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Crisi, la soluzione tedesca: meno birra e boom dei discount

Aldi è il nome, di chiara origine italiana, della più importante catena di supermercati discount in Germania. Al boom dei discount in Germania, in tempi di crisi, il quotidiano Tageszeitung dedica un articolo che s’intitola, appunto in onore del brand di cui sopra, “La aldizzazione del cibo”. Dal servizio si evince che i discount stanno adottando una politica dei prezzi molto aggressiva: “Dall’inizio dell’anno sono calati già tre volte”, e adesso un tedesco può comprare da Aldi, Lidl o Penny 250 grammi di burro per soli 65 centesimi, e un litro di latte a 49 centesimi. Ribassi simili – commenta la Taz – in Germania non ce ne sono mai stati. La quota di mercato dei discount al momento è il 44%, “ma entro la fine dell’anno aumenterà sicuramente”. In nessun paese europeo i discount sono diffusi come in Germania, dove nel 2008 Aldi & Co. hanno venduto generi alimentari per 151,6 miliardi di euro.

“In tempi di crisi – commenta la Taz - la Germania mangia, beve e vive diversamente”. Un nutrizionista intervistato nel servizio commenta: “Non moriremo di fame. I tedeschi continuano a consumare le stesse calorie”, solo a un costo minore. È anche diminuito il consumo di birra nei locali pubblici, evento non irrilevante in un paese di adoratori di birre e birrerie. “Secondo le statistiche a dicembre 2008 il consumo gastronomico di bevande è crollato dell’8%. Se in birreria una Pils costa 3,50 euro, una birra Aldi si porta a casa con soli 29 centesimi. E a casa, dunque, si può bere a buon mercato”. Il boom dei discount ha anche delle ripercussioni sulle condizioni di lavoro, visto che i sindacati denunciano da tempo un trattamento peggiore per chi lavora in queste catene, che influisce anche sui prezzi competitivi dal lato consumatore. Come spiega una sindacalista di Ver.di, Christine Meier, alla Taz, "per il personale è sempre più difficile lottare per i propri diritti”.

Fonte rassegna.it

Febbraio 2009

Ultimo Aggiornamento: 04/01/2016 11.18

 

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