Notizia
© 2002 - 2014 - Tutti i diritti sono riservati, è vietato copiare senza autorizzazione queste pagine.
|
Birra artigianale - Aperto un opificio nel cinquecentesco convento I Padri Barnabiti e la prima bevanda a base di luppolo monzese Acqua della rete idrica comunale, cereali maltati, luppolo e lievito. E soprattutto, tanta passione e un briciolo di follia. Sono questi gli ingredienti di un prodotto artigianale eccezionale: la birra del Carrobiolo, nata sulla falsariga delle birre monastiche o d’abbazia. Una birra dalla storia del tutto particolare, per almeno due ragioni: viene preparata nel convento dei Padri Barnabiti e si tratta della prima birra interamente prodotta a Monza. Birra Monza Tutto nasce un anno fa all’interno delle secolari mura del convento che esiste dal 1571, dove un padre barnabita, Davide Giuseppe Noè Maria Brasca, e un laico appassionato ed esperto di birra che da anni lavora fianco a fianco con la comunità barnabita, Pietro Fontana (37 anni, moglie e due figli) decidono di dar vita al Piccolo Opificio Brassicolo del Carrobiolo-Fermentum. Si tratta di una società costituita appositamente un anno prima da sette amici con la passione per la birra artigianale di alta qualità e che è riuscita a muovere i suoi passi grazie a donazioni private, piccoli capitali personali a fondo perduto e soprattutto grazie a un bando di concorso della Camera di Commercio di Milano. "Ci siamo classificati al 19° posto su tutta la provincia di Milano - spiega orgoglioso Pietro Fontana, nella vita di tutti i giorni presidente dell’associazione educativa Luce e Vita - è piaciuto il fatto che si trattasse di un progetto quasi unico di collaborazione fra religiosi e laici". L’idea di fare una birra viene per la prima volta proprio a Fontana: "All’interno del convento c’erano spazi vuoti che si potevano riutilizzare; attualmente i padri barnabiti presenti in città sono soltanto sei. Abbiamo pensato che avevamo la possibilità di valorizzare il convento e dare un sostegno anche economico al Carrobiolo e alle sue attività educative e spirituali. Io sono un appassionato di vecchia data di birre, un collezionista, avevo già provato a fare la birra in casa". Ecco allora il sogno di aprire un birrificio, il primo birrificio di Monza: "Abbiamo scoperto che esattamente un secolo fa esisteva una birra locale chiamata “Birra Monza”, di cui rimane soltanto il ricordo in una bellissima cartolina storica nella raccolta del collezionista “Ambroeus”, al secolo Ambrogio Beretta, e di cui resta testimonianza in una pubblicità di un giornale dell’epoca intitolato “La Patria”. Ci piaceva l’idea di dar vita a un prodotto enogastronomico che fosse del tutto monzese". Nei locali del Piccolo Opificio Brassicolo viene allestito un laboratorio di produzione e imbottigliamento dove lavora, a volte per intere giornate, Pietro Fontana. "Le nostre birre - spiega - sono tutte prodotte secondo il metodo artigianale, e quindi non sono filtrate e nemmeno pastorizzate, senza additivi, senza enzimi aggiunti, con una selezione delle migliori materie prime. Presto insegnerò a fare la birra anche ad altri, daremo lavoro. Usiamo anche un frumento biologico autoctono coltivato grazie a un “patto” di solidarietà tra il Distretto di Economia Solidale della Brianza e un coltivatore locale di Concorezzo. Perché la birra si può fare per passione o per far soldi, come le birre industriali...e noi abbiamo scelto di fare birra artigianale di qualità". La produzione, lunga e laboriosa (due mesi per vedere la prima birra) è cominciata a gennaio e ha già dato cinquemila litri di bevanda. "Ne abbiamo già venduti la metà: contiamo di arrivare a trentamila litri all’anno". Bionda, rossa, bianca, ciascuna con lavorazione e caratteristiche particolari. La rossa, o meglio bruna con riflessi ambrati, ad alta fermentazione di ceppo anglosassone, raggiunge i 4,9 gradi; la bionda, di colore giallo dorato, a bassa fermentazione di ceppo mitteleuropeo, sale a 5,3 gradi. Poi c’è la birra ad alta fermentazione di ceppo belga, robusta, una speciale miscela di cinque cereali da 9 gradi rifermentata in bottiglia con l’aggiunta di miele locale. Birre squisite, di cui sul sito www.birradelcarrobiolo.it si possono controllare tutte le specifiche. E Padre Braschi? "Lui assaggia personalmente le birre" ride Fontana. Anche i metodi di vendita sono artigianali: pub e ristoranti di Monza, il rifugio Capanna degli Alpinisti Monzesi sul Resegone ("ce la mandiamo in elicottero"). "Evitiamo la grande distribuzione, preferiamo i baretti locali e presto contiamo di aprire uno spaccio in piazza Carrobiolo 6 un giorno alla settimana: vogliamo avere un rapporto diretto col territorio e far fare meno chilometri possibili alla nostra birra". Con un fine sempre ben stampato in mente, promuovere una cultura del bere consapevole: qualità e non quantità, degustazione e non consumo, convivialità e non sballo. Non per niente, è la birra dei barnabiti. Dario Crippa Fonte http://ilgiorno.ilsole24ore.com/monza/2009/05/25/182354-aperto_opificio_cinquecentesco_convento.shtml Maggio 2009 |
Ultimo Aggiornamento: 04/01/2016 11.18 |
© 2002 - 2016 Tutti i diritti sono riservati. I marchi registrati appartengono ai rispettivi proprietari