La perizia: fuga gas causò il rogo alla Birra Peroni di Bari
Venti
milioni di euro i danni conteggiati subito dopo l’incidente. L’incendio
avrebbe potuto assumere le proporzioni di una catastrofe se i Vigili del
fuoco non fossero riusciti ad evitare che le fiamme si propagassero anche su
un deposito di ammoniaca che si trovava in quei pressi
Delle
piccole perdite di gas propano liquido dalla valvola della fiamma ossidrica
che gli operai stavano utilizzando per coibentare il tetto di un silos,
sarebbero state all’origine dell’incendio scoppiato la mattina del 25 luglio
2008 all’interno dello stabilimento della Birra Peroni. È quanto emerge
dalla voluminosa e dettagliata relazione deposita in Procura dagli ingegneri
Giovanni Giustolisi e Stefano Sportelli, i periti incaricati dal sostituto
procuratore della Repubblica, Francesca Romana Pirrelli di svolgere le
indagini tecniche sul rogo.
Gli ingegneri hanno analizzato ed elaborato i dati raccolti e fornito al
magistrato consigli utili per prendere una decisione sulle responsabilità di
quanto accadde nello stabilimento quando alcuni silos presero fuoco durante
i lavori di posa di una guaina isolante. Venticinque «cilindri» per la
decantazione della birra vennero completamente distrutti, due operai e due
vigili del fuoco rimasero feriti in maniera lieve. Venti milioni di euro i
danni conteggiati subito dopo l’incidente. L’incendio avrebbe potuto
assumere le proporzioni di una catastrofe se i Vigili del fuoco non fossero
riusciti ad evitare che le fiamme si propagassero anche su un deposito di
ammoniaca che si trovava in quei pressi.
La procura, in occasione dell’accertamento tecnico irripetibile, svolto tre
giorni dopo l’incendio, iscrisse nel registro degli indagati dieci persone
(quattro operai, i rappresentanti legali e i responsabili della sicurezza
della Birra Peroni Spa e delle società Debar e Puglia Asfalti che stavano
provvedendo a coibentare i silos. L’accertamento, al quale parteciparono
anche i periti di parte nominati dagli indagati, fu condotto dal Nas dei
carabinieri, dai periti della Asl e della Agenzia regionale per la
protezione ambientale (Arpa).
Dalla indagine tecnica è emerso che il focolaio, il centro di propagazione
dell’incendio, sarebbe stato alimentato da una perdita di gas propano
liquido dalla bombola della fiamma ossidrica portatile che quattro operai
che stavano utilizzando per stendere uno strato di guaina isolante su uno
dei 27 serbatoi che contengono la birra. La perdita sarebbe stata causata -
sostengono i periti - da una rotazione forzata del regolatore della valvola
che comanda il flusso del gas, rotazione indotta dal fatto che gli operai
avrebbero ripetutamente tirato (perché troppa corta) la tubatura che
collegava la bombola al «cannello da taglio» che sprigiona la fiamma. Più
pesante dell’aria il gpl si sarebbe concentrato, propagandosi fino a
raggiungere la fiamma sprigionata dal cannello.
LUCA NATILE
Fonte
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_dallapuglia_NOTIZIA_01.php?IDNotizia=244050&IDCategoria=11
Giugno
2009