Quando la birra è light. Scattano due sanzioni
Vicenza. Quelle
birre poco alcoliche erano un raggiro per l'Erario, oltre che per il
consumatore. Per questo, dopo due mesi di controlli, il corpo forestale
dello Stato e l'ispettorato del controllo dei prodotti agroalimentari hanno
fatto scattare le multe. Salate: più di 7 mila euro per ogni lotto di birra
leggera (light) fatta passare per normale.
È la prima volta in Italia che viene accertata un'irregolarità di questo
genere. Le indagini della forestale vicentina, guidata dal comandante
Daniele Zovi, erano scattate un paio di mesi fa dopo una segnalazione, che è
stata subito analizzata, poiché il mondo dell'agroalimentare è tenuto da
anni in considerazione dagli inquirenti, sempre in prima linea per
combattere le frodi.
I forestali, nel corso dell'operazione "A tutta birra", hanno compiuto un
controllo nel deposito del Prix, la catena di supermercati che ha la sede a
Grisignano ed hanno acquisito trenta campioni di sei lotti di birra diversi,
di cinque marchi, che vengono prodotti fra la Repubblica Ceca, la Slovacchia
e la Polonia. Alla catena vicentina erano stati venduti da un importatore di
Casalecchio sul Reno (Bologna).
Sono state poi
compiute delle analisi all'istituto agrario si S. Michele all'Adige
(Trento), con la collaborazione dell'Ispettorato di Conegliano.
Il motivo della verifica era quello di accertare il grado alcolico della
birra e quello "plato", che misura la densità della soluzione che viene
utilizzata nell'industria birraia e il grado saccarometrico. Di fatto, i due
parametri consentono di individuare i vari tipi di birra, quella doppio
malto come quella analcolica o light.
Dalle analisi è emerso che i gradi, in particolare il "plato", era inferiore
al minimo consentito dalla legge. Di fatto, sull'etichetta avrebbe dovuto
essere indicato "birra leggera", ma la dicitura non c'era. Perchè? Secondo
gli inquirenti, comandati dal dottor Isidoro Furlan del Nipaf vicentino,
perché in questa maniera le aziende importatrici potevano godere di un
regime fiscale agevolato rispetto alle tasse che avrebbero dovuto pagare se
avessero indicato che il loro prodotto era light, anche come gradazione
alcolica, invero piuttosto bassa. In questa maniera - ma è un aspetto che
resta da chiarire - la società importatrice ha compiuto una sorta di
concorrenza sleale ai produttori italiani ed esteri che vendono in Italia le
loro bevande.
I lotti non sono
stati sequestrati dai forestali, perché non si tratta di bevande dannose per
la salute. In concreto, si tratta di "birretta", con caratteristiche di
qualità e valore commerciali inferiori a quelle della birra normale. Per
questo il consumatore finale avrebbe bevuto una birra con proprietà
inferiori rispetto a quelle che aveva ipotizzato al momento dell'acquisto,
visto che sull'etichetta non era indicato nulla.
In questa fase dell'indagine, forestali e ispettorato hanno elevato sanzioni
amministrative da 36.500 euro alla ditta bolognese, e in solido al Prix, che
si sarebbe poi occupato della distribuzione nei tanti supermercati della
catena sparsi nel Vicentino e in varie province italiane.
Le verifiche però sono tutt'altro che concluse. I forestali hanno avviato
accertamenti anche su altre catene di distribuzione del segmento di mercato
"discount", e quindi vogliono capire a chi la società di Casalecchio abbia
venduto quel genere di prodotto. Inoltre, stanno controllando se vi siano
dei profili di responsabilità penale per il regime fiscale agevolato
utilizzato per importare la birra light venduta come normale.
Fonte
http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Home/60681_quando_la_birra__light._scattano_due_sanzioni/
Giugno
2009