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Birra in fiera - 23 esima edizione di SIMEI A Fiera Milano dal 24 al 28 novembre 2009 23° SIMEI: BUSINESS, FORMAZIONE E INFORMAZIONE IL SUCCESSO DI UN NUOVO CONCEPT DI FIERA
In recupero la leggera flessione degli spazi registrata a inizio estate grazie anche alla proposta di una manifestazione capace di abbinare all’offerta espositiva un’innovativa area dove le imprese espositrici potranno attivare nuove relazioni con gli operatori del settore secondo due linee guida: la formazione e l’informazione. Il Pad. 11 ospiterà infatti convegni di alto profilo e di respiro internazionale incentrati su sviluppo sostenibile delle produzioni, attenzione all’ambiente e sicurezza per il consumatore, e spazi espositivi dedicati alle associazioni e alle singole imprese per veicolare una comunicazione mirata a queste tematiche. Nel mondo, nel 2008, si sono consumati oltre 560 miliardi di litri di bevande analcoliche fredde (acque, bibite e succhi). Le acque confezionate continuano a migliorare la loro incidenza, grazie a un tasso di crescita superiore hanno sorpassato le bibite gassate che storicamente avevano il primato dei consumi nel settore delle bevande analcoliche commerciali. Il consumo mondiale di acque confezionate è stato infatti pari a 218,3 miliardi di litri contro i circa 209 di bibite gassate. Si è poi assistito a uno spostamento dei consumi verso bibite ipocaloriche (senza zuccheri), naturali (il consumo è valutabile in 70 miliardi di litri) e funzionali (arricchite di sostanze energetiche, sali minerali, vitamine ecc). Più contenuta la dimensione di mercato dei succhi e nettari di frutta – che risentono della concorrenza delle nuove bibite naturali a minor contenuto di frutta - la cui produzione e consumo mondiale è valutabile in circa 41 miliardi di litri. Il settore riesce comunque a mantenere un tasso di crescita positivo, grazie alla continua innovazione di prodotto e di packaging. Spostandoci nel segmento delle bevande alcoliche, il 2008, nonostante la crisi, ha visto il mercato mondiale della birra mettere a segno una crescita: produzione e consumi si sono attestati a 1.816 milioni di ettolitri (+1,6% rispetto al 2007). Si sono tuttavia modificati alcuni equilibri di mercato: per la prima volta negli ultimi anni l’Europa ha mostrato una calo di produzione e consumi, che appaiono bloccati anche sul mercato nord americano e su quello australiano. Questi alcuni dati 2008 sui mercati mondiali delle bevande (acque, succhi, bibite e birra) elaborati a cura di SIMEI, Salone Internazionale Macchine per Enologia e Imbottigliamento, che verranno presentati dettagliatamente in occasione dell’edizione 2009 della manifestazione, in programma da martedì 24 a sabato 28 novembre 2009 nei funzionali padiglioni del nuovo quartiere espositivo di Fiera Milano a Rho-Pero. Alla vigilia dell’edizione numero 23 dell’evento fieristico internazionale dedicato all’innovazione tecnologica di macchine, attrezzature, prodotti e servizi per la preparazione, l’imbottigliamento e il confezionamento delle bevande (vino, birra, liquori, acquaviti, aceto, succhi, alcol, olio, acque minerali, bevande gassate ecc.), l’incremento delle adesioni sta confermando la previsione ottimistica di inizio estate e SIMEI stanno recuperando la leggera flessione di fine luglio. Quasi tutti gli spazi espositivi sono stati occupati e si mantiene alto l’interesse degli espositori, nazionali e internazionali. Proprio l’alto tasso di internazionalità delle manifestazioni si conferma in progressivo aumento. Tra le nuove proposte, quest’anno, si segnala una delegazione di aziende bulgare (Padiglione 13) e un gruppo di aziende francesi della zona della Champagne (Padiglione 15); per la prima volta, poi, SIMEI ospiterà la presenza diretta della Cina, nell’offerta merceologica di filtri, pompe e valvole. Una conferma quindi della validità delle storiche rassegne milanesi, che si preparano ad affrontare l’edizione 2009 fortemente rinnovate proprio nel concept stesso di fiera. Per affrontare un mercato in evoluzione, le imprese non possono più limitare i rapporti con i propri target di riferimento all’esposizione e all’atto di vendita: diventa infatti prioritario stabilire con i propri clienti una relazione per comunicare valori. Valori legati sia alla propria capacità di fare innovazione tecnologica, sia di fare impresa in modo responsabile, ecosostenibile ed etico. E’ proprio questa infatti la formula innovativa che caratterizzerà l’edizione 2009 di SIMEI e che vede la realizzazione negli oltre 2.000 metri quadrati del Padiglione numero 11 di un’area esclusiva dove le imprese espositrici potranno attivare nuove relazioni con gli operatori del settore secondo due le linee guida: la formazione e l’informazione. Il Pad. 11 ospiterà infatti convegni di alto profilo e di respiro internazionale incentrati su sviluppo sostenibile delle produzioni, attenzione all’ambiente e sicurezza per il consumatore, e spazi espositivi dedicati alle associazioni e alle singole imprese per veicolare una comunicazione mirata proprio su queste tematiche. Il Pad. 11 sarà la location ideale per attivare queste sinergie, perché sarà un Padiglione caratterizzato da una intensa vitalità. Qui si trova ad esempio l’area dedicata alla stampa internazionale e quella riservata alle diverse delegazioni estere, qui si svolgeranno tutti gli eventi e le animazioni, qui verranno allestiti il Wine bar e l’Oil bar momenti legati alla convivialità e allo svago, ma anche mirati ad attivare un confronto di alto livello sulla qualità delle produzioni.
PER ULTERIORI APPROFONDIMENTI SUGLI EVENTI DELLA MANIFESTAZIONE I Convegni Un convegno su “Viticoltura ed enologia sostenibili: indirizzi, tecnologie e prospettive”, organizzato da Unione Italiana Vini e realizzato con la consulenza scientifica di illustri esperti del settore, italiani ed esteri. Moderato da Attilio Scienza, l’incontro in programma il 25 novembre 2009, farà il punto sull’attuale gestione del vigneto per capire quali siano i nuovi fattori su cui puntare per ottimizzare l’ecosostenibilità delle produzioni: dal contributo della genomica e del miglioramento genetico, alle operazioni agronomiche e alle lavorazioni meccaniche. Dal vigneto alla cantina, l’attenzione si sposterà quindi all’utilizzo dell’energia e al trattamento degli scarti di produzione. In primo piano diverse case history: dall’utilizzo di fitofarmaci ai sistemi di telerilevamento. Due convegni tecnici realizzati da Unione Italiana Vini in collaborazione con Assovetro e Federlegno. Il vetro e i tappi in sughero saranno protagonisti degli incontri sia dal punto di vista della qualità e dell’ecosostenibilità del prodotto che dell’utilizzo nei diversi mercati, nazionale e internazionale. In particolare verranno presentati gli accordi di capitolato, relativi alle bottiglie e ai tappi in sughero, a dimostrazione di come la filiera produttiva – produttori e fornitori– siano sempre più disponibili a reciproci impegni per garantire appunto la qualità del prodotto e la sicurezza di chi lo acquista. Tra gli argomenti trattati, naturalmente il riciclo, i controlli, la formazione e alcune case history. Un convegno organizzato da Anformape, Associazione nazionale fornitori macchine accessori e prodotti per enologia. E dedicato a fare il punto sul settore degli ausiliari e capire come può essere applicato un protocollo produttivo, nell’ottica di una garanzia di qualità per gli utilizzatori. Un convegno organizzato da Zenith International– in programma giovedì 26 novembre – farà il punto sul mercato mondiale delle bevande e sulle nuove opportunità di crescita in alcuni segmenti produttivi. Al convegno seguirà un workshop, maggiormente focalizzati sugli aspetti di marketing. Wine bar e Oil Bar Sempre nel Padiglione 11 dove si terranno i convegni, sono in programma diversi altri eventi. Verrà riproposta l’iniziativa di successo del Wine bar: un’occasione – rivolta in particolare ai visitatori stranieri - per conoscere e apprezzare prestigiose etichette di qualità del nostro made in Italy, grazie anche alla consulenza degli esperti Onav (Organizzazione nazionale assaggiatori vino) che si occuperanno di gestire le degustazioni e saranno in grado di raccontare i nostri migliori vini in ben 4 lingue. Offerti da aziende socie di Unione Italiana Vini, Agivi - Associazione giovani imprenditori vinicoli italiani e l’associazione nazionale Le Donne del Vino, i vini spazieranno dai rossi ai bianchi, senza dimenticare rosati, dolci e bollicine. Torna, poi, anche quest’anno l’iniziativa Oil bar, nata per promuovere la conoscenza del mondo dell’olio extravergine di oliva italiano e gestita dal personale qualificato dell’Onaoo (Organizzazione nazionale assaggiatori di olio d’oliva), che nella scorsa edizione aveva offerto ai visitatori la possibilità apprezzare, attraverso oltre 4.000 assaggi, la varietà e ricchezza degli aromi, dei profumi e dei sapori di oltre 120 prodotti diversi. Imbottigliamento mobile. Tra le novità in esposizione, si segnala l’area dedicata all’imbottigliamento mobile su camion, allestita sempre nel Pad. 11, che si affiancherà all’area della mostra storica sempre dedicata all’imbottigliamento. L’imbottigliamento mobile, iniziato tra gli anni ’70 e ’80, si è rivelata negli anni una soluzione particolarmente interessante per diverse tipologie di cantine, italiane ed estere, offrendo la possibilità di avvalersi di linee tecnologicamente avanzate e sofisticate, senza dover sostenere i costi relativi al loro acquisto e alla loro collocazione in spazi dedicati all’interno delle cantine. Pre-registrazione on line E’ attivo dal mese di luglio sul sito www.simei.it e www.enovitis.it il funzionale sistema di preregistrazione “Easy access”, che consentirà ai visitatori di ricevere via mail una ricevuta della pre-registrazione che, una volta stampata, potrà essere utilizzata per ritirare la tessera d'ingresso direttamente in fiera dalle postazioni self-service, senza perdere tempo prezioso alle reception. Per informazioni Via S. Vittore al Teatro n. 3 - 20123 Milano Tel. 0039/02/7222281 Fax 0039/02/866226 E-mail: press@simei.it - www.simei.it BIRRA: CONSUMI IN CRESCITA NELL’EST ASIATICO ED EUROPEO. IN CALO EUROPA OCCIDENTALE E NORD AMERICA Nonostante lo scoppio della crisi finanziaria ed economica, anche nel 2008 il mercato mondiale della birra è riuscito a mettere a segno una crescita. Secondo i dati dell’ultimo Barth Report la produzione e il consumo mondiale di birra si è attestato nel 2008 a 1.816 milioni di ettolitri, con una progressione dell’1,6% rispetto all’anno precedente, inferiore però ai tassi medi di crescita (ca. 3% all’anno) del recente passato. I consumi hanno comunque frenato su alcuni grandi mercati, particolarmente nell’ultimo trimestre dell’anno. Il consumo pro-capite mondiale si consolida intorno ai 27 litri/anno. Per la prima volta negli ultimi anni l’Europa mostra una calo di produzione e consumi, che appaiono bloccati anche sul mercato Nord americano e su quello australiano. Nell’ultimo decennio si è avuto un forte spostamento di consumi dai mercati dell’Europa Occidentale e del Nord America ai mercati emergenti dell’Est asiatico e dell’Est europeo. Negli ultimi 5 anni la produzione birraria asiatica è cresciuta del 30% portandosi a 572 milioni di hl, superando in tal modo i volumi del continente americano (544 milioni di hl nel 2008) e ponendosi a breve anche l’obiettivo del sorpasso all’Europa (586 mio hl). Il continente africano rimane per il momento in posizione più marginale (appena 10 litri di consumi pro-capite), anche in considerazione di una situazione socio-economica di estrema indigenza, ma con alcune aree di particolare vivacità, come lo storico mercato sud-africano e il sorprendente mercato nigeriano. L’Oceania, infine, mostra valori pro-capite elevati come l’Europa, ma conta poco in termini di volumi totali in considerazione della scarsa popolazione. Il consumo pro-capite mondiale si è assestato intorno ai 27 litri/anno ma con forti escursioni tra le varie regioni. I consumi pro-capite restano alti (tra i 60 e i 70 litri/anno, contro una media mondiale di 27 litri/anno) nei Paesi di più antica tradizione di consumo, come Europa, Usa , Canada e Oceania, ma l’Asia e l’Africa, proprio perché partono da valori pro capite più bassi sono le regioni che assicureranno in futuro lo sviluppo del settore. Al vertice della classifica delle grandi potenze birrarie si è da alcuni anni insediata la Cina (410 milioni di hl di produzione nel 2008) che, pur disponendo di un pro-capite di solo 32 litri annui, ha ormai superato, grazie all’enorme popolazione e a un tasso di sviluppo più vivace, il primato storico del mercato statunitense (oggi in seconda posizione con una produzione annua di 232 milioni di hl). Negli ultimi 8 anni la Cina ha quasi raddoppiato produzione e consumi, mentre gli USA sono rimasti fermi ai consumi di inizio secolo (poco più di 230 milioni di hl). In Europa il primato storico della produzione e dei consumi apparteneva alla Germania (103 milioni di hl, con un pro-capite di 111 litri), che però di recente è stata superata dalla Russia, divenuta nel frattempo, con 114 milioni di ettolitri prodotti (erano appena 55 nel 2000), il terzo più grande mercato birrario nel mondo. Nel 2008 tuttavia, a causa della crisi economica, anche il mercato russo si è fermato e l’intera produzione continentale ne ha risentito, diminuendo i volumi rispetto al 2007. In generale i mercati più consolidati dell’Europa Occidentale mostrano segni di cedimento, mentre le prospettive di crescita riguardano i mercati dell’Est. In termini di consumo pro-capite si rileva una notevole variazione tra i vari mercati: si va dai 158 litri/anni della Rep. Ceca, ai 100-110 di Germania, Austria e Irlanda, per poi scendere sulla fascia 80-90 litri per Uk, Polonia, Spagna, Belgio e Danimarca, fino ad arrivare ai 30-31 dell’Italia e della Francia e ai 12 della Turchia. Queste notevoli differenziazioni di consumo pro-capite sono connesse alle varie abitudini storiche nelle varie regioni, alle differenti tradizioni alimentari e gastronomiche, alle diverse disponibilità economiche, ma anche a differenti legislazioni che possono favorire o frenare il consumo della birra. La produzione mondiale di birra è abbastanza frastagliata. Tuttavia il quadro competitivo internazionale è caratterizzato da un intenso processo di concentrazione che si è accentuato negli ultimi dieci anni. Secondo la classifica stilata da “The Barth Report”, a fine 2008 i primi 10 produttori di birra assorbivano oltre il 63% della totale produzione mondiale, ma i primi quattro da soli concentravano il 46% del totale. Negli ultimi due anni il processo di concentrazione si è accentuato grazie ad alcune grandi operazioni di merger & acquisition, tra cui l’acquisizione (da parte di Carlsberg ed Heineken) del gruppo britannico Scottish & Newcastle, la fusione negli Usa tra le attività birrarie di SABMiller e quelle di Molsom e, infine, l’acquisizione del gruppo americano Anheuser-Busch dal parte del gruppo belga Inbev, dando vita al nuovo megagruppo AB-Inbev. Ai vertici della classifica mondiale dei produttori si collocano ora, nell’ordine: AB-Inbev, SabMiller, Heineken e Carlsberg. Tra i primi 10 produttori al mondo appaiono ora anche ben tre gruppi cinesi; C. R. Breveries, Tsing Tao, Yanjing. Per quanto riguarda il mercato italiano le stime Assobirra per il 2008 sono alquanto negative: i consumi si sono portati a 17,8 milioni hl con una diminuzione del 4% rispetto al 2007 e, pertanto, il consumo pro-capite è sceso a quota 29,4 litri/anno, che rappresenta il livello più basso degli ultimi sei anni. A parte l’annata metereologica non positiva e la crisi economica (che colpisce soprattutto i consumi fuori casa), Assobirra lamenta anche un eccessivo carico fiscale sui prodotti. Anche la produzione interna ha avuto un calo dei volumi, ma più contenuto, grazie al boom delle esportazioni. Nel 2008 l’Italia ha prodotto 13,3 milioni di hl di birra con un calo dell’1,4% rispetto al 2007. In compenso le esportazioni sono balzate a 1,5 milioni di hl con un aumento del 41%. Il mercato italiano è alimentato per il 66% dalle produzioni nazionali e per ben il 34% da birre importate. In realtà l’Italia è il paese europeo che importa di più in rapporto al totale dei consumi. Si tenga inoltre conto che almeno altri 3 milioni di hl di birra prodotta in Italia riguardano marche estere prodotte su licenza nel nostro paese ( Heineken, Tuborg, Carlsberg, Kronenbourg, Miller G. D., e altre ancora). La Germania da sola esporta oltre 3,4 milioni di hl di birra sul mercato italiano con una quota del 58% sul totale, in costante crescita negli ultimi anni. Il sistema produttivo italiano fa riferimento a otto società birrarie industriali (esclusi i microbirrifici artigianali) che gestiscono 15 stabilimenti di produzione, ubicati in diverse regione del Nord e Sud Italia. Leader del mercato sono le filiali delle più grandi multinazionali birrarie del mondo, nell’ordine: Heineken, SabMiller, AB-Inbev e Carlsberg, che nel complesso controllano oltre il 65% del totale volumi. Le birrerie artigianali rappresentano un segmento a parte, in forte sviluppo. Questo comparto, secondo il censimento di Infobirra Italia 2008-09, esprime una realtà articolata su ben 270 unità produttive, sparse in tutte le regioni italiane, con una produzione complessiva superiore ai 150.000 hl anno. Al quinto posto nella classifica dei produttori si colloca il gruppo Forst-Menabrea che ha consolidato la sua quota intorno al 4,4%. A seguito di alcune dismissioni di stabilimenti dei grandi gruppi sono nate negli ultimi anni nuove società, tra cui la Birra Castello in Friuli che, successivamente, ha acquisito anche la birreria Pedavena. Un terzo della birra consumata in Italia è importata dall’estero e in quest’ambito emerge il gruppo AB-Inbev che, attraverso la sua filiale italiana, commercializza quasi tutti i principali marchi internazionali del gruppo. Al secondo posto nelle esportazioni di birre si colloca il gruppo danese Royal Unibrew, operativo con la controllata Ceres Italia che esprime un volume intorno ai 500.000 hl, seguito, con circa 450.000 hl di birre esportate, dal gruppo olandese Bavaria, operativo nel nostro paese con la controllata Bavaria Italia.
Fonte Comunicato Stampa Settembre 2009 |
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Ultimo Aggiornamento: 04/01/2016 11.18 |
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