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Strasburgo, per un boccale di birra

Prospera, attiva, vivace, un tripudio di luci, colori, suoni e fascino antico. E’ Strasburgo, città dell’Alsazia, terra francese. Il suo nome significa “città delle strade” e i suoi oltre quattrocentomila abitanti hanno di che passeggiare lungo le strade del centro più vasto della Francia nord orientale.

Capitale culturale e intellettuale alsaziana, a ovest del Reno, a pochi chilometri dal confine con la Germania, Strasburgo è sede del Parlamento Europeo, del Consiglio d’Europa e della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. Cosmopolita, accoglie numerosi studenti stranieri e una vasta comunità ebraica.

E qui trova la sua sede anche la bevanda più antica e diffusa del pianeta. La birra. A Strasburgo, infatti nasce il birrificio Kronenbourg, i cui stabilimenti, piuttosto grandi e datati, sono poco distanti dal centro cittadino, nel cuore del quartiere di Cronenbourg, caratteristico e tra i più frequentati.

La Kronenbourg apre le porte, ogni anno, a numerosi visitatori che, non solo possono curiosare all’interno della fabbrica, scoprire i segreti della produzione della birra, ma anche degustarla direttamente alla fonte, per così dire.

La Brasseries Kronenbourg, infatti, consente una “dissetante escursione” nei meandri del luppolo! Viene stimato che in Francia si vendano, annualmente, un miliardo di litri di birra. In breve, abbastanza per riempire trecento piscine olimpioniche, circa. Un tuffo da record.

Contrariamente a quanto, magari, ci si aspetta, gli stabilimenti Kronenbourg non mostrano, esternamente nulla di particolarmente identificativo, a parte – si intende – il marchio aziendale. Gli edifici non si presentano d’aspetto molto moderno o dal design accattivante. Semplicemente la Brasseries Kronenbourg è una fabbrica. Di birra.

Non degustavano già la Kronenbourg, ma pare che i primi bevitori di birra siano stati i mesopotami, cinquemila anni prima di noi. Qualcuno, però attribuisce tale primato agli egizi. In ogni caso, ciò che è più probabile è che la tecnica della fermentazione sia stata scoperta casualmente in varie parti del globo nello stesso periodo.

E, grazie alla birra nasce il mestiere di birraio, citato in una tavoletta assira, ritrovata nel territorio compreso tra i fiumi Tigri ed Eufrate. Mestiere non facilissimo per l’epoca, in quanto si potevano già annoverare diversi tipi di birra, chiara, rossa, forte, dolce, aromatica e ad ogni birra, a seconda dei cereali utilizzati nella produzione, veniva assegnato un nome diverso.

In pratica, se non c’erano ancora i marchi, i cosiddetti “brand”, delle birre i cui nomi sono, oggi, entrati nel nostro quotidiano, c’era però la sikaru (d’orzo), la Kurunnu (di spelta, varietà del farro), la babilonese bi-se-bar, (anche questa d’orzo) la bi-gig, (scura normale), la bi-gig-dug-ga, (scura di elevata qualità), infine la bi-kal, il top delle birre antenate di quelle attuali.

Fonte Monica Genovese su http://www.ilreporter.com/storie/2009/01/30/strasburgo-per-un-boccale-di-birra

Febbraio 2009

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