto lo diede, curiosamente, lo storico Mario
Comincini. "Gli chiesi
cosa sapesse della tradizione birraia nella nostra zona - ha spiegato il
fondatore della Ceremma - e mi rispose che nel 1815, proprio a Corbetta,
città dove sono nato, c'era un birrificio. Era il segnale che stavo
percorrendo la strada giusta".
Una strada che Corti non ha percorso da solo, bensì affiancato da veri e
propri mostri sacri del settore, come Claudio
Poletto, fondatore
dell'Officina della Birra di Bresso (che produce ufficialmente la birra a
marchio Parco del Ticino), Christian
Garavaglia, Master in
Tecnologie Birrarie e presidente dell'associazione Happy House Beer, nonché
il mastro birraio
Chrstian Franzi.
Tutto orgogliosi per aver contribuito alla nascita di una bevanda che può
essere considerata quasi a "Chilometro zero", dal momento che il maltificio
si trova nella vicina provincia di Cremona.
GASTRONOMIA E
TURISMO
"A 35 anni dalla sua
fondazione - dichiara il presidente
Milena Bertani -
il Parco del Ticino intende cominciare a vedere i frutti del proprio sforzo
in difesa di questo meraviglioso territorio. E i frutti sono quelli della
terra e del lavoro dei nostri agricoltori. Il nuovo regolamento, entrato in
vigore in primavera, ha sancito l'istituzione di
un marchio dei prodotti del Parco
della Valle del Ticino. Un progetto a cui aderiscono
già 39 aziende.
Ciò che è più positivo - ha continuato Bertani - è che accanto alle
produzioni tradizionali si stanno sviluppando nuovi settori, come quello
della birra ma anche della fauna ittica, che non poteva mancare visto il
legame con l'acqua del Ticino".
Per questo Milena Bertani, anche grazie al suo nuovo incarico di
presidente di Federparchi,
ha già posto le basi per l'avvio di due nuovi progetti. "Vorremmo riuscire a
riunire tutte le aree Mab europee (ovvero quelle della Rete mondiale delle
Riserve della Biosfera, legate al programma Man and Biosphere
dell'Unesco) e studiare un progetto comune di di sviluppo del turismo che
si fondi sull'agricoltura, e quindi sulla gastronomia
in sinergia con Slow Food,
e sulla mobilità lenta, che abbia come fulcro il Parco del Ticino. Inoltre,
in vista dell'importante appuntamento di Expo 2015, vorremmo riunire tutti i
parchi del bacino del Po, realizzando una rete di piste ciclabili per
migliorarne la fruizione".
Fonte
http://www.giornalelibero.com/dblog/articolo.asp?articolo=1672
Dicembre
2009
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