Agli italiani piace la birra di qualità
Versatile, fresca e
dissetante. Ma non solo. A queste caratteristiche che hanno da sempre
decretato il successo della birra nell'apprezzamento del pubblico si
aggiunge oggi un altro importante fattore: il suo gusto, particolare e
insostituibile, come attesta la ricerca 2008 di Makno e AssoBirra. Sorpresa,
quindi: il consumatore non si accontenta più della “birretta” da bere in
compagnia, leggera e socializzante, ma è diventato più esigente, sempre più
curioso e “istruito” in materia di birra, disposto a spendere qualcosa in
più in nome della qualità o di un'etichetta particolare.
Specialità ricercate
Rispetto al trend
crescente dello scorso anno, in generale i consumi fuoricasa del 2008 per
quanto riguarda la birra si prevede siano rallentati a causa di alcuni
importanti fattori, quali l'aumento del costo delle materie prime, la
complessa situazione economica e le condizioni climatiche che hanno fatto
iniziare in ritardo la stagione solitamente interessata dai consumi
maggiori. Ma, nonostante questo, le birre specialità hanno conosciuto una
crescita nei consumi. «Il segmento delle specialità si sta dimostrando ormai
da alcuni anni un driver fondamentale per la crescita del mercato generale
della birra in Italia - afferma Davide Chiodini, brand manager Guinness
Italia -. Un fenomeno dovuto a una maggiore maturità ed esperienza del
consumatore italiano, sempre più attento alla qualità del prodotto e del
servizio. Mentre un tempo la birra era vissuta per lo più come una bevanda
dissetante, da accompagnare a una pizza con gli amici, oggi è percepita come
un prodotto ricercato e vario. Il consumatore è curioso di conoscere la
storia della birra che beve e desidera apprezzarne appieno le
caratteristiche».
Attenti al
luppolo
Nel caso di alcune aziende poi l'incremento è veramente notevole: è il caso
ad esempio di Biscaldi che, come afferma il direttore vendite Fabio Maiali,
ha visto «apprezzabili incrementi di volumi nel settore delle birre premium
e superpremium; in controtendenza si è sviluppato anche il comparto delle
birre analcoliche. Il trend di crescita nel consumo fuoricasa di questo
comparto è intorno al 10%, ma per quanto riguarda i prodotti attualmente
commercializzati da noi le crescite superano il 40%». Anche Sandro
Vecchiato, amministratore delegato di Interbrau, conferma il trend positivo
delle specialità rispetto al passato: «La curiosità e l'interesse verso le
novità sono sempre alti. Il consumatore è non solo più curioso e attento, ma
molto sensibile a conoscere prima dell'acquisto le note peculiari di una
birra». Per far fronte a queste nuove esigenze del pubblico le aziende
rispondono lanciando nuovi marchi e allargando la gamma. «Il mercato ha
dovuto tenere conto di questa crescente cultura della birra e adeguarsi con
proposte via via più articolate, per accontentare clienti sempre più
esigenti - dice Jakob Knudsen, marketing director Carlsberg Italia -. Dalla
maggiore conoscenza degli italiani in fatto di birra dipende il fatto,
secondo noi, che le premium e le superpremium confermeranno il loro trend
positivo». Sulla base di questo andamento Carlsberg ha infatti lavorato
intensamente sul portafoglio, offrendo una gamma di prodotti varia, per
esempio con l'inserimento di Corona Extra, il restyling della famiglia di
birre del Birrificio Angelo Poretti e il lancio di Tuborg Light,
un'innovazione nell'ambito delle birre a ridotto contenuto calorico.
Alla conquista
di nuove aree
Un fenomeno, quello della maturità del consumatore, registrato ovunque:
Rolando Bossi, vicepresidente e direttore generale di Radeberger Gruppe
Italia, conferma infatti che «se in un primo tempo ci si limitava a un
ampliamento dell'offerta di birre in fusti, da quest'anno ci si orienta
verso una gamma di birre in bottiglia più facilmente fruibile dalla totalità
dei pubblici esercizi. A fianco delle weizen (Schoefferhofer e Oberdorfer) e
al lancio della nostra novità, Schoefferhofer Grapefruit, registriamo
fortissimo interesse per le nostre doppio malto, per la Voll Damm e per la
Estrella Damm per celiaci che, per la specificità dei suoi consumatori
d'elezione, non può mancare in nessun locale specializzato». Ma a questo
mercato in fermento come rispondono i gestori dei bar? Secondo Lorenzo
Viganò, direttore vendite di Heineken, «oggi c'è una maggiore offerta ma,
spesso, ancora scarsa professionalità: il servizio deve essere più attento,
soprattutto per quanto riguarda la pausa pranzo, momento spesso trascurato
nella proposta di birre. A questo scopo noi diamo supporto ai locali, con
programmi che variano in base allo sviluppo del fatturato: per esempio per
la pausa pranzo abbiamo lanciato la Moretti Zero, perfetta per questo ambito
di consumo, mentre per i locali più specializzati (per esempio i pub)
attuiamo programmi di visibilità più completi: franchising d'insegna,
consigli su arredamento, offerta di etichette e quant'altro». Dibevit
Import, di cui lo stesso Viganò è anche amministratore delegato, presta
grande attenzione proprio alle birre speciali: «Con il progetto “Bièretheque
- Nuovi percorsi del gusto” vogliamo proporre etichette particolari, anche
sconosciute, che vanno scoperte una per una, valorizzandole anche con gli
abbinamenti gastronomici. Per questo stiamo sviluppando l'ingresso in un
mercato nuovo, quello della ristorazione, con “Bièretheque Restaurant”: le
birre speciali hanno scatenato la fantasia degli chef, che le utilizzano
anche come ingredienti per i loro piatti».
La birra
perfetta
Anche secondo Mario Vinciguerra, direttore marketing di Ceres, «bisogna
creare nuove aree e momenti di consumo. Ceres ha proposto recentemente una
serie di abbinamenti gastronomici per le proprie birre specialità,
riscuotendo un positivo riscontro da parte dei propri consumatori». La
parola d'ordine è non farsi trovare impreparati. Magari cogliendo le tante
opportunità e iniziative proposte dalle aziende. Gli esempi non mancano.
Eccone alcuni: Guinness tiene dei workshop con i gestori dei locali per
servire la “pinta perfetta”, Interbrau organizza corsi di cultura birraria
presso i maggiori locali italiani, Radeberger mette a disposizione un kit
che comprende una carta delle birre, Carlsberg aiuta a coinvolgere il
consumatore con attività che ricreano il mondo di riferimento del brand
(come Corona Barefoot Experience, un tour estivo in tutta Italia).
Fonte
Giovanna Morselli - FUORICASA EASYBAR su
http://www.b2b24.ilsole24ore.com/articoli/0,1254,24s2402_ART_92540,00.html?lw=2402;2
Ottobre 2008